L’islamismo senegalese tradizionale trae la sua forza primaria dalla vastissima e capillare diffusione delle confraternite. Le più diffuse e conosciute sono la Tijāniyya, la Murīdiyya, la Qādiriyya e infine, in misura minore, l’Hamalliyya e i Layennes, più propriamente religione sincretica dell’etnia Lébou.
La professione di fede in queste zone coincide, tuttora, con l’adesione ad un ordine mistico o, come spesso accade, con l’iniziazione multipla a più confraternite. Nella tarîqa, via verso la salvezza, cammino verso la purificazione, la figura del marabutto è assolutamente centrale, è la conditio sine qua non per compiere il viaggio nel proprio io, il passaggio dalle qualità spregevoli a quelle encomiabili. L’abbandono di Dio tipico dell’Islam diviene nel sufismo abbandono nel proprio marabutto. L’amore per la propria guida spirituale sconfina in un culto agiografico che trae origine, ed in parte anche le forme, dalla pratica tradizionale del culto degli antenati.
La congregazione sufi non è, però, unicamente volta all’ideale ascetico e mistico, essa riunisce in una forma associata i seguaci del marabutto che viene lentamente investito del potere di organizzazione politica del gruppo. In tutta l’area analizzata l’Islam sufi ha saputo amalgamare con grande recettività e duttilità l’ideologia religiosa tradizionale, favorendo un adattamento plastico della religione musulmana alle esigenze locali. Ne è scaturito un Islam modellato su scala regionale ricco di molteplici modelli culturali, sensibile al pathos religioso locale, persino non alieno da manipolazioni di ordine magico.
Serigne Babacar M'bow è un maestro spirituale Baye Fall, confraternita fondata da Cheikh Ibra Fall discepolo di Amadou Bamba, a sua volta fondatore della Muridya. A causa della relazione che intercorre tra discepolo e maestro è fondamentale capire i cardini del Muridismo per comprendere la via Baye Fall.
La MURIDIYA (il muridismo), insegnato da Cheikh Ahmadou Bamba, è un insieme di pratiche di culto e di regole di condotta (un sufismo) basate sull'amore e l'imitazione del Profeta Muhammad e il cui fine è il perfezionamento spirituale. Il sufismo non costituisce un movimento confessionale come il Sunnismo o lo Sciismo, ma piuttosto uno stile di vita e un insieme di credenze e pratiche di culto che traggono le loro origini dal Profeta .
Il movimento sufi si è diviso in due correnti. Una prima basata sull'interpretazione letterale del Corano, della Sunna e che ha generato Sufi distaccati da qualunque relazione con il mondo terrestre, in uno stato di quasi estraneità i cui adepti sono soprannominati "sciariatici".
L'altra tendenza è detta "mistica" e preconizza un'interpretazione simbolica o allegorica dei testi sacri di cui ricerca il senso esoterico. E' a questa seconda tendenza che appartiene l'insegnamento di Cheikh Ahmadou Bamba.
Per Cheikh Ahmadou Bamba, sarebbe illusorio e anche pericoloso gettarsi nel misticismo senza soddisfare certe condizioni. Bisogna prima di tutto istruirsi nella religione e fare propri i principi islamici di base regolare la propria condotta in base alla Shari'a (prescrizione divina) e la Sunna (insegnamento del Profeta - PSL).
La compagnia di una guida perfettamente valida si avvererà indispensabile per orientare il discepolo, per inculcargli l'etica musulmana, il diritto islamico. Una volta questi principi assimilati, la porta è aperta al misticismo (tassawuf o sufismo).
La mistica di Cheikh Ahmadou Bamba si basa sulla fedeltà scrupolosa alle pratiche di culto, la dirittura morale, la purezza, la devozione (alla società) secondo i dettami puri dell'ortodossia musulmana. Questa sete di spiritualità si traduce con:
una solida istruzione: conoscenza della teologia, dell'esegesi del Corano, delle sentenze del Profeta (PSL) e del diritto islamico
una pratica costante dello zikr (ripetizione dei nomi di ALLAH)
una pratica continua della preghiera surrogatoria.
una mortificazione prolungata (diminuzione della quantità superflua di cibo, del sonno, delle parole...).
Al di là della preoccupazione di formare un ordine religioso (confraternita), Cheikh Ahmadou Bamba si è prima di tutto occupato di ciò che deve essere il musulmano, di ciò che costituisce generalmente la sua vita spirituale, dei doveri che incombono su di lui nelle diverse circostanze della vita.
Se facciamo riferimento agli scritti di Cheikh Ahmadou Bamba, il muridismo costituisce un sistema di elevazione spirituale e sociale del musulmano e il discepolo dello Cheikh (il murid) è il musulmano che "lavora" sulle tre componenti della religione musulmana:
1-L'Iman o la professione di Fede
L'iman, è la fede in ALLAH e nel Profeta Muhammad come ultimo degli inviati, quello che termina il processo della rivelazione monoteista. L'Iman implica quindi l'accettazione dei libri e delle parole di questi Profeti (Torah, salmi
Il discepolo deve anche, accettare il Decreto divino secondo il quale la forza o
2-L'Islam o le pratiche di culto di sottomissione a ALLAH
E' questo elemento che da il nome alla religione musulmana: l'Islam (la sottomissione a ALLAH).
Consiste nella pratica della fede e nell'obbedienza ai precetti dell'Islam.
Comincia con la shadada, la testimonianza dell'islam, formula che costituisce l'identità del musulmano:
“Non esiste altra divinità al di fuori di ALLAH e Muhammad è il suo Inviato”
L'Islam prevede pratiche di culto obbligatorie come la preghiera (salat), il digiuno durante il mese di Ramadan, l'elemosina legale (zakat) e il Pellegrinaggio presso i luoghi santi dell'Islam (La Mecca e Medina) per coloro che possono permetterselo.
La preghiera si svolge cinque volte al giorno e costituisce un richiamo per l'individuo nei confronti dei suoi obblighi di culto. Il digiuno del mese di Ramadan punta, al di là dell'astinenza dal cibo, a rendere l'individuo più umano verso i più bisognosi. L'elemosina legale (zakat) compie ugualmente una funzione sociale e può essere interpretata come una forma di redistribuzione dei redditi. Il Pellegrinaggio alla Mecca, ha come obiettivo l'introspezione, un ritorno su di sé, un inizio di perfezionamento del proprio comportamento e delle pratiche di culto.
3-L'Ihsan o la perfezione spirituale.
Questa ultima fase è la scienza dell'abbellimento degli atti.
Il discepolo, nel suo comportamento e nel suo modo di vivere deve essere in armonia con la religione attraverso un combattimento continuo contro la sua anima carnale per potersi sbarazzare dei propri vizi.
E' la fase più difficile e nel suo compimento il discepolo (taalibé) segue, imita i comportamenti della sua guida (Marabutto). Il discepolo dovrà avere uno spirito critico e di discernimento, soprattutto nella scelta della guida.
Il lavoro su di sé, o jihadul nafsu è l'ascesi rispetto alle passioni e agli appetiti di questo mondo. Cheikh Ahmadou Bamba ci insegna nella sua opera Massalik-ul-Jinaan (Gli Itinerari del Paradiso) che questa ricerca di misticismo si basa sui seguenti pilastri:
-silenzio
-fame
-abbandono delle innovazioni riprovevoli
-pentimento
-veglia
-solitudine
-rettitudine
-e la paura di ALLAH professata interiormente e esteriormente
La fase del perfezionamento spirituale è molto difficile e per evitare al discepolo di cadere nelle trappole di Satana, la compagnia di una guida spirituale (Cheikh) è indispensabile
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