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A cura di fratellipolemici:
"Video della settimana precedente"

Buona lettura
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lunedì 31 agosto 2009

Video della settimana precedente (24-30 agosto)



Link all'articolo della Repubblica: LINK
Link all'articolo di Informazione Libera su facebook: LINK

Questioni migranti - art. 5

Centri di identificazione ed espulsione

Agosto è stato segnato dalle proteste dei detenuti degli ex-CPT, proteste legate alla norma che, all'interno del pacchetto sicurezza, permette di allungare i tempi massimi di detenzione nei CIE, dai precedenti 2 mesi agli attuali 6 mesi. Considerando il fatto che normalmente una persona viene identificata nei primi 15 giorni o non viene identificata (non si riesce ad identificarla), questa norma implica, da un punto di vista meramente finanziario, dei costi maggiori a fronte di benefici praticamente nulli.

Ad ogni modo, dopo le numerose rivolte registratesi nell'ultimo mese nei Centri di Identificazione ed Espulsione, ha ancora più senso interrogarsi sul senso della costruzione di un CIE nella Provincia di Verona.

A sentire Flavio Tosi ed il Ministro Maroni, sembra addirittura sia cosa fatta: il centro dovrebbe essere istituito a Bovolone.

Rimanendo sui problemi pratici, il SIULP sottolinea che l'attuale carenza endemica di personale carcerario implica che con tale apertura, ci sarebbe anche la necessità di reperire un organico consistente per la sua gestione.

Dal punto di vista dei diritti umani, e più profondamente, ha senso chiedersi su quali basi abbiamo noi il diritto di recludere persone non ancora identificate (e che su tali basi, non hanno ancora compiuto reato o non possiamo dimostrare che essi lo abbiano commesso, che giuridicamente è la stessa cosa).

Io trovo umanamente degradante, come popolo italiano, la gestione dell'immigrazione irregolare in questo Paese. Come diceva Hannah Arendt, necessariamente in tempi non sospetti, in Le Origini del Totalitarismo, tutti i casi in cui una persona vede migliorare, anche temporaneamente, la propria posizione giuridica dall'aver compiuto un reato comune, come un piccolo furto con scasso, si può esser sicuri che egli è stato privato dei suoi diritti umani. Ciò avviene sistematicamente alle persone sprovviste di documenti nel nostro Paese.

Si parla di immigrazione irregolare come se fosse esclusivamente un problema di ordine pubblico, quando è invece, prima di tutto, un problemi di diritti umani.

News on it: La Stampa, Corriere, Terra

Il Pianto ed il Riso – Art.1

Il miraggio di N'dem

IL PIANTO - Ci sono voluti migliaia di anni ma siamo stati in grado di sovvertire anche il sentire più antico e naturale, quel sentire che i
marinai hanno trasformato in un codice d’onore che se violato copre di vergogna e disonore. “Uomo in mare!” – gridava la vedetta del veliero e da quel momento non c’era un solo marinaio che non mettesse anima e corpo per salvare lo sfortunato simile in balia delle onde. Non importava chi fosse, avventuriero o pescatore, contrabbandiere o pirata, all’uomo in mare si tendeva la mano quasi per testimoniare la solidarietà umana per la natura avversa o forse, più semplicemente, perché il giorno seguente sarebbe potuta toccare a chiunque la medesima sorte.

Affrontare un tema così complesso come l’immigrazione sembra autorizzare politici e analisti ad adottare i punti di partenza più svariati, che sovvertono causa ed effetto e che spesso tralasciano il macroscopico risultato: siamo innanzi ad una costante carneficina di esseri umani, un macabro spettacolo di cui siamo spesso inerti testimoni. Uno scempio che va fermato.


Nessuna strada ha mai condotto nessuna carovana

fino a raggiungere il suo miraggio,

ma solo i suoi miraggi hanno messo in moto le carovane.

(Henri Desroche)


IL RISO - Stiamo allegri perché cambiare si può! Il modo migliore per parlare di N’dem è raccontare quale meraviglia appaia agli occhi del visitatore. A circa 150 km da Dakar, Senegal, in una distesa di sabbia e spini, sorge N’dem: un’oasi di pace nel deserto.

A N’dem Serigne Babacar M’bow e sua moglie Aissa Cissè hanno voluto dare un’alternativa concreta alla fuga, all’esodo. La storia del Senegal è una storia di dolore e sofferenza. Il colonialismo ha brutalmente distrutto le comunità autoctone deportando centinaia di migliaia di schiavi e sfruttando le terre fino a ridurle a deserto. Ancora oggi, molto spesso, il destino dei giovani africani riporta a spostarsi nelle capitali e da lì, braccati dalla miseria, vedono come unica via d’uscita la fuga clandestina. Per mare, per terra, nascosti e impauriti scommettono i pochi risparmi per cercare un futuro tra le briciole dei

ricchi del mondo.

Babacar M’bow, dopo aver vissuto e studiato in Francia, è tornato nella sua terra d’origine con la moglie Aissa. Piano a piano, grazie al fermento spirituale e al grande progetto di autosviluppo, si è formata a N’dem una comunità capace di condividere i bisogni e cercare aiuto insieme.

Grazie agli importanti sforzi comunitari e al conseguente sostegno di associazioni e di partners nazionali ed europei, poco a poco, grazie alla costanza, alla lungimiran

za e alla fiducia, sono nate diverse strutture economiche e sociali, permettendo una notevole cambiamento delle prospettive future. Innanzi tutto si è invertita la tendenza all’esodo rurale, permettendo il ritorno di un notevole numero di giovani uomini finalizzato all’impiego professionale nel quadro delle strutture realizzate. Numerose opere sono state realizzate: un ambulatorio medico, una maternità, una scuola elementare di quattrocento alunni, due cisterne d’acqua e relative pompe elettriche fornite di rete di trasporto di cui fruiscono altri undici villaggi, una cassa di mutuo risparmio e credito. L’innovazione maggiore è forse la messa in funzione di un centro di arti e mestieri che comprende dodici ateliers a filiera completa e autonoma (tessitura, tintura, cuoio, legno, metallo, terracotta, vimini), che danno un impiego salariato a trecentocinquantatrè persone. Recentemente si è aggiunta un’unità di fabbricazione di combustibile ecologico, un

panificio e due perimetri di orti biologici irrigati col sistema goccia a goccia.

N’dem è un paradiso nel deserto, un oasi di pace e di riflessione spirituale. Per dirlo con le parole di Aissa: “..Il progetto di Ndem è un progetto che si è evoluto a partire da qualche cosa di molto piccolo, e a poco a poco è cresciuto, grazie alle migliaia di cuori degli abitanti locali che sono legati da una stessa spiritualità che gli ha dato la forza di stare insieme, di risolvere i problemi, di avanzare ogni giorno, e grazie al legame con gli amici del Nord, che nasce dal cuore delle persone, che hanno voglia di impegnarsi in progetti a carattere umanitario. Sono questi i legami che ci hanno permesso di avanzare passo a passo, per migliorare la vita delle popolazioni. Ciò che caratterizza Ndem a mio avviso, è questa specificità: non è un progetto creato da esperti, nel quale da fuori siano stati investiti grandi fondi, ma è un progetto che si è sviluppato così, a poco a poco da un sentimento di fraternità, dal mutuo aiuto, dal desiderio di migliorare il mondo che, a poco a poco, negli anni, ha migliorato le cose.”

N’dem è un esempio di speranza per l’Africa, una risposta concreta al dramma dell’emigrazione forzata e clandestina.


Il 7 Settembre alle 20.30 incontreremo i fondatori e ispiratori del progetto di N'dem, Babacar e Aissa, a Verona in Sala comunale S.Eufemia per conoscere l'inedito processo di AUTOSVILUPPO LOCALE in Africa

PER INFO:

http://www.facebook.com/event.php?eid=115281484542&ref=mf

email:daniele.ndem@gmail.com

Tel 045-8100279 e-mail info@magverona.it sito web www.magverona.it

Tel 045-912860 e-mail asso.ishtar@libero.it sito web www.ishtarvr.org

domenica 30 agosto 2009

Appuntamenti della settimana 31.08.09 - 06.09.09

fratellipolemici - settimana numero 10

Lunedì 31
- "Video della settimana precedente" scelto dai fratellipolemici
- "Questioni migranti" , a cura di Gloria
- "Passaparola" in diretta con Marco Travaglio, ore 14:00
Martedì 01
- "Ri-Passaparola" , a cura di Franck
Mercoledì 02
- "Missione Pianeta Verde" , a cura di Alain
Giovedì 03
- "Meet...Mitumba", a cura di Linda
- "Filo diretto con i giovani", a cura di Franck
Venerdì 04
- "Pensare globale, Agire locale" , a cura di Alain
Sabato 05
- "Giornalismo alla sbarra", a cura di Franck
- "Servizi bancari e notizie economiche", a cura di Massimo
Domenica 06
- "Il pianto ed il riso", a cura di Daniele
- "Appuntamenti della settimana 07.09.09-13.09.09", a cura di Alain

sabato 29 agosto 2009

Missione Pianeta Verde - Art. 7

CENTO GIORNI A COPENHAGEN: CENTO GIORNI PER SALVARE IL CLIMA!

Ne avevo già parlato nel post "Missione Pianeta Verde - Art. 2", ma ora entriamo nella fase più delicata e quindi riporto direttamente ciò che ci dice Greenpeace riguardo alla conferenza sul clima di Copenhagen che si terrà tra il 7 e il 18 dicembre 2009:

"

Cari cyberattivisti,
inizia la parte più delicata del conto alla rovescia: tra cento giorni si terrà la Conferenza sul clima di Copenhagen (7-18 dicembre). Come ben sapete si tratta di una occasione imperdibile – forse l’ultima – per prendere decisioni che aiutino a combattere i cambiamenti climatici, e a evitare almeno le peggiori conseguenze del riscaldamento globale.

Sono molti, troppi i segnali di stress del pianeta, come noi stessi non ci stanchiamo di documentare. In questo momento, mentre scrivo, una spedizione dell’Arctic Sunrise – una delle navi di Greenpeace – continua a esplorare il Mare Artico e la Groenlandia, per raccogliere ulteriori prove dello scioglimento delle masse glaciali artiche, e testimoniare l’impatto del riscaldamento del pianeta sulle popolazioni locali e su animali come l’orso bianco. Sul Monte Rosa, presso il ghiacciaio del Gorner, intanto, è stato creato un campo di protezione del clima, con lo scopo di mostrare la pericolosità dei cambiamenti climatici e la necessità di un’azione urgente. Gli attivisti di Greenpeace hanno aperto il più grande banner nella storia dell’Associazione: 5200 metri quadrati, quasi come un campo da calcio!!

Dati scientifici, foto e video dimostrano la gravità e l’urgenza della situazione collegata direttamente all’innalzamento della temperatura media globale. A tutto questo, però, i nostri politici non riescono a dare risposta adeguata. L’accordo raggiunto al G8 dell’Aquila, infatti, riconosce l’obiettivo indicato dagli scienziati di contenere l’aumento delle temperature entro i 2 gradi (finora la crescita è di 0,7 gradi), ma non prevede alcun impegno concreto a ridurre le emissioni nel medio periodo (noi chiediamo il 40% entro il 2020). Inoltre, non specifica gli investimenti destinati ai Paesi in via di sviluppo per le fonti rinnovabili, per fermare la distruzione delle ultime foreste tropicali, e adattarsi agli inevitabili impatti dei cambiamenti climatici.

Ma state certi che Greenpeace non demorde. Le grandi azioni dei giorni del G8 – con cinque centrali italiane occupate in contemporanea, e altro – sono solo l’inizio. Da qui a Copenhagen, assisterete a una mobilitazione sempre maggiore, in Italia e nel resto del mondo. E già nelle prossime ore diverse attività si svolgeranno in giro per il pianeta [controllate gli aggiornamenti sul sito o alla pagina: www.greenpeace.org/italy/copenhagen]

Abbiamo ancora cento giorni. Continuate a seguirci in questa mobilitazione globale, per dare sostanza a quanto annunciato al G8: senza precisi impegni, l’obiettivo di mantenere l'aumento della temperatura media al di sotto dei 2 gradi sarà come scritto nella sabbia, e quindi impossibile da raggiungere.

Quasi mezzo milione di persone in tutto il mondo ha già firmato le petizioni che invitano a non sprecare l’occasione e a siglare un accordo post-Protocollo di Kyoto all’altezza della sfida. Se non lo hai già fatto aderisci alla nostra cyberazione: scrivi a Silvio Berlusconi e chiedigli di prendere finalmente sul serio la minaccia del riscaldamento globale, insieme ai maggiori leader mondiali. Silvio, vai a Copenhagen!

Ho già firmato, che cos'altro posso fare?
Diventa fan della nostra pagina di Facebook, seguici su Twitter e condividi il messaggio sul tuo spazio web e sui social network: mandiamo tutti insieme Silvio a Copenhagen! E soprattutto: invita i tuoi amici a diventare cyberattivisti.

Grazie mille e a presto!

Francesco Tedesco
Responsabile campagna Energia e Clima


"

(Questo post avrebbe dovuto essere pubblicato mercoledì scorso, ma come già ricordato mio fratello ed io abbiamo avuto non pochi problemi tecnici e quindi siamo stati impossibilitati ad aggiornare il blog)

Giornalismo alla sbarra - Art.7

La stampa organizzata e programmata si sta velocemente attivando tra le fila dei servetti del padrone, come il nuovo Fido di casa Berlusconi Vittorione Feltri.

L'ex capotribù della ciurma perennemente inalberata del quotidiano "Libero", che assieme ai suoi seguaci schiamazzava metaforicamente ogni giorno che la sua penna glielo potesse permettere, ora ha ripreso il giochetto della confroinformazione scientificamente distruttiva e disinformata sul giornale antropologicamente più adatto, quello del padrone si intende.

Gli attacchi sferrati a Dino Boffo, direttore dell'Avvenire, rammentano strani tranelli tesi alla popolazione italiota, molto suscettibile ai litigi palesati e dichiarati e poco attenti a cogliere le reali e ben più sottili manovre di aggiramento solito dei più furbi.

Silvio Berlusconi, infatti, come racconta il Corriere della Sera "ha diffuso una nota nel pomeriggio per prendere le distanze da Feltri: «Il principio del rispetto della vita privata è sacro e deve valere sempre e comunque per tutti - ha detto il Cavaliere -. Ho reagito con determinazione a quello che in questi mesi è stato fatto contro di me usando fantasiosi gossip che riguardavano la mia vita privata presentata in modo artefatto e inveritiero. Per le stesse ragioni di principio non posso assolutamente condividere ciò che pubblica oggi il Giornale nei confronti del direttore di Avvenire e me ne dissocio»

La pronta risposta dell'amico molossoide capitan Feltri non è tardata ad arrivare, incorniciata da mirabili frasi barzelletaie dal sapore beffardo, quasi ad insultare l'intelligenza di qualunque persona dotata di cervello funzionante:"Silvio Berlusconi ha diramato un comunicato nel quale si dissocia dal Giornale perché contrario alle polemiche sulla vita intima di chiunque. Ci saremmo stupiti se il premier avesse detto il contrario, e cioè che approvava la nostra iniziativa. Non c’è bisogno di rammentare che il compito di decidere in una redazione spetta al direttore il quale può essere licenziato da un momento all’altro, ma non limitato nei suoi poteri. Se sbaglia, paga; ma è libero di sbagliare. Su questo punto il contratto di lavoro non lascia margini a dubbi. "

Aggiunge poi di non sentirsi "delegittimato nelle vesti di direttore,anche perché il mio editore è suo fratello "

Credo che chiunque abbia appena letto queste dichiarazioni e abbia un minimo senso connettivo , abbia immediatamente colto l'ennesima truffa mediatica che hanno messo in piedi questi loschi signori della (dis)informazione.

Signor Feltri, lei crede veramente che affermare che " tanto l'editore è suo fratello" abbia del credibile?

Crede inoltre che sia concepibile pensare che davvero il nostro illustre presidente del Consiglio non sia concorde con le sue parole? O meglio, sia insitamente d'accordo, ma non voglia che si venga a sapere che è , come suo solito, spudoratamente provocatorio?

Io , invece, signor Feltri, credo che la vostra credibilità stia rasentando il pavimento, le vostre funzioni da Pinscher e Schnauzer siano decisamente ridicole, e soprattutto vado convincendomi che per voi, oramai, offendere la dignità intellettuale non sia più un semplice obbiettivo, ma quasi un obbligo politico.

Mezza Italia sa bene quanto l'ala cattolica appoggi Berlusconi e quanto sarebbe sconsiderevolmente svantaggioso perdere quella parte cospicua di elettori.

Mezza Italia, forse, si è accorta dell'ennesima bufala giornalistica, visto che degli affari giudiziari del direttor Boffo ne facciamo volentieri a meno in quanto privato cittadino, mentre non faremo mai a meno di conoscere più dettagli autorizzabili possibili sul nostro capo del Governo.

Come sempre, l'informazione latita.

Servizi bancari e notizie economiche - Art. 1

SEPA


Fonte ABI-Associazione Bancaria Italiana



Il mondo dei servizi di pagamento è in continua evoluzione e per rendersene conto basta entrare in un qualsiasi negozio. Le transazioni, grazie al fatto che sempre più persone utilizzano le carte di pagamento per fare acquisti, durano pochi secondi e assegni e contanti stanno lentamente andando in pensione.

E questo nonostante l' Italia non sia ancora tra i primi paesi in Europa nell' uso delle carte.

Pian piano ci stiamo adeguando e cominciamo ad apprezzare il fatto che le carte, oltre ad essere comode, sono anche molto più sicure dei cari vecchi contanti.

Da oggi in poi a favorire questo cambio di abitudini contribuisce un fattore in più; la nascita della SEPA ( che sta per Single Euro Payments Area ), ovvero la nascita di un' Area Unica per i Pagamenti in Euro che consentirà a ciascun cittadino all' interno di 31 paesi europei di fare acquisti attraverso un unico conto corrente bancario e un' unica carta di pagamento con la stessa facilità e sicurezza con cui ciò che avviene nel paese d' origine.

Grazie alla SEPA tutte le carte in circolazione diventano europee.


Che cos'è la SEPA

E' l' area in cui potremo effettuare e ricevere pagamenti in euro, sia all' interno dei confini nazionali che fra i paesi che ne fanno parte, utilizzando un unico conto bancario ed un'unica carta, indipendentemente dal paese europeo in cui ci troviamo.
La SEPA consentirà ai cittadini, imprese ed enti di ricevere ed eseguire pagamenti con condizioni di base, diritti ed obblighi omogenei tra i vari paesi.
La SEPA include 31 paesi:
- i 15 paesi della UE che utilizzano l' euro ( Italia, Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Austria, Finlandia, Irlanda, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Slovenia e Malta ).
- i 12 paesi della UE che utilizzano una valuta diversa dall' euro sul territorio nazionale ma effettuano comunque pagamenti in Euro ( Regno Unito, Svezia, Danimarca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria e Romania ).
- altri 4 paesi ( Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein ).
L' obiettivo è quello di offrire a cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni la possibilità di eseguire e ericevere, all' interno dei confini nazionali e tra i paesi diversi che compongono la SEPA, pagamenti in euro con condizioni di base, diritti e obblighi uniformi, a partire da tempi massimi di esecuzione certi.
L' attuale differenza tra pagamenti nazionali e intra-europei cesserà progressivamente di esistere. L' adozione di criteri e standard comuni all' interno della SEPA, porterà ad un sistema dei pagamenti più efficente.

Categorie che ne beneficeranno;


CONSUMATORI
I consumatori avranno la possibilità di raggiungere, a partire dal prorpio conto, ogni altro rapporto bancario all' interno della SEPA e di disporre di pagamenti in euro con la stessa facilità e sicurezza con cui si eseguono pagamenti nazionali, riducendo così l' uso del contante e migliorando gli aspetti relativi alla sicurezza.

PICCOLE E MEDIE IMPRESE
Le piccole e medie imprese beneficeranno di procedure semplificate e della riduzione di tempi e di spese collegate alle diverse operazioni bancarie.

OPERATORI COMMERCIALI E LE GRANDI IMPRESE
Per gli operatori commerciali e le grandi imprese, l' adozione di standard comuni consentirà notevoli risparmi, soprattutto per le imprese che hanno relazioni commerciali con clienti o fornitori in diverse nazioni.

ENTI E LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
Gli enti e le pubbliche amministrazioni, grazie a schemi comuni all' interno dei paesi SEPA, potranno erogare servizi migliori e più efficenti ai cittadini all' interno del paese e all' estero.



La realizzazione della SEPA avverrà gradatamente. A partire da Gennaio di quest' anno, e progressivamente entro il 31 dicembre 2010, tutte le carte di pagamento che circolano all' interno dei 31 paesi dell' area SEPA avranno caratteristiche analoghe.

In particolare:

tutte le carte PagoBancomat potranno essere accettare negli esercizi commerciali della SEPA;

tutte le carte, entro Dicembre 2010 saranno progressivamente dotate di tecnologia a microchip, il supporto che ad oggi garantisce il più alto livello di sicurezza;

grazie ad un processo di standalizzazione anche gli sportelli Bancomat avranno funzionalità identiche e non ci sarà alcune differenza nell' eseguire un prelievo in Italia o nei 31 paesi dell' Area.

Ri-Passaparola - Art.9


Mafia e politica. Il binomio trasveralmente incompatibile ma che ancora una volta mostra una fitta rete di intrecci che pian piano sta venendo a galla.

Questo l'argomento del Passaparola di Lunedi scorso di Travaglio, il quale ci aggiorna sulle ultime dal processo in cui è stato sentito Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso Vito.

Mister Massimo ha rilasciato dichiarazioni tutt'altro che morbide e tutt'altro che indolori , lasciando spiragli , ipotesi e tanti pensieri su come andarono effettivamente le cose.

Intanto ha datato le prime trattative tra i carabinieri del Ros ( capitano De Donno e colonnello Mori ) con il padre tra le due stragi, quindi tra Capaci e Via d'Amelio.
La cosa è tutt'altro che ininfluente, visto che potrebbe aprire molte ipotesi oggi ancora inesplorate poichè si era sempre ritenuto che le "collaborazioni" fossero decollate dopo entrambe le stragi.
Qui nasce il dubbio che qualcosa avvenga tra le due, quindi la necessità di eliminare Paolo Borsellino, che a sua volta si stava proprio occupando di questi affari.

Prosegue poi Massimo Ciancimino dichiarando esplicitamente le intime relazioni tra suo padre e Bernardo Provenzano, e ciò dimostrerebbe perchè Totò Riina sia rimasto ad un certo punto senza "difese" e sia stato quindi catturato dalla polizia.

Cattura che sarebbe potuta avvenire anche per Provenzano nel '95, sotto l'attenta osservazione del colonnello Riccio, il quale però misteriosamente non venne ascoltato e seguito.

Ma questo è solo l'inizio. Per trattare con il mondo politico, Ciancimino senior e i suoi colleghi mafiosi pretesero garanzie.
Le garanzie, per una buona dose di sicurezza, arrivarono sia dalla destra che dalla sinistra.
I due rappresentanti politici che trattavano furono individuati in Nicola Mancino e Luciano Violante.

Purtroppo per loro, la trattativa immediatamente subisce uno stop, dovuto all'arresto nel '92 di Vito Ciancimino, e a quel punto si apri la famosa trattativa con il partito nascente del tempo, Forza Italia, con Marcello Dell'Utri tramite.

A questo punto sono da valutare le dichiarazioni e le asserzioni dei due imputati politici in questi loschi affari.
Nicola Mancino nega continuamente di aver incontraro Paolo Borsellino , " al massimo gli ho stretto la mano", come se Borsellino fosse uno da riconoscere a malapena.
Violante, invece, dopo 17 anni di silenzio, riappare sulla scena giudizia affermando che effettivamente il colonnello Mori gli propose incontri con Ciancimino, ma lui rifiutò più volte.

Nascono forti dubbi su queste presunte dimenticanze, pochè ai tempi Violante era Capo della Commissione Antimafia, e con i suoi poteri poteva aprire immediate indagini e fare ciò che voleva per capire dove andavano a parare queste proposte di Mori.

Infine, altri due episodi lasciano grossi margini di riflessione su queste pericolose vicende: le contraddizioni di Giuseppe Ayala e il telefono di Ciampi , presidente del Consiglio nel '93, manomesso.

Nel primo caso Ayala afferma ad una giornalista , con la registrazione audio, che Mancino gli aveva fatto vedere sulla sua agenda l'incontro fissato con Borsellino, mentre in aula afferma di essersi sbagliato con improbabili retromarches.

Nel seconda caso, accadde che Ciampi scrisse che il suo telefono presidenziale era stato manomesso, e vide strani giri al largo della sua casa a Santa Severa, ed erano probabilmente mafiosi lamentosi del carcere duro appena istituito per loro.

Sembra, quindi, si stiano aprendo interessanti spiragli in una vicenda tutt'altro che passata, e soprattutto, come conclude Travaglio, i protagonisti di allora sono ancora tutti qui, vivi e vegeti.

Lo scarica-barile non funziona. Si preparino tempacci.

Ri-Passaparola

Foto tratta da http://www.carabinieri.it e fotomontata da fratellipolemici.

( Come già detto da mio fratello, ci scusiamo per i giorni in cui non sono usciti i nostri articoli. Questo doveva essere presentato martedi scorso)

giovedì 27 agosto 2009

Meet...Mitumba- Art.6



E' tornato il momento di parlare dell'associazione Mitumba e di tirare un po'di acqua al nostro mulino..:) In realtà è solo che siamo rimasti un po'in sospeso anche se, credo,doverosamente per dare un po'un'occhiata in giro, ma ora riprendiamo il filo col dire COME Mitumba "agisce" sul territorio. E vi farò solo alcuni esempi perchè, davvero, i modi per promuovere raccolte fondi e soprattutto sensibilizzare sono davvero una miriade, ma mai abbastanza per le nostre vulcaniche menti..:)




Iniziamo con la nostra parte seria..per noi, nonostante ovviamente ci piaccia divertirci e i momenti di svago, il "venire a conoscenza"è parte essenziale dell'aiuto che vogliamo portare..quindi ecco che siamo sempre pronti per i momenti in cui testimoniare più o meno direttamente la vita della baraccopoli Kenyota(..e molte realtà simili, come abbiamo visto..). A questo scopo, uno dei primi eventi che abbiamo organizzato è stata una "conferenza",che meglio sarebbe definire semplicemenete "INCONTRO", in cui, a Costermano, grazie all'assessorato alla Cultura che ci ha patrocinato, abbiamo potuto spiegare per la prima volta la situazione di Mitumba e come noi abbiamo pensato di metterci all'opera. Il secondo passo è stato, in questa direzione, proprio verso il corrispettivo italiano di nostri "protetti"a Nairobi, i bambini. E infatti nel marzo- aprile dell'anno scorso abbiamo creato con i bambini delle 3°medie di Caprino un percorso di quattro lezioni per confrontare la loro vita di bimbi, con la vita dei bambini di Mitumba e per parlare del controverso, difficile e splendido tema dell'"altro"..i bambini sono il futuro, lo abbiamo già detto, e lo sono sia qui che là.. Però anche la popolazione più adulta necessita costantemente di informazioni, di conoscere..e allora un cineforum è quello che abbiamo pensato, può stimolare varie fasce d'età alla discussione e a fare una proporzione fra le diverse culture esigenze e idee..Senza contare quando "qualcuno" fece per noi una corsa attraverso l'Italia per sponsorizzare Mitumba(date un'occhiata al sito...)..queste solo alcune delle nostre iniziative per"sensibilizzare" o meglio, "per parlarne", ma non aspettatevi che sia finita...:)




Riguardo la raccolta fondi, abbiamo spaziato da camminate all'aria aperta con escursioni varie (come dimeticare il montaGnam!!), a presenze col nostro fornitissimo banchetto(abbiamo anche i gadgetssssssssss!!)alle varie feste popolari o giornate organizzate dai comuni, ma poi ci siamo chiesti: "Qual è la cosa che più attira la gente??UNA FESTA!", è quello che abbiamo pensato fin dall'inizio..infatti unire l'utile al dilettevole è sempre una gran bella accoppiata, quindi spesso abbiamo organizzato dei mega party grazie anche alla collaborazione e al sostegno di alcuni bar o pub o circoli o amici o chiunque altro fosse disposto nella zona..parte del ricavato delle serate è devoluto all'associazione Mitumba, invece lo è per l'intero quello del nostro suddetto fornitissimo banchetto:)Si tratta sempre di feste frizzanti e di cui vi pentireste a non venire..a proposito di questo vi vorrei ricordare che il 5 Settembre al Circolo Sportivo Olimpia di Caprino Veronese, ci sarà "DA CHi A Lì" a partire dalle 19.00 con Happy Hour e i Duo Ex Machina e a seguire i Sangue Blues e i Valori Bollati..il tutto condito da succulente cibarie, freschi e sgorganti modi per dissetarsi e un sacco di giochi per mettervi alla prova....non ditemi che non volete provare il BOCCURLING........!!!dai,vi ho convinto??tanto, "da chi a lì" non c'è nemmeno tanta strada!!


martedì 25 agosto 2009

Pensare Globale, Agire Locale - Art. 6

E’ un peccato che Verona risponda spesso “assente” alle manifestazioni pubbliche come quella svoltasi in piazza Brà sabato scorso, 22 agosto.

La manifestazione “per le donne iraniane” poteva essere un’ottima via per manifestare la nostra solidarietà alle vedove e/o alle madri che hanno perso marito e/o figli nelle proteste contro quelle elezioni che hanno visto vincere Ahmadinejad non senza una polemica. Purtroppo, però, il numero dei presenti non superava la ventina di persone. Lo scarso numero di partecipanti non ha però intimidito le “signore vestite di nero”, che hanno tenuto per un’ora i cartelloni che potete vedere nella foto.

“Perché?” si sarà chiesto qualche passante incuriosito. Perché così fanno le donne del Comitato delle madri in lutto (iraniane) che ogni sabato dalle 19 alle 20 si radunano nelle piazze e nelle strade della propria città. Rigorosamente in silenzio. Per non dimenticare, anzi, per ricordare.

Un atto coraggioso che si sta diffondendo in tutta Europa, dove tante donne vogliono esternare la loro vicinanza a queste madri emulando questo sentito rituale.

Qualcuno si fermava a guardare, qualcuno chiedeva informazione, qualcuno si allontanava dopo una sbirciatina ai cartelloni, qualcuno non ci faceva nemmeno caso.



Così scrive Shirin Ebadi, premio Nobel per la Pace nel 2003, nella lettera d’appello a tutte le donne consapevoli del mondo (che veniva consegnata in forma cartacea ai passanti):


“La tragedia dell’Iran è molto più ampia di quanto avremmo mai potuto immaginare.

La gente scesa in piazza per esprimere pacificamente il dissenso ai risultati elettorali ha ricevuto in risposta pallottole e manganelli e molti tra gli scampati sono stati arrestati nei giorni successivi alle proteste.

I programmi della radio e della Tv di Stato iraniana hanno annunciato inizialmente 8 morti, successivamente 11, ma ad oltre un mese dalle manifestazioni di strada, i nomi di molti “scomparsi” non sono nelle liste né degli uccisi né degli arrestati.

Molte madri angosciate continuano a chiedere alle autorità informazioni sui loro amati dispersi, ma non ricevono risposte. Ora che le famiglie stanno lentamente ricevendo i corpi dei loro figli ammazzati, è divenuto chiaro che il numero delle morti è molto più alto di quello annunciato dal Governo della repubblica islamica. Inoltre, le famiglie sono state costrette a firmare accordi in cui si impegnano a non rivelare come e dove sono morti i loro cari.

Ma non è possibile nascondere sempre la verità, non è possibile far tacere i pianti, così la tragedia si sta mostrando sempre più chiaramente agli occhi del popolo iraniano, a mano a mano che i giorni passano.

Molte madri i cui figli e figlie sono stati ammazzati o sono anco

ra tra i dispersi o sono in prigione hanno formato il Comitato delle madri in lutto. Ogni sabato dalle 7 alle 8 di sera, le madri di questo Comitato e altre donne solidali con loro, vestite di nero in segno di lutto e in silenzio, si radunano nei parchi pubblici delle loro città e stanno in piedi, vigili e silenziose per esprimere il loro dolore.

Vorrei esprimere il mio profondo dispiacere e le mie condoglianze alle madri che hanno perso i loro cari per la libertà e la democrazia in Iran, mi levo in piedi in solidarietà con le madri che stanno ancora cercando i loro figli dispersi e unisco il mio dispiacere per il gran numero di giovani donne e uomini iraniani in prigione per il loro pacifico attivismo civile.

Invito tutte le donne del mondo che amano la libertà a riunirsi ogni sabato nelle loro città vestite di nero per far sentire la loro solidarietà con il Comitato delle madri in lutto in Iran e aiutarle a far sentire la loro voce a tutto il mondo.




(Questo post avrebbe dovuto essere pubblicato sabato scorso, ma per motivi personali io e mio fratello abbiamo qualche difficoltà ad aggiornare il blog in questi giorni. Ci scusiamo per il disagio.)

Alla prossima manifestazione!

lunedì 24 agosto 2009

Video della settimana precedente (17-23 agosto)








Descrizione video:

Qualche video delle iene da vedere e rivedere...

Questioni migranti - art. 4

Fortress Europe

Mentre i leghisti giocavano a rimbalza il clandestino su facebook, almeno altre settanta vite sono finite tra i flutti del Mediterraneo, nonostante fossero stati avvistati da varie imbarcazioni.

L'unica cosa che i nostri "rappresentanti" ci sanno dire, è che l'Europa non ci sostiene a sufficienza. Non si discute delle responsabilità di questa carneficina.

Approfondimenti: Fortress Europe, ASGI

domenica 23 agosto 2009

Appuntamenti della settimana 24.08.09 - 30.08.09

fratellipolemici - settimana numero 9

Lunedì 24
- "Video della settimana precedente" scelto dai fratellipolemici
- "Questioni migranti" , a cura di Gloria
- "Passaparola" in diretta con Marco Travaglio, ore 14:00
Martedì 25
- "Ri-Passaparola" , a cura di Franck
Mercoledì 26
- "Missione Pianeta Verde" , a cura di Alain
Giovedì 27
- "Meet...Mitumba", a cura di Linda
Venerdì 28
- " Pensare globale, Agire locale" , a cura di Alain
Sabato 29
- "Giornalismo alla sbarra", a cura di Franck
- "Servizi bancari e notizie economiche", a cura di Massimo
Domenica 30
- "Appuntamenti della settimana 31.08.09-06.09.09", a cura di Alain

giovedì 20 agosto 2009

Filo diretto con i giovani - Art.7

Ecco il discorso di John Elkann riguardo alle nuove prospettive offerta/università/ lavoro, strettamente collegate alla fondazione Giovanni Agnelli che si occupa specificatamente di questo ambito.

Le parole, i dati riportati, le statistiche analizzate sono più che mai interessanti e soprattutto da sensibilizzare in modo deciso.

L'inizio è illuminante: tre aspetti fondamentali sono cambiati: i giovani stessi, l'università nella sua strutturalità, efficienza e qualifica, e il mondo del lavoro, sempre più specializzato e sempre meno generalizzante.

Si pone poi l'accento su un'altra problematica presente in maniera preponderante nei ragazzi di oggi: la scelta più o meno personale, matura e cosciente.

Inutile dirlo. Siamo fortemente influenzati dai contorni familiari, dalle amicizie, da idee vaghe e spesso erronee che fuorviano senza dubbio.
Lo ribadisce John Elkann, quando afferma che "la
decisione sia presa non di rado dagli studenti alla luce di informazioni scarse,
imprecise, schiacciate sul presente. Impressioni, spesso elaborate in ambienti
“non esperti” e in tempi compressi, finiscono per orientare le scelte."

Accanto a questo, va precisato che dal loro canto le università propongono sempre più orientamenti estremamente approfonditi, precisi e di informazione ammagliante.
Ma tutto questo non va di pari passo con le fortissime convinzioni sociali e familiari che rendono ogni prossimo universitario incatenato in una scelta quasi già presa.

L'Ocse dice che , oltre ad una media bassissima di laureati scientifici ( 900 in Italia, 2700 in Francia), siamo anche poco coerenti con le scelte precedenti nel momento in cui intraprendiamo il lavoro.

Qui subentra il grosso problema della mancanza di disponibilità lavorative, la lista d'attesa per avvocati, e invece il bisogno morboso per ingegneri.
E' un problema tipicamente italiano, poichè , pur registrando un buon incremento di ragazzi intenzionati a cominciare carriere scientifiche ( vedi aumento di facoltà come biologia, chimica e informatica), il sistema degli atenei italiani non riesce a sottolineare adeguatamente questo cambio di tendenza degli ultimi anni , lasciando quindi precario e dubbio questo positivo aumento.

In definitiva, il discorso di John Elkann ha tutte le ragioni di essere sottoscritto, letto nella sua interezza e valutato secondo più prospettive, considerando l'attenta analisi sui profondi mutamenti temporali, accanto all'inadeguatezza diffusa in Italia dell'università, forse per mancanza di fondi.

Vi lascio un altro curioso cambio di tendenza che riguarda direttamente il mondo rurale e quello cittadino e ha sicuramente del sorprendente.

QUANDO I GIOVANI SOGNANO DI ABITARE IN CAMPAGNA…. DATI CURIOSI DELLE NUOVE TENDENZE ITALIANE



Questo è il mio consiglio ai giovani: avere curiosità.(Ezra Pound)

Meet...Mitumba – Art.5

Ciao ragazzi! Cosa c'è di meglio che informarsi x fare informazione???..e così girando un po'in internet, ho trovato questi video che sono così veri e reali che non hanno bisogno di nient'altro, nessuna aggiunta o infiocchettamento..buona visione..




allora, cosa ne pensate???

P.s.
"Qui in Africa la fame è il problema più assillante. E' fortunato chi lavora alle Poste, perché può leccare i francobolli" (Giobbe Covatta)

mercoledì 19 agosto 2009

Missione Pianeta Verde - Art. 6

Prendendo spunto da un'email inviatami da Linda giovedì scorso nella quale una presentazione PowerPoint spiegava le conseguenze devastanti che i sacchetti di plastica hanno sull'ambiente e sull'ecosistema, vorrei esporvi le piccole ricerche che io stesso ho fatto a riguardo. Prima di questo però vi propongo la presentazione in questione in versione clip video che ho trovato su youtube:



La generazione dei "sacchetti di plastica" è destinata al baratro, non sembrano esserci dubbi, ma andiamo ad analizzare i punti presi in esame nel video:

1) E' vero che vengono consumati tra i 500 miliardi e le migliaia di miliardi di sacchetti ogni anno?

- Sì, è corretto. La notizia è stata data il 2 settembre 2003 dalle "National Geographic News" e viene ripresa in varie discussioni e blog autorevoli come quelli dell'EPA (Agenzia di Protezione ambientale degli Stati Uniti). Vi segnalo un sito interessante che si occupa interamente della problematica delle borsette di plastica e sul quale potete trovare un contatore in continuo aggiornamento che riporta i consumi di sacchetti avvenuti da inizio anno.

2) Meno dell'1% dei sacchetti viene riciclato. E' più costoso riciclare che produrre un nuovo sacchetto. Riciclare una tonnellata di buste di plastica costa $4000, mentre la stessa quantità si vende sul mercato a $32.

- Che sia più costoso riciclare rispetto al produrre non è una grande sorpresa. I sacchetti di plastica sono leggeri, utilizzano grandi volumi di spazio e i trasporti di questa merce da riciclare risulta economicamente una perdita (è come se i camion girassero vuoti). Inoltre il processo di vero e proprio riciclaggio è più difficile e più costoso. Per quanto riguarda la percentuale di riciclaggio non ho la certezza di quel 1% di cui si parla, ma credo dalle informazioni ottenute che ci si aggirà sicuramente sotto il 5% di sacchetti riciclati.

3) Dove vanno a finire i restanti sacchetti?

- Ne avevo già parzialmente parlato nel post Missione Pianeta Verde - Art. 3. I sacchetti finiscono nelle discariche e chissà quanto ci rimarranno, finiscono nella natura: foreste, mari, laghi ecc... rovinando spesso la vita a specie animali incapaci di lottare contro questi killer immortali.

4) Ma in Italia a che punto siamo?

- Risposta del WWF

Approfondimenti:

Articolo del WWF, Beppe Grillo Meetup a Palermo, Ecodallecittà, Testo depositato al parlamento svizzero.

Pensateci!

martedì 18 agosto 2009

Ri-Passaparola - Art.8


Caso Unipol. Nell'ultimo Passaparola estivo di Marco Travaglio, quest'ultimo finisce la lunga esposizione dei processi che partiranno o ripartiranno nell'autunno prossimo.

La situazione, rispetto alle udienze preliminari durate diverso tempo, si è leggermente mutata, soprattutto a livello di effettivi imputati.

Infatti tredici figure sono state prosciolte, e sono "Credit Swisse Fest Boston, la banca giapponese Nomura, le cooperative Talea, Estense, Nova e Adriatica con i loro dirigenti, il finanziere bresciano Emilio Gnutti, il costruttore Marcellino Gavio e l’immobiliarista Alvaro Pascotto".

Tutti gli altri rimangono nel processo, ma devono essere fatte debite separazioni.
Intanto tra i rimanenti non prosciolti troviamo nomi noti come "Giovanni Consorte, già Presidente dell’Unipol, rimane l’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, il suo capo della vigilanza Francesco Frasca, il braccio destro di Consorte e braccio sinistro, ossia Sacchetti e Cimbri, banchieri italiani del BPV Zonin e Ivo Gronchi, il banchiere della BPR Leoni, il banchiere della Carige Berneschi e poi Giampiero Fiorani, che ha già chiesto di patteggiare la pena anche in questo processo".

Assieme a loro si aggiungono i famosi "furbetti del quarterino", ossia Ricucci, Coppola e Vito Bonsignore, oggi europarlamentare con la Casa delle Libertà.

A questo subentrano i nomi politici, Come Piero Fassino, nel 2005 segretario del Partito Democratico, Massimo D'Alema, grande esponente del medesimo partito ed il suo fido braccio destro Nicola Latorre.

La situazione per i tre, per vari motivi che Travaglio spiega e che io spiegherò a mia volta, sembra del tutto rassicurante, ma solo per questioni legali, non di certo morali.

Per quanto riguarda Fassino, la sua responsabilità nella scalata Unipol è ritenuta del tutto marginale, in quanto sarebbe venuto a conoscenza dell'acquisizione a posteriori dall'annuncio sul mercato, motivo per il quale l'insider trading non può valere per lui.

Sarebbe potuto valere invece per quanto riguarda D'Alema e Latorre, poichè secondo la Procura di Milano le informazioni date a questi due signori da Consorte risalgono a periodi dove ancora nulla era stato dichiarato al mercato, e quindi con l'accusa valida di insider trading.
Ci si chiede, però, perchè i due politici in questione non siano effettivamente inseriti tra i possibili rei di insider trading?

Motivo semplice, Clementina Forleo, scalzata poi per ovvi motivi, aveva chiesto l'autorizzazione al Parlamento italiano di poter disporre delle famose telefonate intercettate tra il duo D'Alema/Latorre e Consorte. Autorizzazione naturalmente negata. Tolta la Forleo, è intervenuto un secondo Gip, il quale ha nuovamente chiesto l'autorizzazione. D'Alema si è difeso sostenendo che ai tempi dei fatti lui era europarlamentare, dovendo quindi rivolgersi al Parlamento Europeo per l'autorizzazione. Fatta quest'ultima, e naturalmente per l'ennesima volta rifiutata in un inciucio tutto italiano, il Massimone nazionale si è sostanzialmente posto fuori da qualsiasi responsabilità legale.

Rimane però, forte più che mai, uno smacco sulla sua carriera e un grande dubbio sulla sua persona.

Ri-Passaparola.

lunedì 17 agosto 2009

Video della settimana precedente (10-16 agosto)




Part 2/Parte 2
Part 3/Parte 3
Part 4/Parte 4
Part 5/Parte 5
Part 6/Parte 6
Part 7/Parte 7
Part 8/Parte 8
Part 9/Parte 9
Part 10/Parte 10
Part 11/Parte 11
Part 12/Parte 12
Part 13/Parte 13
Part 14/Parte 14


Clip Description/Descrizione video:

This time we would like to suggest you something more than a clip, so we recommend you a web movie: Zeitgeist.
We share the purpose of Peter Joseph to reach the truth or to uncover lies through the information. Impartility then, no ideological rancour, no political/economical/social wish, no religious faith, just information based upon testimonities, proofs and easy deductions as the computation of 1+1. Enjoy.

Questa volta vi proponiamo ben più di un video, vi consigliamo un film (per l'esattezza un web film non profit): Zeitgeist.
Condividiamo la volontà di Peter Joseph di ricercare la verità o di scoprire le menzogne attraverso l'informazione. Imparzialità dunque, nessun rancore ideologico, nessun volere politico/economico/sociale, nessuna fede religiosa, ma soltanto imparzialità ed informazione basata su testimonianze, prove e deduzioni semplici quanto fare 1+1. Buona visione

Questioni migranti - art. 3

Intercultura

Vorrei sgomberare il campo (va tanto di moda nella nostra città..) da un equivoco che la mia rubrica potrebbe suscitare. Prendo spunto dall'ultimo post di Linda, che recensisce un libro dell'impareggiabile Kapuściński e quindi tornare un attimo sul tema della multiculturalità e dell'interculturalità. Il post mi è piaciuto e proprio per questo vorrei richiamare la questione della relazione con l'Altro.

Quando si parla di relazione con una persona di un'altra cultura, siamo indotti a pensare (dai media, dai nostri schemi mentali e dal discorso pubblico dominante) che si tratti di una persona proveniente da un altro Paese, identificando così "cultura" con "luogo" e "provenienza".

Se ben ci pensiamo, invece, i nostri problemi di interazione con altre culture, sono dati dalla complessità del mondo che viviamo e non dall'impatto delle migrazioni sulla nostra società.
Per fare un esempio, se incontro una persona che mi dice di credere fermamente nell'oroscopo, cui io non credo, dovrò necessariamente fare uno sforzo per capire per quali motivi questa persona vi creda, quali esperienze l'abbiano portata a credervi e con quali prospettive. In altri termini, il dialogo interculturale non è facile. Richiede intelligenza ed energie, che bisogna avere e, soprattutto, voler investire.

Per fare un esempio più forte, molto spesso mi capita di avere un sacco di cose in comune con donne migranti che con uomini della mia stessa città, che magari votano Lega oppure frequentano la curva dell'Hellas.
C'è spesso la cultura di genere, dunque, in gioco, ma non solo. L'espressione "cose in comune" è ancora molto imprecisa. Intendo dire che riesco a capire, a mettermi nei panni, a comprendere i processi mentali alla base delle singole scelte della migrante, in questo caso, mentre non riesco ad immaginare cosa stia avvenendo nella mente del fascista, per esempio quando mi dice che gli assassini di Tommasoli erano e sono, in fondo, dei brai butei (e, davvero, mi è capitato).

Insomma, la relazione con altre culture è dialogo ed incontro, ma molto spesso anche scontro (ed in questo non sono d'accordo con Kapuściński), da saper gestire e sfruttare, anche, saggiamente, ma non da evitare, altrimenti continueremo a rimanere culture distinte, io e quel fascista.

Non possiamo (e non dovremmo) scegliere con quali culture incontrarci/scontrarci: si tratta solo di avere in mente che di fronte abbiamo un essere umano, da trattare sempre come fine e mai come mezzo, come insegna Kant, con cui cercare di condividere dei punti di vista. Certo, questo non sempre è possibile.

Di conseguenza, se nello spazio delle questioni migranti parlerò di culture, vorrà dire che mi sono sbagliata. Non credo esista "una cultura italiana", è solo una banalizzazione della ricchezza del nostro Paese: analogamente, credo che non esista "una cultura cinese" o "una cultura albanese". In genere, preferisco parlare, appunto, di esseri umani singolarmente presi con la loro esperienza e storia di vita ed il loro personalissimo punto di vista sul mondo.

domenica 16 agosto 2009

Appuntamenti della settimana 17.08.09 - 23.08.09

fratellipolemici - settimana numero 8

Lunedì 17
- "Video della settimana precedente" scelto dai fratellipolemici
- "Questioni migranti" , a cura di Gloria
- "Passaparola" in diretta con Marco Travaglio, ore 14:00
Martedì 18
- "Ri-Passaparola" , a cura di Franck
Mercoledì 19
- "Missione Pianeta Verde" , a cura di Alain
Giovedì 20
- "Filo diretto con i giovani", a cura di Franck
- "Meet...Mitumba", a cura di Linda
Venerdì 21
- " Pensare globale, Agire locale" , a cura di Alain
Sabato 22
- "Giornalismo alla sbarra", a cura di Franck
- Solidarietà alle donne Iraniane in piazza Brà (VR) dalle ore 19 alle ore 20.
Domenica 23
- "Appuntamenti della settimana 24.08.09-30.08.09", a cura di Alain

sabato 15 agosto 2009

Giornalismo alla sbarra - Art.6


Un personaggio sempliciotto, bravo con le parole, ma neanche troppo, assalito dalla smania di contraddizione, frettoloso nei suoi articoli, criticone sull'informazione altrui, ma in realtà poco costruttivo lui.

Lui, Filippo Facci, si è dilettato in un articolo dal gusto tragi-comico, concependo un pensiero frustato, quasi scottato, allarmante per i lettori.

L'ennesima manfrina politico-umana, basata su dichiarazioni riportate male ed estratte erroneamente da contesti storici ben definiti, l'ennesimo gioco allo scacco matto giornalistico, non rammentando che l'unico ad autoschernirsi è proprio lui.

Facci afferma:"Se non c’è frase di Bocca che si possa «estrapolare dal contesto», è perché il contesto è lui stesso: un antifascista d’acciaio che fu fascista e fu persino imberbe antisemita, un asperrimo nemico di Berlusconi che tuttavia lavorò nelle sue tv - «L’ho fatto per i soldi», spiegò in un’intervista a Oreste Pivetta sull’Unità del 14 marzo 2006 - e poi un antileghista dopo aver tifato ardentemente Umberto Bossi: «La Lega mi ricorda noi partigiani quando scendemmo dalle montagne», scrisse nel 1993."

Bisognerebbe spiegare, al signor Facci, che descrizioni non sue andrebbero debitamente virgolettate. Infatti questa definizione di Bocca risale al 26 ottobre 2006,in un'intervista a Giampaolo Pansa e le parole sono proprio di quest'ultimo . Si sa, in pessimi rapporti col collega.
Inoltre,quelle parole " L'ho fatto per i soldi" hanno una loro dubbia verità.
Piuttosto è interessante leggere l'intervista fatta direttamente a Giorgio Bocca, nelle quali chiarisce quali siano state realmente le sue considerazioni riguardo l'ambiguità brigate rosse e nere e riguardo al suo appoggio a Berlusconi sulla guerra di Segrate.


Prosegue il mesciato:"Tutto ciò lungamente premesso - scusate, ma era necessario anche per rispetto sincero a un monumento del giornalismo - certo opinionismo superficiale e veemente, aggiornato a trent’anni prima e senza vergogna di sfigurare, è il peggio della Prima Repubblica e va solamente svergognato senza pietà: è quello che farebbe Bocca - un Bocca giovane, informato, «sul pezzo» - ed è quello che vuole la pubblica decenza."

Basterà questa pagina al signor Facci per rendersi conto delle enormi assurdità che è riuscito ad esprimere, mettendo in dubbio una colonna portante del giornalismo nostrano, alludendo a documentazioni superficiali.

E ancora continua questo spiritoso giornalista discutendo della faccenda Borsellino-Sciascia e Orlando-Falcone.
In entrambi i casi storpia la realtà.
"Delle sanguinose polemiche" che sarebbero intercorse tra i due non c'è traccia. Piuttosto si hanno ricordi ben precisi di ciò che disse Sciascia, e sulle quali affermazioni dopo vent'anni la signora Borsellino si è sentita di convenire.
C'era chi presiedeva la commissione Antimafia per fare carriera, questo denunciava Leonardo Sciascia.

"Discutere sull’opportunità e il dubbio tempismo dei riferimenti di Sciascia era legittimo, ma trasformare il dibattito in un referendum pro o contro Leoluca Orlando, sindaco “in prima linea” di Palermo, e Paolo Borsellino, nascente emblema dell’antimafia, fu dissennato. Significava svuotare di ogni logica le parole dello scrittore, renderle imperdonabili, disperderne l’alto valore civile e il significato profetico."

La seconda questione tra Orlando e Falcone,si discosta da ciò che ha precipitosamente affermato Facci.

"Giovanni Falcone, accusato da Orlando di tenere nascoste nei cassetti le carte sugli omicidi eccellenti di mafia e le prove delle collusioni di politici con Cosa nostra. L'accusa culminò in un esposto presentato al CSM dallo stesso Orlando l'11 settembre 1991, che costrinse Falcone a doversi difendere davanti all'organo supremo della magistratura italiana." ( da Wikipedia)

Non sono criminali né i dubbi di Orlando, considerando che quando si è innocenti si ha tutti i modi per poterlo dimostrare, come avrebbe sicuramente fatto il grande magistrato Falcone.
E' quindi ambiguo parlare di questa diatriba in maniera cosi ristretta. E' più interessante riprendere in toto tutte le parole di Gerardo Chiaromonte, il quale parlò a proposito di queste vicende.
Inoltre, se ci proponiamo di leggere tutto ciò che ebbe da dire Chiaromonte, ci rendiamo conto che Orlando aveva una posizione, se non marginale, per lo meno innocente.

Infine , il servetto del padrone arieggia banali conclusioni sulle reazioni della Politica, chiaramente indignate dalle parole di Bocca, e dalle sue allusioni ai rapporti Mafia-Politica, considerandole
"che sulle «trattative» tra Stato e mafia di inchieste ne hanno già fatte un miliardo", ma dimenticandosi che ciò che sta uscendo dai processi di questi tempi non sono bazzecole, ma fatti scottanti.

Forse , come sempre non conviene riportare la realtà, ma fare una miscela poco gustosa di colori non complementari e nemmeno compatibili.
Un melting pot di lingue incomprensibili, un insieme di valutazioni sommarie e poco collegate.
Il giornalismo da schifo, ci permetta Facci, è il suo, al servizio del padrone e servo del potere, quello vero.

Vi lascio due allegati molto interessanti riguardo altre inesattezze dell'articolo di Facci e un terzo sulla sua dubbia personalità:

Le verità sul pensiero di Bocca sulla Lega

Intervista a Francesco Petruzzella, autore delle critiche a Sciascia che scatenarono polemiche


Articolo di Facci , censura di alcuni commenti e risposte risibili ai commentatori.


Immagine tratta da http://www.telemac0.net.

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