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sabato 29 agosto 2009

Giornalismo alla sbarra - Art.7

La stampa organizzata e programmata si sta velocemente attivando tra le fila dei servetti del padrone, come il nuovo Fido di casa Berlusconi Vittorione Feltri.

L'ex capotribù della ciurma perennemente inalberata del quotidiano "Libero", che assieme ai suoi seguaci schiamazzava metaforicamente ogni giorno che la sua penna glielo potesse permettere, ora ha ripreso il giochetto della confroinformazione scientificamente distruttiva e disinformata sul giornale antropologicamente più adatto, quello del padrone si intende.

Gli attacchi sferrati a Dino Boffo, direttore dell'Avvenire, rammentano strani tranelli tesi alla popolazione italiota, molto suscettibile ai litigi palesati e dichiarati e poco attenti a cogliere le reali e ben più sottili manovre di aggiramento solito dei più furbi.

Silvio Berlusconi, infatti, come racconta il Corriere della Sera "ha diffuso una nota nel pomeriggio per prendere le distanze da Feltri: «Il principio del rispetto della vita privata è sacro e deve valere sempre e comunque per tutti - ha detto il Cavaliere -. Ho reagito con determinazione a quello che in questi mesi è stato fatto contro di me usando fantasiosi gossip che riguardavano la mia vita privata presentata in modo artefatto e inveritiero. Per le stesse ragioni di principio non posso assolutamente condividere ciò che pubblica oggi il Giornale nei confronti del direttore di Avvenire e me ne dissocio»

La pronta risposta dell'amico molossoide capitan Feltri non è tardata ad arrivare, incorniciata da mirabili frasi barzelletaie dal sapore beffardo, quasi ad insultare l'intelligenza di qualunque persona dotata di cervello funzionante:"Silvio Berlusconi ha diramato un comunicato nel quale si dissocia dal Giornale perché contrario alle polemiche sulla vita intima di chiunque. Ci saremmo stupiti se il premier avesse detto il contrario, e cioè che approvava la nostra iniziativa. Non c’è bisogno di rammentare che il compito di decidere in una redazione spetta al direttore il quale può essere licenziato da un momento all’altro, ma non limitato nei suoi poteri. Se sbaglia, paga; ma è libero di sbagliare. Su questo punto il contratto di lavoro non lascia margini a dubbi. "

Aggiunge poi di non sentirsi "delegittimato nelle vesti di direttore,anche perché il mio editore è suo fratello "

Credo che chiunque abbia appena letto queste dichiarazioni e abbia un minimo senso connettivo , abbia immediatamente colto l'ennesima truffa mediatica che hanno messo in piedi questi loschi signori della (dis)informazione.

Signor Feltri, lei crede veramente che affermare che " tanto l'editore è suo fratello" abbia del credibile?

Crede inoltre che sia concepibile pensare che davvero il nostro illustre presidente del Consiglio non sia concorde con le sue parole? O meglio, sia insitamente d'accordo, ma non voglia che si venga a sapere che è , come suo solito, spudoratamente provocatorio?

Io , invece, signor Feltri, credo che la vostra credibilità stia rasentando il pavimento, le vostre funzioni da Pinscher e Schnauzer siano decisamente ridicole, e soprattutto vado convincendomi che per voi, oramai, offendere la dignità intellettuale non sia più un semplice obbiettivo, ma quasi un obbligo politico.

Mezza Italia sa bene quanto l'ala cattolica appoggi Berlusconi e quanto sarebbe sconsiderevolmente svantaggioso perdere quella parte cospicua di elettori.

Mezza Italia, forse, si è accorta dell'ennesima bufala giornalistica, visto che degli affari giudiziari del direttor Boffo ne facciamo volentieri a meno in quanto privato cittadino, mentre non faremo mai a meno di conoscere più dettagli autorizzabili possibili sul nostro capo del Governo.

Come sempre, l'informazione latita.

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