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mercoledì 14 ottobre 2009

Missione Pianeta Verde - Art. 13

Questa settimana pubblico il secondo contributo da parte di Valeria. Un ulteriore passo nella Colombia dei nostri giorni. Buona lettura:


In Colombia ci sono 4 milioni di rifugiati interni (desplazados) che dalle campagne si spostano verso le città, dalle 20'000 alle 30'000 persone scomparse (desaparecidos) a causa della lotte interne tra guerriglia, paramilitari e Stato e più di 3 mila fosse comuni scoperte solo negli ultimi anni.
In Colombia la possibilità di celebrare riti funebri ed interrare i propri morti non deve essere quindi data per scontato; di solito i corpi non esistono, spariscono nel nulla, lasciando a milioni di famiglie la speranza che il proprio caro sia ancora vivo. E se si trovano, una fortuna riservata a poche famiglie, i corpi vengono spesso etichettati come guerriglieri (che lo siano davvero oppure no), e non sta bene celebrare un qualche tipo di rito a chi contribuisce a creare instabilità nel paese.
In Colombia i morti sono addirittura un business; l’esercito preleva ragazzi e li uccidono facendoli poi comparire travestiti da guerriglieri morti, con una divisa tipica; questo perchè i soldati prendono un compenso per ogni guerrigliero che riescono ad uccidere, e ciò dovrebbe spronarli a continuare a combattere. I ragazzi prelevati sono ovviamente poveri, senza lavoro e spesso malati mentali, ed inoltre il governo può dimostrare che la lotta alla guerriglia continua con ottimi risultati. Questi ragazzi vengono chiamati falsos positivos. “Positivo” è come viene chiamato in gergo un guerrigliero morto (equivale ad un “più” per lo Stato); essendo però “falso”, inventato per trarre un guadagno, la definizione costituisce un ossimoro. Oggigiorni ci sono più di 2000 casi investigati, 1328 casi dimostrati. Sono state infatti trovate fosse comuni nei fiumi (molto utilizzati) e nella terra.
In Colombia il piccolo pezzo di terra necessario a milioni di persone per sopravvivere può essere tolto da un momento all’altro dal governo o dalle multinazionali, lasciando milioni di persone nullatenenti.
In Colombia lo Stato utilizza bombardamenti aerei di pesticidi per eliminare le piantagioni di coca; questo porta però alla contaminazione di tutte le terre intorno alle piantagioni, molto spesso proprietà di poveri contadini che vivono dei frutti che la terra dà loro. Per questo si ritiene che il bombardamento con pesticidi sia anche un metodo per far allontanare la gente dalle campagne, cedute poi a multinazionali che portano guadagni al paese.
In Colombia è il governo stesso ad appoggiare le multinazionali perchè introducano nuove coltivazioni; esse non pagano neppure i danni ai contadini: la gente è costretta ad abbandonare le proprie terre, senza avere nulla in cambio. Per questo i desplazados vengono considerati “vittime continue”: oltre a perdere la terra e tutto ciò che possedevano un tempo, perdono anche la propria cultura, vedendosi costretti a spostarsi in altre parti del paese dove le tradizioni sono diverse (il multiculturalismo in Colombia è molto forte). Il 75% della terra è posseduto dal solo 5% dei prorietari terrieri e 4-5 milioni di ettari sono stati tolti ai contadini negli ultimi 15 anni.
In Colombia il governo ha deciso di applicare una procedura chiamata integrazione negativa, la quale si applica solo in rarissimi casi: alle vittime del desplazamiento viene data una riparazione per i danni in denaro e scuse pubbliche per ciò che hanno dovuto attrversare, senza però che i colpevoli si scusino personalmente; vengono poi rimandati in quelle che erano le loro terre (e che non riavranno mai) a lavorare nelle proprietà che ora sono di chi è responsabile della loro condizione: oltre al danno anche la beffa.
In Colombia tutto ciò è all’ordine del giorno e questa è una delle tattiche tipiche del governo Uribe: viene fatto un gioco di apparente giustizia e riparazione per alcune vittime, nonostante il fatto che le strutture criminali rimangano intatte, le ingiustizie proseguino, la persone scompaino e che milioni di persone continuino ad essere nullatenenti.

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