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Buona lettura
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mercoledì 30 settembre 2009

Missione Pianeta Verde - Art. 11

Credendo fermamente nella causa non posso fare altro che divulgare questo comunicato arrivatomi da Greenpeace:


"NUCLEARE: APPELLO AMBIENTALISTA SPINGE LE REGIONI ALLA RIVOLTA

Cari cyberattivisti,
buone notizie dal fronte anti-nucleare! A seguito dell’appello rivolto l’11 settembre da Greenpeace, Legambiente e WWF ai Governatori e a tutti gli assessori competenti, Calabria, Toscana, Liguria, Piemonte, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Umbria, Puglia, Campania e Basilicata hanno impugnato di fronte alla Corte Costituzionale la Legge 99/2009. Con questa legge, infatti, il Governo cerca di imporre la localizzazione delle centrali, schiacciando le competenze delle Regioni e ignorando le scelte dei cittadini.

Contro la delega nucleare al Governo si è scatenato un vero e proprio “effetto domino”. Una dopo l’altra le Regioni hanno alzato la voce. È quello che volevamo. Una valanga che ha travolto anche le cosiddette “regioni amiche”: nei Consigli Regionali di Sardegna, Veneto e Sicilia, governate dal centrodestra, si vede come la scelta nucleare ha messo in difficoltà la stessa maggioranza.

La Legge 99/2009 è molto pericolosa. Mette completamente fuori gioco le Regioni sulla localizzazione degli impianti nucleari per la produzione dell’energia elettrica, sugli impianti per la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi o per lo smantellamento degli impianti nucleari. Tutto questo in contrasto con quanto stabilito dal Titolo V della Costituzione sui poteri concorrenti delle Regioni in materia di Governo del territorio e sul rispetto del principio di leale collaborazione.

Il nucleare è una fonte energetica insicura e costosa. La gestione a lungo termine delle scorie nucleari non è stata risolta da nessun paese e non c’è una tecnologia che non possa essere utilizzata anche per produrre materiali per le bombe atomiche.

Inoltre, il nucleare sottrae tempo e denaro allo sviluppo e utilizzo di fonti rinnovabili ed efficienza energetica. Alternative davvero sicure, energeticamente più rilevanti e con maggiore impatto occupazionale.

Ora che undici Regioni, ovvero il 56 per cento del territorio italiano, hanno detto formalmente “no” al nucleare, il nostro governo ha una sola scelta: fare marcia indietro!

Noi continueremo a batterci contro il nucleare. Speriamo e contiamo sul vostro coinvolgimento. È solo grazie al sostegno di singole persone come voi che abbiamo le risorse per portare avanti tutte le nostre campagne.

Grazie mille e a presto!

Giuseppe Onufrio
Direttore Esecutivo

PS: Spedisci questo messaggio a tutti i tuoi amici interessati a combattere il nucleare.
PS: Come saprai, Greenpeace è indipendente e realizza le sue campagne solo grazie all’aiuto di singole persone come te. Se non lo sei già, diventa un sostenitore di Greenpeace! Sostieni questa e altre campagne in difesa del pianeta cliccando qui."

Pensare Globale, Agire Locale - Art. 10

In data martedì 22 settembre 2009, a pagina 15 del quotidiano l'Adige (Tn) ho trovato un interessante articolo che non mi è parso essere stato particolarmente divulgato da altri mezzi di informazione, come invece qualcuno avrebbe certamente dovuto fare.

L'argomento è già stato analizzato, in parte, su fratellipolemici nel seguente articolo: LINK. In quel articolo, però, la notizia presa in esame aveva conosciuto un'ampia diffusione in tutta Italia grazie a quella fantastica operazione mediatica che aveva messo in pratica il ministro per l'Istruzione Mariastella Gelmini (nonché il Governo). Stiamo parlando di quella, ormai famosa, classifica delle università italiane che sicuramente aveva fatto esultare l'Ateneo di Trento per essere arrivato in cima alla classifica dei migliori atenei italiani: i cosiddetti atenei "virtuosi".

David Zanotti, dell'Unione degli universitari di Parma, riporta l'Adige, spiega che "quella diffusa a luglio è solo una valutazione su quanti soldi in più o in meno hanno ricevuto le università rispetto all'anno prima".
Gino Ferretti, rettore di Parma, dice: "Il ministero ha diffuso come classifica una cosa che in realtà è soltanto una percentuale di finanziamento dato all'università". Di fatti, Trento risulta essere quatordicesima nella ricerca e trentacinquesima nella didattica.
Aggiunge Ferretti: "Io contesto il contrabbandare come classifica di merito quella che è una ripartizione delle risorse secondo nuovi criteri che non sono quelli di merito"

Per spiegarvi meglio come funzionano le cose ecco l'esempio che riporta l'Adige:
Mettiamo il caso, totalmente inventato, che La Sapienza di Roma abbia un fatturato annuo di 500 milioni di euro. Il 7% di questo introito, e cioè 35 milioni di euro, viene consegnato al Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) che servirà a ridistribuire i fondi tra tutte le università italiane. D'altra parte, assumiamo che l'Ateneo di Trento fattura 50 milioni di euro l'anno: allora dovrà versare 3,5 milioni di euro al Ffo. Bene, tutto ciò significa che se l'Ffo decide che La Sapienza e Trento hanno lo stesso merito allora verranno dati (35+3,5)/2=19,25 milioni di euro a ciascuna delle due, ma è evidente che nella classifica Trento sarà in alto (perché ha preso 15,75 milioni in più), mentre La Sapienza sarà in basso perché ha perso proprio quei 15,75 milioni di euro.
La classifica in questione è quindi stata fatta andando a vedere quanto ha preso un Ateneo rispetto a quello che ha dato al Ffo. E' così comprensibile come mai Trento, in realtà, possa benissimo non avere la miglior ricerca, né tantomeno la miglior didattica in Italia.

Qualcuno ha dunque fatto passare una classifica per quello che non è, qualcuno ha giocato al gioco delle tre carte. Per dirla alla Ferretti: "la tabella presentata dal ministro Gelmini non è quella del merito degli atenei secondo Qt (cioè il parametro che identifica la qualità della ricerca più quella della didattica). E' quella dei definitivi trasferimenti di fondi che prevedono i tagli che il ministro voleva nascondere con questa grande operazione mediatica".

La precisazione andava fatta.

martedì 29 settembre 2009

Video della settimana precedente (21-27 settembre)



Descrizione video:
All'estero le domande si fanno e le risposte si ottengono. In Italia no. Ecco cosa succede in Italia: http://temi.repubblica.it/repubblicaspeciale-altre-dieci-domande-a-silvio-berlusconi

Ri-Passaparola - Art.14

Il governo vuole dirigere la tv di Stato a tutti gli effetti e vuole far passare uno scudo fiscale che sa tanto di ennesimo condono non proficuo e atto ad avantaggiare i più furbi, in senso negativo naturalmente.

Queste le tematiche discusse da Travaglio, il quale parte dalla gravissima intromissione che sta attuando in quest'ultimo periodo il governo, nella persona di Claudio Scajola ( ma nella testa di Berlusconi, "as usual" ), alla quale si accostano epiteti errati, considerandola ad esempio molto vicina agli editti bulgari ed epurazioni varie. Se è vero che il concetto di fondo rimane quello, la gravità del fatto aumenta di volume. Infatti, stanno imponendo per iscritto, quindi per legge, cio' che avevano sempre fatto soltanto a voce o soltanto a potenti richiami alla tv di stato. Inoltre, altra grande differenza, stanno pretendendo che ad intervenire nelle conduzioni e nelle gestioni dei programmi della Rai sia il governo, cioè un'unica parte politica, violando la stessa Legge Gasparri che dà in mano al Parlamento il potere decisionale.

Quindi, l'intenzione è di rendere totalmente dipendente dai controllati i loro controllori. Follie.

Ugualmente preoccupante è il fronte scudo fiscale. Perchè? Perchè più che un equo scudo fiscale esistente già negli Stati Uniti ( si paga una tassa di rientro del denaro "sporco" del 49 % ) e in Gran Bretagna ( si paga una tassa di rientro del denaro "sporco del 44%) , è l'ennesimo regaluccio agli evasori e alla criminalità organizzata. Infatti i ladroni che faranno rientrare i loro soldi , tra l'altro il teorico "rientro" sarebbe tutto da verificare, viene fatto tassare il 5%. Bazzecole.

Inoltre, come se già non bastasse questo insulto morale a chi fatica e paga sempre le tasse, il tutto avverrà in anonimato, come non avviene negli altri paesi, e il decreto Fleres ammette che siano pure esenti dai reati penali che stanno a monte delle infrazioni fiscali. Disastri.

Unica operazione da compiere nell'immediato per voi lettori di fratellipolemici e per voi ancora speranzosi in una giustizia uguale per tutti, è quella di leggere la lettera inviata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano da parte di Bruno Tinti, esperto in affari economico finanziari e firmare l'appello allegato.

Perchè gli sforzi degli onesti non vengano divorati dalle furbate dei disonesti.

Ri-Passaparola.

Immagine tratta da http://ideesparse.com e fotomontata da fratellipolemici.

lunedì 28 settembre 2009

Appuntamenti della settimana - (28 settembre - 4 ottobre)

fratellipolemici - settimana numero 14

Lunedì 21
- "Video della settimana precedente" scelto dai fratellipolemici
- "Passaparola" in diretta con Marco Travaglio, ore 14:00
Martedì 22
- "Ri-Passaparola" , a cura di Franck
Mercoledì 23
- Recupero articolo di venerdì 28: "Pensare Globale, Agire Locale", a cura di Alain
- "Missione Pianeta Verde" , a cura di Alain
Giovedì 24
- "Meet...Mitumba", a cura di Linda
- "Filo diretto con i giovani", a cura di Franck
Venerdì 25
- "Pensare globale, Agire locale" , a cura di Alain
Sabato 26
- "Giornalismo alla sbarra", a cura di Franck
- "Servizi bancari e notizie economiche", a cura di Massimo
Domenica 27
- "Il Pianto ed il Riso", a cura di Daniele
- "Appuntamenti della settimana 05.10.09-11.10.09", a cura di Alain

Questioni migranti - art. 7

Chiedo venia della lunga latitanza dal blog e cerco di recuperare con questa storia a lieto fine.. che mostra uno degli altri lati malati di questo processo di regolarizzazione riservato ai soli lavoratori domestici. Dal 25 settembre Asgi, Arci e CGIL hanno lanciato un appello per la riforma di questa norma sulla regolarizzazione, che temo rimarrà inascoltato, lasciando ancora moltissime persone nel limbo dell'irregolarità.

"La regolarizzazione costa troppo, badante licenziata
Da gennaio assisteva una donna anziana e quando si è aperta la finestra della regolarizzazione ha chiesto alla sua datrice di lavoro di avviare le pratiche necessarie a sanare la sua posizione di immigrata irregolare. La risposta è stata negativa e, anzi, la protagonista della vicenda, una badante salvadoregna, è stata licenziata. Da qui la decisione di rivolgersi all'ufficio vertenze della Cgil che ha girato la pratica allo studio dell'avvocato Mario Berruti.
Nei giorni scorsi la buona notizia: il tribunale del lavoro di Brescia ha accolto favorevolmente il ricorso d'urgenza, ordinando il reintegro della donna «risultando sufficientemente dimostrata la natura discriminatoria del licenziamento».
Questa è solo una delle tante storie di colf e badanti alle prese con la le difficoltà a regolarizzarsi. Da un lato le pratiche burocratiche, dall'altro i costi della regolarizzazione. La sostanza è che in molte, anche dopo questa fase di questa regolarizzazione resteranno in nero e quindi clandestine. «Il dato bresciano è esemplificativo - ricorda il segretario organizzativo della Cgil di Brescia Damiano Galletti -: a oggi i moduli richiesti per la regolarizzazione sono 9mila e 7mila le richiesta effettivamente presentate, e questo a fronte di stime che parlano di circa 30mila badanti nella nostra provincia».
E così, dopo il 30 settembre, scaduti i termini, i lavoratori stranieri che vogliono sanare la propria posizione non potranno più ottenere i benefici e saranno perseguiti per il reato di clandestinità."

Fonte dell'articolo: ASGI

domenica 27 settembre 2009

Il Pianto ed il Riso – art. 5

INTERVISTA
a Serigne Babacar M'bow

In questa puntata vi propongo la l'intervista rilasciatami da Serigne Babacar M'bow, guida spirituale e promotore del progetto di sviluppo di N'dem, nel dicembre 2007.

Come ha preso forma il villaggio N’dem? Ci parli delle sue radici?

Innanzi tutto bisogna distinguere tra Dhara e villaggio di N’dem. Il villaggio di N’dem è stato il primo villaggio musulmano di tutta questa zona. In questa area, infatti, vi era una lunga tradizione pagana fino a quando mio trisnonno non fece conoscere l’Islam. Lui un giorno se né andò dal villaggio per tornarvi solo dopo 10 anni. Al suo ritorno gli abitanti lo risparmiarono da una severissima pena, grazie alla posizione influente della famiglia, consentendo a che vivesse ancora ma non più tra la gente del villaggio. Esiliato, creò una sua piccola comunità di discepoli creando un nuovo villaggio: N’dem. Ebbe molti figli e l’ultimo di essi, Maam Samba, è mio bisnonno. Grazie a lui N’dem ha acquisito un grande spessore spirituale perché egli era un grande religioso e un curatore. Egli curava le persone con turbe psichiche di natura spirituale e fu uno dei primi discepoli di Cheikh Ahmadou Bamba Mbackè (Serigne Touba), fondatore della Mouridya. Mio padre invece è partito per Dakar spezzando così la catena spirituale legata a N’dem. Io sono tornato per riprendere questa tradizione spirituale. Al mio ritorno ho trovato ancora numerosi discepoli di mio nonno e ciò ha facilitato notevolmente lo sviluppo del progetto economico sociale dell’Associazione dei Villaggi e l’opera religiosa del Dhara.

Qual’è l’organizzazione del Dhara? Come avviene la ripartizione dei lavori? Come si differenzia dall’organizzazione del Centro Mestieri?

Il Dhara si distingue dall’attività della Ong. Le attività all’interno del Dhara sono svolte dai discepoli, ovvero quello persone che stanno facendo una sorta di apprendistato spirituale. Uomini e donne vivono e lavorano in funzione delle esigenze della comunità del Dhara secondo regole e principi spirituali condivisi da tutti. Durante la stagione delle piogge ci si occupa del lavoro dei campi. L’agricoltura è la principale attività del Dhara, coltiviamo arachidi, miglio, fagioli e byssap. Nella stagione invernale, molto secca, l’occupazione principale è cercare il pascolo per gli animali, infatti alleviamo cavalli, mucche e montoni. Vi sono inoltre numerose piccole occupazioni relative alla vita nel Dhara, per quanto concerne l’organizzazione i discepoli fanno riferimento a me. Soxna Aissa, invece, si occupa dell’organizzazione dei lavori domestici all’interno del Dhara. Lei dispone i lavori di pulizie, la cucina, gestisce le spese della comunità e infine si occupa della conservazione e distribuzione dei raccolti. Tutte le persone che lavorano e vivono nel Dhara sono qui per un legame spirituale diretto con me. Il centro mestieri è organizzato in modo molto diverso. Vi è, infatti, del personale specializzato, scelto tra gli studenti di Dakar, che ricopre i ruoli di responsabilità e coordinamento nella produzione (un manager, un contabile, un responsabile di produzione, un responsabile dei partner esteri, un tesoriere). Ora io e Soxna Aissa ricopriamo solamente un ruolo di supervisione e consiglio.

In che modo viene gestito a N’dem l’ordine sociale? Come vengono risolte eventuali controversie? Come vengono accettate le decisione per il progetto sviluppo?

Ogni Atelier è autonomo e gestito indipendentemente. Vi sono riunioni tra i lavoratori per stabilire priorità e risolvere le questioni che possono sorgere. Inoltre, vi sono mensilmente delle riunioni tra i responsabili degli atelier della Ong. Eventuali problemi di contrapposizione e conflitto devono essere risolti in questi momenti. Se dovessero sorgere problemi molto gravi difficilmente risolvibili, io e Aissa possiamo intervenire eccezionalmente per cercare una mediazione e risoluzione pacifica della controversia. In tutti questi anni, comunque, non si sono mai presentate situazioni conflittuali gravi. Questo perché, anche al di fuori della comunità, è molto chiara l’etica del progetto di sviluppo. Sin dall’inizio abbiamo impostato i rapporti cercando un evoluzione sempre pacifica e democratica mirando a custodire con grande scrupolo i valori acquisiti con l’esperienza. Questi valori sono stati trasposti anche nella costituzione della Ong che ha reso ancora più chiari ed evidenti i momenti di concertazione.

Da un punto di vista prettamente formale, come sono regolati i rapporti di lavoro all’interno del Centro Mestieri? I dipendenti sono soggetti ad un contratto di lavoro secondo il diritto statale senegalese?

No, siamo molto dipendenti. Non vi sono relazioni formalizzate secondo il diritto nazionale. Nonostante ciò i rappresentanti dello stato, il prefetto ed il governatore, ci fanno visita molto spesso e sono molto felici dello sviluppo portato da questo progetto. Siamo molto indipendenti anche per quanto riguarda la questione fiscale. L’idea dei governanti è che a tutte le strutture e i servizi, che siamo riusciti a portare in questa zona, avrebbe dovuto provvedervi lo stato. Perciò il centro mestieri, grazie alla funzione sociale che svolge, non è soggetto a tasse di alcun tipo. La speranza, anche delle istituzioni, è che queste iniziative possano coinvolgere sempre più persone per diffondersi in altre zone del Senegal. Lo Stato ha anche investito a N’dem portando gratuitamente la linea telefonica, la linea elettrica e stipendiando l’infermiera del dispensario medico e gli insegnanti della scuola, incoraggiando così fortemente il progetto di sviluppo. Un giorno, quando sarà possibile, forse N’dem potrà pagare anche delle tasse ma per il momento siamo completamente autonomi.

Partendo da questa formale autonomia verso lo Stato, è possibile individuare la fonte dei diritti e doveri degli abitanti di N’dem? Qual è dunque l’ordine giuridico attuale?

In questa area il diritto islamico è molto forte e regola la maggior parte della vita delle persone. Esiste tuttavia una organizzazione amministrativa statale. Questi due caratteri si fondono insieme per costituire un sistema ibrido. Ogni villaggio, formato da circa 200-300 persone, è autonomo e ha un capo villaggio (Chief de Village). Solitamente questa carica è ricoperta dalla persona più anziana appartenente alla famiglia fondatrice del villaggio. L’insieme dei villaggi di una determinata zona sono sottoposti alla responsabilità della Comunità rurale al cui capo siede un presidente. Vi sono poi le amministrazioni del dipartimento ( con il suo Chief de Department) e della regione. Il prefetto è un’istituzione intermedia responsabile del territorio corrispondente a tre-quattro comunità rurali. l capo villaggio è il tramite amministrativo tra gli abitanti e lo stato. Si occupa infatti dell’organizzazione delle elezioni e del pagamento delle tasse allo stato . Tutti i villaggi intorno a N’dem sono musulmani e successivamente di confessione murid. Il dhara di N’dem è riconosciuto da tutta la popolazione ma questo non significa che tutti siano discepoli di Serigne Babacar. Vi sono molti maestri spirituali ed ognuno è libero di scegliere la propria guida senza legami preferenziali legati al territorio. Bisogna inoltre sapere che le regole di vita ed etica sociale non sono strettamente legate alla guida religiosa. Ad esempio, tutti i Bay-fall seguono la medesima condotta divita insegnata da Cheikh Ibrahima Fall. Questi principi sono la vera guida della popolazione e ad essi si devono conformare anche i governatori....

FINE PRIMA PARTE



sabato 26 settembre 2009

Giornalismo alla sbarra - Art. 11

Questo articolo sarà dedicato a "Il Fatto Quotidiano", il giornale che Mercoledi 23 settembre si è affacciato sulla scena nazionale e sembra aver subito raccolto consensi disparati.

Alle 8 di mattina "Il Fatto Quotidiano" non si trovava più. 100 000 copie divorate,e considerando anche i già 32000 abbonati preventivamente , è stato proprio un gran successo!

Neanche a dirlo, attese soddisfatte con un giornale non lungo, non prolisso, non noioso, e soprattutto non inutile.
Un giornale ricco di informazioni nuove, e non le solite minestre riscaldate degli altri giornali, notizie certamente scottanti, sorprendenti, altre notizie scioccanti, alcune quasi difficili da credere.

E' un quotidiano autofinanziato, che ha intenzione di fare piccoli grandi sforzi economici alla volta per gestire in maniera sempre migliore la diffusione e la divulgazione del giornale.

Ecco il motivo per cui sono partiti con poche copie e non sparse in tutta Italia.
Tra l'altro, ecco un motivo per cui si sono attivati subito a raddopiare la tiratura e a prorogare gli abbonamenti fino ad Ottobre.

E' forse uno di quei tipici segnali di un'Italia che non si piega, di un'Italia che è stufa, di quell'Italia onesta e benpensante che davvero ha superato ogni limite di sopportazione.
Ma come sempre queste persone verranno attaccate, ridimensionate, verranno insultate, e verranno addirittura colpite, tra denunce e colpi di scena.

Già hanno cominciato con Marco Travaglio il quale non volevano mettere sotto contratto per Annozero. Ma Santoro, imperterrito, lo avrebbe convocato alla puntata di apertura a qualsiasi costo.

Chi ha deciso di dare tanta fiducia ad un giornale di questo tipo non ha aspettato troppo tempo per dimostrare il suo affetto e la sua riconoscenza ad un gruppo di giornalisti che ogni giorno rischiano il loro lavoro per infami politici infastiditi dalle troppe verità pronunciate da costoro.

Oggi, più che mai, ci è stato offerto il modo di contribuire materialmente ed economicamente ad una piccola rivoluzione sociale, un modo per dimostrare la nostra disobbedienza di fronte al sistema che ha affondato le sue radici nella truffa e nell'inganno.

Oggi, più che mai, ci sono state date le possibilità di dimostrare che siamo un'Italia viva mentalmente e che ha voglia di cambiare.

Oggi, più che mai, è ora di abbonarsi o comprare il giornale, è ora di scandalizzarsi , è ora di ribellarsi.

Oggi, più che mai, è ora.

Servizi bancari e notizie economiche Art. 7

ANTITRUST: SACROSANTA MA IRRISORIA, LA MULTA DA 180.000 EURO A BNL PER PRATICHE SCORRETTE E RITARDI ( DI PRASSI NELLA CANCELLAZIONE IPOTECHE )

Sacrosanta,anche se irrisoria, la multa di 180.000 euro alla Banca Nazionale del Lavoro per "pratica commerciale scorretta", comminata dall’Antitrust in merito ai ritardi dell'istituto nella attuazione della procedura semplificata di cancellazione delle ipoteche.
Secondo le conclusioni dell'istruttoria avviata dall'Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato, Bnl ha cercato di aggirare la nuova norma sull'ipoteca del decreto sulle liberalizzazioni del 2007 o ritardando le risposte o omettendo di rispondere ai consumatori “ in modo da dissuaderli dall’esercitare i loro diritti”.
Rammento la circolare inoltrata dal presidente dell’Abi Faissola alle banche associate nel giugno 2007, poi fatta ritirare proprio dall’Antitrust, per contrastare le liberalizzazioni del ministro Bersani,dalla surroga dei mutui alla cancellazione automatica delle ipoteche,dalla simmetria dei tassi alla commissione di massimo scoperto che continua a gravare sui consumatori appesantendo il costo del credito.
Ma se l’Antitrust fa il suo dovere,sanzionando i comportamenti scorretti dei banchieri,cosa fa l’ufficio di vigilanza della Banca d’Italia, che avrebbe il dovere d prevenire frodi,truffe,abusi e pratiche commerciali scorrette del sistema bancario a danno dei consumatori ?

Servizi bancari e notizie economiche Art. 6

TERREMOTO: I BANCHIERI, VERI AVVOLTOI, LUCRANO SULLE DISGRAZIE.
COME FARANNO GLI AQUILANI A PAGARE INTERESSI ARRETRATI SUI MUTUI ?
Il governo che vanta meriti veri o presunti, strombazzando o reclamizzando le sue benemerenze auto celebrative a reti unificate sulla ricostruzione dei territori abruzzesi devastati dal terremoto, rischia di inciampare ancora una volta sulla rapacità dei banchieri, i veri ed autentici avvoltoi che volteggiano a volo radente sulle macerie non perdendole di vista, per speculare e guadagnare anche, soprattutto, dalle disgrazie umane.
Le banche operanti sui territori del sisma infatti, capeggiate dalla Cassa di Risparmio dell’Aquila diretta dal direttore Generale Tordera, stanno inviando lettere ai propri debitori per far pagare a tutti i clienti che hanno un contratto di mutuo, interessi relativi al periodo 6 aprile-31 dicembre 2009,ovvero quello di sospensione previsto dal “ decreto Abruzzo “
Chi ha un contratto di mutuo con capitale residuo tra 85.000 e 100.000 euro e che ha avuto la casa distrutta dal terremoto,dovrà mettere in conto pagamenti arretrati di interessi tra 2.400 e 3.000 euro,da corrispondere dal 1 al 15 gennaio 2010, soldi che –dicono gli sciacalli delle banche che si aggirano sulle macerie per non perdere di vista gli affari- devono essere pagati anche se il mutuo è stato sospeso, poiché il decreto Abruzzo non prevede il titolo gratuito. Banche che vantano di aver aiutato “tangibilmente le popolazioni terremotate”, con la “revoca dei fidi” e la “sospensione delle carte di credito” a cittadini che versano in gravose difficoltà economiche aggravate dalla disgrazia,invece di allungare la vita residua del mutuo mettendo in coda alle rate i 9 mesi arretrati ossia il periodo dal 6 aprile al 31 dicembre, come sarebbe sacrosanto per venire incontro ai terremotati senza perderci nulla visto che gli interessi continueranno a maturare,offrendo così la possibilità di ripresa a famiglie ed imprenditori, richiedono la corresponsione di tutti gli interessi maturati relativi al periodo di sospensione.Come faranno i cittadini terremotati indebitati con le banche che non sono ancora usciti dalla tremenda botta, a corrispondere gli interessi maturati dal 6 aprile al 31 dicembre 2009, in un contesto di gravissima crisi economica che ha messo in ginocchio le attività imprenditoriali, turistiche,famigliari ed artigianali ? L’ineffabile direttore generale della Carispaq, Rinaldo Tordera, invece di aderire alla moratoria sui debiti vantata dall’Abi ed offerta anche ai cittadini che non sono stati terremotati, afferma di aver messo a punto soluzioni alternative così “convenienti” ed “allettanti” che non prevedono l’allungamento della durata dei mutui, ma la possibilità di spalmare gli interessi in ben 72 mesi al tasso “irrisorio” del tre per cento, contro i rendimenti dei bot sottozero ed il tasso BCE dell’1%, per poterci così anche guadagnare!
Come tutti ormai sanno- dice Tordera «la nostra banca, proprio perchè è la "banca degli aquilani" si sta prodigando su molteplici fronti, con forti capitali, per sostenere iniziative finalizzate ad aiutare privati ed enti a risollevarsi dai guai creati dal terremoto. La situazione è molto difficile ma sono convinto che riusciremo a venirne fuori anche grazie a quanto sta facendo proprio la Cassa di Risparmio”. Carispaq sta facendo di tutto, ma come dimostra anche la nota sulle quattro soluzioni prospettate e pubblicate sul suo sito: “Modalità di pagamento delle rate sospese”,fa tutto eccetto che venire incontro alle famiglie per risollevarsi.

Servizi bancari e notizie economiche Art. 5

BANCHEHE: NON POSSONO FALLIRE PERCHE’ SI RIFANNO METTONDO SUL LASTRICO LA LORO CLIENTELA.
SBAGLIATA DIFESA D’UFFICIO DEL PREMIER BERLUSCONI.

E’ sbagliata la difesa d’ufficio fatta ancora oggi dal premier Berlusconi a favore delle banche, che non rispettano le leggi, come ha accertato nuovamente l’Antitrust sanzionando con una multa da 325.000 euro Intesa Sanpaolo per pratiche commerciali scorrette, mediante condotte dilatorie sulla cancellazione delle ipoteche.
Il premier che difende a spada tratta gli interessi delle banche, ricordando le varie misure intraprese dal governo a tutela del sistema bancario,contro la difficile congiuntura economica,a partire dalla finanziaria triennale e dal fatto che le banche non possono fallire, rimette il coltello nella piaga dell’accesso al credito negato a tante famiglie e piccole e medie imprese strozzate perchè senza santi in paradiso, oltre a contraddire il ministro Tremonti,non offre alcuna tangibile tutela ai diritti dei cittadini,ma un ombrello di protezione sulle malefatte dei banchieri.Banchieri che possono continuare a taglieggiare liberamente (perché autorizzati di nuovo dal Presidente del Consiglio), famiglie e piccole e medie imprese, costrette a pagare prestiti e mutui a tassi più elevati di quasi mezzo punto della media europea, mossi da un cinismo spregiudicato che invece di valutare con criteri di correttezza e trasparenza la meritorietà degli affidamenti, elargiscono con criteri amicali ai loro amici e sodali di Risanamento,per stringere i cordoni del credito alla gola della moltitudine dei richiedenti strozzati, ossia a quelle piccole e medie imprese, vera ossatura del Paese, che potrebbero aiutare la ripresa dell’economia.

giovedì 24 settembre 2009

Filo diretto con i Giovani - Art.10

Giovani spacciatori che si affacciano nel duro mondo della droga.

Speranze che si affievoliscono di fronte al guadagno pericoloso ma veloce.
Un commercio alternativo, indolore, che immediatamente gonfia le tasche.
Per i giovani del Sud, si sa, nulla di meglio per mandare avanti vite dubbiose, vite ai limiti della decenza, vite perdute, vite sull'orlo del baratro da tanto , troppo tempo.

Giovani spacciatori che dall'alto in basso dell'Italia si rifugiano nel commercio illegale.
Gente che non ha di meglio che offrire la propria esistenza a organizzazioni criminali più grandi di loro, i quali donano la loro vita ad un circuito economico-finanziario che produce introiti inimmaginabili.

La Camorra è l'organizzazione che più di ogni altra gestisce gli affari di droga, come ben ci dice Roberto Saviano nel suo libro.
E i "pali" e gli spacciatori, ovvero i livelli più bassi di tutto il Sistema, sono spesso giovani persi nella loro fragile esistenza.

Giovani spacciatori che non si danno tregua, che trafficano un prodotto che ha fini ben più ampi e svariati di quanto pensino loro.
La droga è diventata non soltanto mezzo di mero sballo , ma è diventata sostegno di lavoratori che non possono permettersi flessioni fisiche per obblighi lavorativi.

La droga è sostentamento senza tregue, è ausilio nei momenti peggiori, è linfa vitale.
Per i camionisti che non possono e non devono chiudere occhio, per gli informatici costretti a stare intere giornate sui computer e per tante altre professioni che girano attorno al mondo della droga.

Diventa quindi difficile per giovani scapestrati capire quale immenso movimento trasversale di soldi e di interessi si celi dietro il semplicissimo concetto di "spaccio", che, per qualche soldo in più, attira la peggio gioventù.

Come diceva Falcone:"Per capire che la droga è un'economia florida, pensate che mille lire investite il 1° settembre nella droga diventano cento milioni il 1° agosto dell'anno successivo"

Missione Pianeta Verde - Art. 11

La rubrica "Missione Pianeta Verde" si è, fino ad oggi, sempre occupata di questioni strettamente ecologico-ambientali senza mai toccare un altro ampio filone che mi ero preposto di affrontare in questa stessa rubrica e che merita di essere analizzato, approfondito e divulgato con maggiore frequenza: i diritti dell'Uomo.

"La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani fu adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948.

I trenta articoli di cui si compone sanciscono i diritti individuali, civili, politici, economici, sociali, culturali di ogni persona. Vi si proclama il diritto alla vita, alla libertà e sicurezza individuali, ad un trattamento di uguaglianza dinanzi alla legge, senza discriminazioni di sorta, ad un processo imparziale e pubblico, ad essere ritenuti innocenti fino a prova contraria, alla libertà di movimento, pensiero, coscienza e fede, alla libertà di opinione, di espressione e di associazione. Vi si proclama inoltre che nessuno può essere fatto schiavo o sottoposto a torture o a trattamento o punizioni crudeli, disumani o degradanti e che nessuno dovrà essere arbitrariamente arrestato, incarcerato o esiliato.
Vi si sancisce anche che tutti hanno diritto ad avere una nazionalità, a contrarre matrimonio, a possedere dei beni, a prendere parte al governo del proprio paese, a lavorare, a ricevere un giusto compenso per il lavoro prestato, a godere del riposo, a fruire di tempo libero e di adeguate condizioni di vita e a ricevere un'istruzione. Si contempla inoltre il diritto di chiunque a costituire un sindacato o ad aderirvi e a richiedere asilo in caso di persecuzione.
"
(tratto da http://boes.org/un/itahr-b.html)

Come punto di partenza vorrei proporvi i primi 3 dei 30 articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo:

(1)
"Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza."

(2)
"1) Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
2) Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico internazionale del paese o del territorio sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.
"

(3)
"Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona."

Credo sia fondamentale leggere e rileggere questi articoli dando loro un po' del nostro tempo. E' importante per capire se chi ci governa fa davvero un buon lavoro o va contro diritti umani spacciando le proprie azioni come questioni di sicurezza e di priorità e giocando sulle paure delle persone.

Per approfondimento:
- Dal sito di Amnesty International

martedì 22 settembre 2009

Ri-Passaparola - Art.13

Corte d'Appello su Dell'Utri e Avvocatura dello Stato. Due nomi, due misteri.
Da questi argomenti è composto l'appuntamento di ieri di Travaglio.

Quali sono i punti caldi delle due tematiche?
Per quanto riguarda la Corte d'Appello sul processo Dell'Utri, ci sono davvero grossi enigmi da decifrare. I tre giudici che fra poche settimane si chiuderanno nella Camera del Consiglio per decidere se colpevolizzare definitivamente il braccio destro di sempre di Berlusconi , hanno appena rifiutato di accogliere i nuovi indizi emersi dalla famosa lettera pubblicata da fratellipolemici a suo tempo e dalle dichiarazioni scottanti che Ciancimino jr. ha lasciato ai pm in questo periodo.

Le motivazioni, che ora vi riporto, lasciano piuttosto perplessi per la loro effettiva contradditorietà.
"l’esame del frammento di foglio sequestrato il 17 febbraio 2005 in un locale nella disponibilità del Ciancimino e l’esame del contenuto dei verbali, relativi agli interrogatori da questi resi il 30 giugno e il 1 luglio 2009 al Pubblico Ministero di Palermo non consentono di ritenere che, le indicazioni fornite sul posto, della richiesta di acquisire questi elementi, pur suscettibili di ulteriore approfondimento nell’ambito dell’indagine condotta dalla Procura, siano allo stato connotate dai requisiti di specificità, utilità e rilevanza necessari per l’accoglimento dell’istanza”.
"dall’esame dei verbali di interrogatorio di Ciancimino emerge una continua e non sempre sanata contraddittorietà delle dichiarazioni rese dal Ciancimino"
" considerato che Ciancimino tra l’altro ha ammesso di non conoscere gli sviluppi e gli esiti della vicenda"
"rilevato, pertanto, che dall’esame del contenuto degli unici verbali emerge un quadro confuso e contraddittorio, questa Corte non può compiutamente valutare l’utilità e la rilevanza del mezzo di prova, rispetto alle accuse formulate a carico dell’imputato"
La vera contradditorietà sta nel fatto che questi giudici affermano tesi che loro per primi dovrebbero appurare essere vere o meno. Chi meglio di loro potrebbe comprendere e davvero Ciancimino dice il vero o meno? Chi meglio di loro potrebbe porovare a scovare eventuali reali contraddizioni nei racconti di Ciancimino?
Come possono dei giudici ritenere inutile e non rilevante una lettera e delle dichiarazioni nelle quali il loro imputato è pesantemente coinvolto?
Auspichiamoci che questa grossa cantonata che stanno prendendo i giudici non diventi galattica emettendo strane sentenze definitive.

Per quanto riguarda l'avvocatura dello Stato, il discorso è ancora più esilarante , tragicomico come al solito.
L'Avvocato che dovrebbe difendere le leggi dello Stato si è presentato alla Corte Costituzionale in difesa del lodo Alfano, e cioè di Berlusconi, affermando che se venisse bocciata la legge si rischierebbero le dimissioni del Presidente del Consiglio.
Intanto, questo avvocato di nome Glauco Nori ha confermato tutte le certezze che già vagheggiavano tra gli oppositori al lodo: è una manovra pro-Berlusconi ed unicamente per la sua sicurezza lontana dai processi.
Ha pero' avanzato un'ipotesi davvero troppo rosea, pure per chi è ottimista dalla nascita. Infatti , le dimissioni di Berlusconi dopo una possibile bocciatura del lodo sono una speranza che in tanti coltivano da tantissimo tempo ma, ahinoi, il Cavaliere ha ben altri progetti e in momenti molto più cupi è rimasto saldamente al comando della sua truppa.

Mai lo ha fatto, figurarsi di sti tempi.
Cio' che più preoccupa Travaglio e spero tutti noi è il fatto che oramai si uniscono molto facilmente Stato e Berlusconi. Il signor Nori va a difendere lo Stato, e in realtà parla di Berlusconi.
Piccole e grandi sfumature che pesano sulle spalle della nostra democrazia.

Un finale positivo viene riservato a questo Passaparola poichè, come sapranno lettori abituali sia di fratellipolemici sia di Travaglio, domani 23 settembre uscirà la prima edizione de "Il Fatto Quotidiano". Un giornale autofinanziato che ha raggiunto da pochissimo i 30000 abbonati e che ha tutte le intenzioni di porsi davvero all'opposizione.
La distribuzione, appunto per ragioni economiche, è momentaneamente rivolta ai grandi centri urbani italiani, augurandoci una crescita e un conseguente ampliamento delle zone di diffusione del giornale.

Per gli abbonati invece, come noi di fratellipolemici, sarà un piacere godere finalmente di un quotidiano che saprà raccontarci quelle verità che fanno digerire male, ma fanno riflettere tanto.

Un giornale serio al giorno toglie l'ignoranza di torno.

Ri-Passaparola

Immagine tratta da www.lecentocitta.it e fotomontata da fratellipolemici.

lunedì 21 settembre 2009

Video della settimana precedente (14-20 settembre)



Descrizione video:

Dario Fo parla della disinformazione dei giorni nostri.

Il Pianto ed il Riso – art. 4

IL PROGETTO

E’ giunto il momento di parlarvi dei progetti per il futuro di N’dem, o meglio del PROGETTO!

IL PIANTO – L’associazione dei villaggi di N’dem, come già sapete, è un esempio significativo di auto sviluppo locale in Africa. Nel corso degli anni, anche grazie agli amici europei di Babacar e Aissa, si sono soddisfatte le prime necessità, dando una risposta concreta alle esigenze essenziali. Da un punto di vista economico e contabile, il motore pulsante dello sviluppo di N’dem non sono però gli aiuti, le donazioni provenienti dall’Europa. Siamo innanzi, infatti, ad un grande sforzo collettivo per l’autosviluppo. L’intera economia di queste persone è infatti retta ed autoalimentata dai ricavi del Centro Mestieri. Gli Ateliers d’artigianato, infatti, oltre a dare lavoro a più i trecento persone, fungono da garanzia economica per l’erogazione dei servizi a circa 4800 abitanti. In sostanza, la scuola,la mensa, l’ambulatorio e molte altre attività sono possibile grazie alla ricchezza prodotta dall’artigianato. Questi meravigliosi prodotti ( il catalogo è visionabile qui: http://www.maam-samba.com/ ) vengono collocati perlopiù nel mercato internazione del commercio equo-solidale. I prodotti N’dem appartengono cioè alla rete del mercato alternativo che si propone di sostenere i produttori del sud del mondo.

Al tempo della crisi internazionale, però, anche questa nicchia di mercato sostenibile si trova ad affrontare alcuni contraccolpi, più o meno traumatici nelle diverse aree del mondo. Il centro mestieri di N’dem, purtroppo, si trova in una prospettiva economica molto negativa causata da un taglio delle esportazioni che supera l’80 %. L’artigianato prodotto non è certamente collocabile tra i beni di prima necessità, pertanto, il consumatore europeo, spaventato dalla congiuntura economica negativa, non esita a rinunciare a queste poco pubblicizzate bellezze.

Considerate le interazioni dei diversi settori del progetto di sviluppo di N’dem, l’instabilità dell’artigianato ricade inevitabilmente sulla qualità e sui servizi erogabili. In questi ultimi mesi gli ultimi fondi sono stati impiegati per garantire il servizio di mensa, basilare per promuovere la scolarizzazione, ma purtroppo in futuro non sarà più possibile provvedere a queste necessità, come nemmeno all’ambulatorio medico e alla maternità.

IL RISO – Il momento è certamente di grande difficoltà, ma ancora una volta Aissa e Babacar indicano il miraggio alla propria carovana. Per fronteggiare questo momento di crisi hanno ideato un nuovo piano per promuovere i prodotti artigianali dell’Ong di N’dem. L’idea di fondo è quella di invertire la tendenza alle esportazioni, per non dover dipendere ancora una volta dai mercati europei, creando così una rete di commercio nazionale. Il punto centrale del progetto è la creazione di uno spazio di commercio equo e solidale a Dakar, in Senegal.

Dalla richiesta di aiuto degli abitanti di N’dem è nata l’idea di appoggiare questo progetto di rilanci dell’autosviluppo di N’dem attraverso una raccolta fondi.

L’Associazione culturale Ishtar (www.ishtarvr.org) , il Comitato Mag per la Solidarietà Sociale e la Cooperativa Chicomendes (www.chicomendes.it, che commercia in Italia prodotti dell’Altromercato, tra i quali anche quelli di N’dem) si sono unite per sostenere l’importante progetto di rinascita, divenendo così i partner italiani per il progetto di creazione del negozio “Maam-samba” a Dakar.

Rispetto all’attuale minaccia rappresentata dalla grande crisi economica internazionale che rischia di mettere in ginocchio un progetto di sviluppo che ha visto la sua crescita nell’arco di vent’anni, oggi in situazione di grande fragilità, intravediamo nell’apertura della boutique Maam Samba la sola soluzione possibile per una ulteriore autonoma prospettiva di consolidamento.

Sosteniamo l’Autoimpiego

nella Tessitura, nell’Artigianato e nell’Agricoltura Senegalesi


Contribuiamo


ai Progetti Sociali della ONG di Ndem:

Mensa Scolastica – Sportello Microcredito – Centro Professionale

Per donazioni

C/C dedicato IBAN IT33V051881172300

0000009086BANCA POPOLARE Ag.Stadio

Maggiori informazioni specifiche sul progetto:
http://rapidshare.com/files/282813426/Brochure_PROGETTO_NEGOZIO-NDEM.pdf.html

Appuntamenti della settimana (21-28 settembre)

fratellipolemici - settimana numero 13

Lunedì 21
- "Video della settimana precedente" scelto dai fratellipolemici
- "Passaparola" in diretta con Marco Travaglio, ore 14:00
Martedì 22
- "Ri-Passaparola" , a cura di Franck
Mercoledì 23
- "Missione Pianeta Verde" , a cura di Alain
Giovedì 24
- "Meet...Mitumba", a cura di Linda
- "Filo diretto con i giovani", a cura di Franck
Venerdì 25
- "Pensare globale, Agire locale" , a cura di Alain
Sabato 26
- "Giornalismo alla sbarra", a cura di Franck
- "Servizi bancari e notizie economiche", a cura di Massimo
Domenica 27
- "Il Pianto ed il Riso", a cura di Daniele
- "Appuntamenti della settimana 28.09.09-04.10.09", a cura di Alain

sabato 19 settembre 2009

Servizi bancari e notizie economiche Art. 4

PADANIA LADRONA – L’ULTIMO ATTO DI CREDIEURONORD, L’EX BANCA DELLA LEGA: IL LIQUIDATORE CEDE GLI ASSET AL BANCO POPOLARE PER 1,6 MLN – FINE INGLORIOSA DEL FIORE ALL’OCCHIELLO DELLA FINANZA DEL POPOLO DI BOSSI
Sergio Rizzo per il "Corriere della Sera"Unmilioneseicentomilacinquecentosessantaquattro euro.
C'era scritta questa cifra sull'assegno che il 4 giugno Alberto Gasparri, alto dirigente del Banco Popolare, ha consegnato a Marcello Sala, il liquidatore della Euronord holding.
Oggetto: l'acquisto di quello che resta dei beni aziendali della piccola società finanziaria in liquidazione.
Un appartamento di quattro stanze a Bergamo con box, alcuni crediti fiscali e una serie di contenziosi attivi del valore stimato, insieme al non meglio specificato «avviamento commerciale», in un milione 100 mila euro. Totale: 1.600.564 euro. Una società piccola, la Euronord holding, ma con un pedigree ingombrante.Fino alla primavera del 2004 si chiamava Credieuronord ed era da tutti conosciuta come la banca della Lega di Umberto Bossi. Quando era nata il leader del Carroccio in persona ci aveva messo la faccia come testimonial per radunare l'azionariato popolare. La frase che campeggiava sul manifesto con il volto sorridente del senatùr diceva: «Anche io sono socio fondatore della CrediNord. E tu?» Ma qualche anno più tardi molti di quelli che ci avevano messi i soldi avrebbero distribuito volantini con l'eloquente immagine di un pollo spennato e la didascalia “ Azionista Credieuronord “.Era successo che la piccola banca di tre sportelli, nel cui consiglio sedevano anche alcuni pezzi da Novanta del Carroccio, a causa di alcune operazioni scriteriate aveva accumulato 8 milioni di perdite e 12 milioni di sofferenze su 47 di impieghi. «Siamo state vittime e non cause di quella vicenda», avrebbe detto in seguito l'attuale ministro leghista Roberto Calderoli.Sull'orlo del crac, la banca aveva però trovato un possibile salvatore: Gianpiero Fiorani. Con l'appoggio del governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio il capo della Popolare di Lodi si apprestava a conquistare l'Antonveneta. Ma l'operazione era contrastata anche politicamente. Sull'onda degli scandali Cirio e Parmalat, in particolare, la Lega non dava tregua a Fazio. Finché Fiorani non si offrì di togliergli le castagne dal fuoco.L'accordo venne siglato fulmineamente alla fine dell'estate del 2004. La Popolare di Lodi avrebbe rilevato prima di tutto i tre sportelli. Successivamente la denominazione di Credieuronord sarebbe stata cambiata in Euronord holding per arrivare entro fine 2005 alla fusione di questa scatola in Reti banie holding, la subholding quotata del gruppo lodigiano.Qualcosa, però, andò storto. L'ormai famosa estate dei «furbetti del quartierino» travolse Fiorani e Fazio. Mentre buona parte dei 2.850 soci che avevano messo soldi nella Credieuronord era già sul sentiero di guerra, i nuovi vertici della Popolare di Lodi (Piero Giarda e Divo Gronchi) decisero di non dare più corso alla fusione. E la situazione precipitò, fra rabbiose proteste della base e cause legali. Inevitabile, a fine 2006, la dolorosa scelta di mettere in liquidazione il sogno della banca padana. Con tanto di promesse dello stato maggiore leghista.«I soci non perderanno una lira», promise Bossi a Pontida. E Calderoli lanciò l'autotassazione dei responsabili politici del partito, dai parlamentari ai sindaci. Il 18 dicembre 2008 il presidente del comitato di soccorso dei soci Euronord holding, Bruno Caparini (padre del deputato leghista Davide Caparini) annunciava per Natale i primi risarcimenti a 1.069 dei 1.800 soci che ne avevano fatto richiesta.Giusto un mese prima che (il 27 gennaio 2009) il comitato di gestione del Banco popolare deliberasse l'acquisto dei beni aziendali della ex banca padana in liquidazione, formalizzato poi il 4 giugno. Quasi una replica dell'operazione sfumata fra il 2005 e il 2006, perché l'acquirente altro non è che il risultato della fusione fra Popolare di Novara e Verona e Popolare di Lodi. Con una notazione d'obbligo: la banca che ha acquistato ciò che resta della Euronord ha chiesto e ottenuto 1,45 milioni di Tremonti bond, i prestiti messi a disposizione dal governo per consentire alle banche di fronteggiare gli effetti della crisi finanziaria.

Giornalismo alla sbarra - Art.10









E' forse possibile che nella televisione italiana tutte le notizie e rivelazioni riportate nei tre video soprastanti non si siano mai viste né sentite?

E' forse possibile che il programma francese "L'Objet du Scandale" abbia qualche giorno fa intervistato la escort Patrizia D'Addario , mentre qui in Italia il bisogno di delucidazioni non sorge da parte di nessuno?

In Spagna e Francia nasce la necessità di interrogarsi e di voler capirne di più su cio' che accadde in quelle notti di novembre, sulle promesse del Presidente del Consiglio, sui suoi rapporti con Tarantini, sulla sua effettiva idoneità a ricoprire certe cariche istituzionali. Qui in Italia silenzio tombale, tra dichiarazioni shock dell'avvocato più esilarante d'Italia, Ghedini si intende, e di tutti coloro che ritengono questa storia semplice "gossip".

"Col termine gossip (che l'italiano ha preso in prestito dall'inglese) si intende il pettegolezzo nei confronti dei VIP e dei personaggi dello spettacolo.
Il termine invece non va confuso con il genere giornalistico denominato cronaca rosa, che è una derivazione della letteratura rosa. Si usa il termine "pettegolezzo" (cioè gossip) quando due persone comunicano tra di loro dal vero, in un luogo reale. Ovvero senza l'intermedazione di un mezzo di comunicazione di massa." ( da Wikipedia)

Questa è la definizione di gossip, ma sarà chiaro a tutti che gli affari privati di Silvio Berlusconi hanno grosse differenze. Le promesse di candidare la signora d'Addario ha ben poco a che vedere col gossip, e né tanto meno questo rapporto ambiguo e misterioso di Berlusconi con Gianpaolo Tarantini.

Inoltre, un terzo grosso problema è rappresentato dalla credibilità sempre più risibile del Presidente del Consiglio, il quale ha perseverato nel dire bugie in barba all'onestà intellettuale che si deve a qualsiasi uomo potente e importante.

Come sempre, è giusto rammentare quelle parole tanto vere quanto dolorose pronunciate da Veronica Lario, ormai ex moglie del Cavaliere.


Sante parole. E preoccupanti.

venerdì 18 settembre 2009

Pensare Globale, Agire Locale - Art. 8 e Art. 9

Articolo 8 - Il parcheggio a Verona


Aspettando che l'Uomo si decida a ridurre gli autoveicoli in circolo nelle strade, o che per lo meno ne migliori/cambi la tecnologia o le modalità per far diminuire traffico, smog ed inquinamento acustico, ci troviamo e ci troveremo sempre di fronte al grosso problema del parcheggio. Trovare un posto auto, soprattutto nei centri abitati, è spesso una problematica non indifferente, specie nelle serate ricche di eventi e manifestazioni.

Sul sito del Comune di Verona è possibile trovare un aggiornamento in tempo reale sulle disponibilità dei vari parcheggi nella città di Verona. Utile direi. Alcuni di questi sono liberi, la maggior parte a pagamento. Se a questi aggiungiamo i posti che si trovano direttamente per le vie della città sembrerebbe plausibile credere che ci sono parcheggi a sufficienza per far fronte alla richiesta di cittadini e turisti.

Peccato che girando per le vie del centro, zona via Valverde-via Marconi, ci si renda conto che la questione parcheggio è tutt'altro che la descrizione di un semplice flusso di macchine uscenti ed entranti, senza attese, senza soste in doppia fila.




Ho notato che non esistono, o quando esistono vengono poco usate, aree di carico-scarico vere e proprie per trasporto merce. E' così che spesso e volentieri mi sono ritrovato di fronte a scenari di questo genere:


Chi volesse segnalare "parcheggi selvaggi" come quelli che vedete in queste foto scriva pure a fratellipolemici@gmail.com inserendo nome, provenienza (quartiere, borgo, paese) e foto. Se le partecipazioni saranno molte credo ci possano essere le condizioni per fare reclamo al comune di verona.

Articolo 9 - L'arte dissacrante

Un articolo apparso sulla versione online de "L'Arena", dal titolo "Tosi contro il dipinto di Veneziano - «Un'opera chiaramente blasfema»", mi ha fatto riflettere ancora un po' sulla tematica arte-satira-censura.

Dopo la denuncia contro Paunescu, il sindaco di Verona Flavio Tosi ritorna all'attacco delle arti oltraggiose e questa volta, vittima delle sue critiche, è stato il quadro definito "blasfemo" di Giuseppe Veneziano. Il quadro rappresenta la Madonna e Gesù bambino, che però viene dipinto con i tratti somatici di Hilter. Non a caso il titolo dell'opera è "La Madonna del Terzo Reich".

Veneziano ha sempre dipinto con questa vena ironico-provocatoria ed ha spesso rappresentato personaggi storici del presente e del passato in ambiti di fede e non.
Tosi, però, non ha gradito il cattivo gusto del pittore e ha esternato il suo disappunto parlando di "un'opera blasfema", "un'opera che offende la religione cattolica". Se fosse dipeso da lui, quel quadro sarebbe stato coperto, censurato.

Ma quindi mi e vi chiedo: quando è giusto censurare l'arte? Sia essa musica, cinema, pittura, poesia, satira ecc...

Io credo che non si debba mai censurare quando l'opera rappresenta l'elaborazione critica di un fatto, personaggio o di un'ideologia. L'arte, fin dai tempi antichi, ha sempre fatto emergere i tabù della società spalancando le porte alla libertà di espressione.

Aforismi sull'Arte...

Albert Camus:
L'arte contesta il reale, ma non vi si sottrae.
Paul Gauguin: L'arte è o plagio o rivoluzione.
Ugo Foscolo: L'arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentare con novità.
La satira è una forma libera del teatro che storicamente e culturalmente
, ricorda Luttazzi," risponde ad un'esigenza dello spirito umano: l'oscillazione fra sacro e profano"

giovedì 17 settembre 2009

Meet....Mitumba - Art. 8

Ricordo che un giorno,durante una delle nostre riunioni qualcuno disse che sperava che l'anno dopo non ci fosse più bisogno dell'associazione Mitumba: questo significherebbe infatti che la baraccopoli kenyota non è più tale e che i suoi abitanti hanno finalmente la possibilità di una vita e pure dignitosa.
Aspettando e sperando che ciò avvenga veramente a Mitumba, mi ha dato nuovo incoraggiamento la notizia di ieri, che annuncia: " Kenya: promised land for Kibera residents". In altre parole ai residenti di Kibera (stimati intorno al milione), il più grande slum
sub-Sahariano
, saranno fornite nei prossimi 5 anni delle piccole case che sorgeranno nelle vicinanze dell'attuale baraccopoli. Le condizioni all'interno dello slum, in quegli ammassi di fango che si fingono case e lamiere che si fingono tetti ci sono noti..per i loro residenti sarà dunque un bel passo in avanti avere acqua, elettrictà e condizioni igieniche migliori. Questo progetto di "promozione" della zona è portato avanti dal Governo stesso in collaborazione con United Nations Centre for Human Settlement (UN- HABITAT). Oltre ai miglioramenti degli standards di vita, è molto importante come i lavori di costruzione diano occupazione agli abitanti stessi di Kibera.
Nota negativa e che spesso ignoriamo è che per qualcuno, bella o brutta ormai quella è la sua vita, la sua casa e cambiare diventa un atto di forza non voluto: i Numbians si proclamano gli originari abitanti di Kibera e hanno paura a lasciare lo slum. Temono in questo modo di perdere le proprie tradizioni e che la vita nelle nuove case sia per loro, abituati a vivere con meno di un dollaro al giorno, inaccessibile.


P.S.: "Ogni dimora è un candelabro dove ardono in appartata fiamma le vite."
(J. L. Borges)

Filo diretto con i giovani - Art.9

"MILANO, 20 APR - Per festeggiare i 10 anni, Mtv Italia ha commissionato un sondaggio sui giovani per vedere come sono cambiati nell'ultimo decennio. Tra i dati piu' significativi la loro ansia per il futuro (29% rispetto all'11% del '97) e il ritenere inaccettabili alcuni fenomeni come prostituzione, adozione da parte di genitori gay, aborto, immigrazione e omosessualita'. Questi ragazzi dai 14 ai 24 anni compongono la 'generation me' e cercano stabilita' nella famiglia, nello studio e nel lavoro."

Cosi recita un recente studio fatto da Mtv per testare le preoccupazioni e le paure dei giovani.
Risultati, sicuramente scadenti.

E' più di un sondaggio questo, seppure con la sua fragile verità dovuta sicuramente ad un campione ristretto, evidenzia tutte le ignoranti convinzioni che animano i ragazzi di oggi.

Oramai, l'aborto, l'immigrazione e l'omosessualità vengono ritenuti fenomeni innaturali da combattere.

Con qualche documento vorremo, noi di fratellipolemici, far capire per l'ennesima volta che queste paure sono dettate da ignoranza e disinformazione.

ABORTO: Questo documento potrebbe bastare a far capire quali siano le grosse bugie che vengono dette a tal riguardo, e soprattutto il fatto che molte persone, vedi ROccella e Morresi nell'articolo, usino dati in maniera confusa a disordinata arrivando a conclusioni errate.

IMMIGRAZIONE: In questo caso due documenti credo siano interessanti per far comprendere che la paura e la chiusura rappresentano il primo scoglio insuperabile per immergersi in una serena convivenza e in una crescita costruttiva tra uoini; il primo documento è strettamente scientifico, e riguarda l'aumento migratorio in base a dati scientificamente provati, dimostrando essere l'immigrazione un fenomeno PURAMENTE naturale.
Il secondo documento è più riflessivo e sicuramente espone in maniera molto chiara cosa sia l'immigrazione.

OMOSESSUALITA': Su questo argomento , se anche riportero' chiarissime parole a riguardo, mi piacerebbe non si ponesse neanche più , né il dubbio, né tanto meno la sola idea che ci possano essere reali differenze tra omosessualità ed eterosessualità.
Spero vivamente che questa tendenza cambi presto e che i giovani ritornino a ragionare con la propria testa, non facendosi influenzare da idiote ideologie puramente politiche e demagogiche.
Detto cio', vi lascio a queste parole:
"Essere omosessuali - ha spiegato Forcano - non dipende dalla propria volontà. L'omosessualità è una forma sessuale che emerge nello sviluppo della persona". È semplicistico ridurre la sessualità umana ad "un mondo bipolare, assolutamente contrapposto": il maschile e il femminile. "La mascolinità e la femminilità pure non esistono. Esistono persone che, all'interno della loro predominante forma maschile o femminile conservano anche elementi e contenuti del tipo opposto". Dimenticare questo aspetto della bisessualità umana - nota il teologo - ci porta a "posizioni semplificate e tranquillizzanti che inducono a condannare come "contra naturam" gli omosessuali". Né si può dire che l'eterosessualità, "per essere maggioritaria, sia corretta e l'omosessualità, per essere minoritaria, deviata e quindi, eticamente riprovevole". "Il fatto stesso dell'omosessualità, non proverebbe ipso facto che sia immorale, ma solo diversa. E se l'agere sequitur esse (l'agire segue l'essere) l'omosessuale agirebbe bene assecondando personalmente le esigenze della sua natura, senza che nessuno possa obbligarlo a che, contra naturam, si comporti eterosessualmente".
"Nell'ipotesi che l'omosessualità sia naturale, - aggiunge Forcano - io mi rifiuto di ammettere che Dio l'abbia voluta stabilire come una tendenza (pulsione e atti concreti inclusi) perversa e sono incline ad ammettere che la sessualità umana, biofisicamente parlando, non è solo eterosessuale ma anche omosessuale"



Parole di un teologo.

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