Un articolo apparso sul "The New Yorker", scritto da Elizabeth Kolbert e tradotto e trascritto da l'Internazionale (numero 810, è quello di questa settimana), riporta:
"James Hansen è uno dei climatologi più importanti al mondo. Ha denunciato i rischi del riscaldamento globale nel 1981. Poi ha aspettato quasi trent'anni che i politici intervenissero. Alla fine ha deciso di impegnarsi in prima linea."
Il lungo articolo in questione tratta della vita di Hansen, della consapevolezza scientifica del riscaldamento globale e dell'azione attraverso laquale adoperarsi per una sensibilizzazione politica e generale sul cambiamento climatico del nostro pianeta.
"Basandosi sui suoi ultimi modelli e sulle osservazioni fatte da altri scienziati, Hansen è arrivato alla conclusione che il rischio del riscaldamento globale è molto più grave di quanto aveva immaginato."
James ha deciso di non "nascondersi dietro le nuove generazioni" e di partecipare attivamente alle manifestazioni contro le centrali a carbone, contro i "treni della morte" (treni merci che trasportano carbone) e a favore degli attivisti che, in giro per il mondo, esigono un pianeta verde, un pianeta ecologico. Si occupò soprattutto di Venere e delle sue nubi prima di passare allo studio del pianeta Terra, correva l'anno 1978. Dopo le scoperte legate ai danni causati dai gas serra, prodotti dall'uomo, sull'atmosfera, Hansen cercò di studiare più approfonditamente l'argomento:
"Così decise di modiicare un programma informatico che era stato creato per le previsioni meteorologiche e provò a usarlo per fare delle proiezioni. Cosa sarebbe successo alla Terra se, per esempio, i livelli di gas serra fossero raddoppiati?"
"Nel 1981 diventò direttore del Giss. In un articolo pubblicato quell’anno sulla rivista Science prevedeva che il decennio successivo sarebbe stato straordinariamente caldo, e in effetti lo fu. E che gli anni novanta sarebbero stati ancora più caldi: anche questa previsione si è avverata. Inine, diceva che entro la fine del ventesimo secolo dal “rumore” della normale variabilità del clima sarebbero emersi i primi segnali di riscaldamento globale. E anche questo è successo davvero."
Dal 1981 in poi, Hansen azzecca tutti i pronostici (vincendo anche delle scommesse con i colleghi scienziati) sul clima, rendendo le sue previzioni sempre più precise grazie a modelli più accurati e guadagnandosi la fama che oggi conosce in tutto il mondo. Dopo quelle previsioni J.H. viene regolarmente chiamato a testimoniare davanti al congresso e lui, in cambio aspetta regolarmente che la politica si decida a cambiare qualcosa. Qualcosina si muove nel 1987, quando un trattato internazionale prevede di ridurre i clorofluorocarburi (gas serra) e la loro graduale eliminazione.
"Durante l’amministrazione di George W. Bush, Hansen credeva ancora che bastasse mettere a conoscenza dei fatti le persone giuste."
Dopo vari incontri avvenuti con Dick Cheney, funzionari dell'amministrazione, la Casa Bianca, il presidente del consiglio durante i quali J.H. esponeva i rischi ambientali dovuti al riscaldamento globale, nel 2005, l'amministrazione vietò al Giss di pubblicare sul proprio sito i dati mensili sulle temperature, con la scusa che l’istituto non aveva rispettato i protocolli e vietò a Hansen di farsi intervistare..
"E a un certo punto ha deciso che tutte le sue ricerche non sarebbero servite a nulla se non si fosse impegnato anche in politica"
Hansen inizia ad inviare lettere personalmente a tutti i maggiori esponenti della politica nel mondo: Gordon Brown, Yasuo Fukuda, Barack Obama. Ma non se ne è saputo più nulla ed ha cominciato a perdere la fiducia anche nella nuova amministrazione americana. James non si dà per vinto e abbraccia l'idea di informare, mediante conferenze, il maggior numero di persone possibile e di tentare di far scattare in loro la scintilla dell'attivazione politica e dell'impegno ambientalista per il pianeta.
"L’unico modo per difendere quest’assurdità”, ha scritto Hansen a proposito del cap and trade, “è dire: ‘D’accordo, è inutile, ma ormai il treno è partito’. Se il treno è partito, sarà meglio che deragli al più presto, altrimenti il pianeta, e tutti noi, saremo nei guai ino al collo."
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mercoledì 2 settembre 2009
Missione Pianeta Verde - Art. 8
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