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sabato 10 ottobre 2009

Servizi bancari e notizie economiche Art. 8

COMUNICATO STAMPA

BANCHE: TASSI,COSTI E COMMISSIONI PIU’ ELEVATE DEL MONDO! SI PERMETTONO DI NON SOTTOSCRIVERE I 3 BOND PERCHE’ CARTOLARIZZANO PATACCHE PER 100 MLD EURO,PREPARANDO NUOVA CRISI FINANZIARIA ADDOSSATA AI CONSUMATORI.!

Il costo medio di un conto corrente a listino (ossia senza convenzione o a pacchetto) in Italia con 12,5 operazioni mensili (150 annue), secondo i cartelli affissi negli istituti di credito in base alla legge sulla trasparenza bancaria monitorati dall’Adusbef e pari a 740,16 euro, supera di gran lunga i 253 euro monitorati dalla commissione europea: sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario !
Una singola operazione costa 2,10 euro così come la commissione bancomat se prelevata presso sportelli di banche diverse da dove si tiene il conto; 2,10 euro sono richiesti dalle banche alla generalità dei clienti per ricevere l’estratto conto; che scende da 0,50 centesimi ad 1 euro per la richiesta dell’estratto allo sportello; 2,10 euro per il conto titoli; da 3,50 euro (Intesa San Paolo) a 5,80 euro (Popolare di Milano) per pagare una bolletta o una utenza; 3,50 euro per pagare le tasse; da 6,50 fino a 8,50 euro (Banca Intesa San Paolo) per un bonifico; 0,10 centesimi il costo di un assegno; fino a 2 euro di taglia se si richiede di prelevare il contante allo sportello (Banca Popolare di Milano): con i 107 euro reclamizzati dall’Abi,non si pagano neppure i costi di un bimestre !
Che ostilità può avere un commissario europeo come Meglena Kuneva contro le banche italiane, quando documenta che il costo di un conto corrente italiano di base costa 253 euro, contro i 178 della Spagna, 154 della Francia, 103 della Gran Bretagna, 89 della Germania e i 28 della Bulgaria, la meno cara d'Europa ? Mentre per i mutui fondiari, il maggior onere affrontato dal cliente italiano rispetto alla media europea è passato dal + 0,07 di gennaio 2009, dove la pressione popolare ed il fiato sul collo sulle malefatte dei banchieri aveva portato ad un allineamento alla media dei tassi praticati nell’Eurosistema, al + 0,61 per cento di giugno,un vero ed inaccettabile pizzo scaricato sui mutuatari, mentre per i prestiti personali ed il credito al consumo,il differenziale tra i tassi praticati in Italia e della media UE, è passato dal +1,64 al + 2,14 %, portando uno sfortunato mutuatario italiano che si indebita con un mutuo di 100.000 euro in Italia, a pagare un differenziale di tasso di + 0,61,ossia il 5,18% rispetto al 4,57% della media UE, pagando una vera e propria taglia,un pizzo al “sistema bancario paramafioso ed irresponsabile” pari a 35,32 euro al mese, 423,84 euro l’anno,con un esborso finale maggiorato di 10.600 euro.
Se le banche alle quali viene regalato (o quasi) il denaro,con il tasso di riferimento BCE dell’1% applicano tassi sui fidi,tutti a capitalizzazione trimestrale, pari al 12,660 % (Unicredit) con Carige che pratica un tasso dell’11,850% gravato però da un tasso extra fido del 4%,Banca Intesa applica il 12,55%, mentre nonostante le leggi,Banca Popolare di Milano continua ad applicare una commissione di massimo scoperto dell’1% trimestrale, cosa lamentano Abi e federazione bancaria europea rispetto ad indagine Ue,che se approfondita, porterà a costi ancora maggiori dei 253 euro ?
Le lamentazioni del direttore dell’Abi Sabatini,che oggi ha inviato una lettera alla commissione UE in merito al limite di fondo legato alla volontà di confrontare, a livello internazionale, le “condizioni di prezzo senza adeguatamente considerare le tipicità nazionali dal lato della domanda, come il maggior ricorso allo scoperto di conto piuttosto che al credito al consumo determinando così un confronto non omogeneo,oppure che i confronti con i paesi dell'est come i più convenienti, non tiene conto del diverso costo della vita fra le nazioni europee,o infine in avanti in tema di concorrenza”, sono surreali oltre che una aggravante dell’indagine.
I signori banchieri, adusi a pagare con la moneta delle proprie convenienze, le peggiori veline che a furia di pubblicazioni diventano notizie,dopo aver invocato i Tremonti bond, non li sottoscrivono per non rinunciare a bonus, prebende e regole pregnanti di correttezza e trasparenza,perché appioppano al mercato,come ha acclarato oggi una inchiesta de “La Stampa”,patacche cartolarizzate e di dubbia esigibilità pari a quasi 100 miliardi di euro, preparando così anche con l’emissione di bond bancari in abbondanza,una nuova crisi finanziaria da addossare ancora una volta ai cittadini.

Elio Lannutti (Adusbef)
Roma,5.9.2009


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