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domenica 9 agosto 2009

Giornalismo alla sbarra - Art.5

Piano casa.

Poco se ne parla, tante sarebbero le contraddizioni e i pericoli da rilevare, ma i giornali ne parlano confusamente e senza darci troppi dati interessanti e allarmanti.

Il Corriere scrive dell'argomento sottolineando l'approvazione unicamente della maggioranza alla manovra, e inoltre ne accenna le tuonanti difficoltà alle quali andremo incontro per questa legge.

Il Giornale, totalmente non curante delle problematiche che si celano dietro al progetto, ne illustra le basi fondamentali, senza approfondirne alcunché, per ovvi motivi.

Il reportage più adatto e convincente sull'argomento è quello dell'Espresso scritto e realizzato da Paolo Biondani, che sul giornale del 6 agosto espone diversi aspetto per i quali l'operazione edilizia è alquanto dannosa e per nulla efficente.

Cosi recita: "La crisi e il crescente indebitamento delle imprese e delle famiglie compromettono le capacità di investimento dei privati. A guadagnarci sicuramente saranno pochi grandi speculatori. Mentre per la maggioranza dei cittadini il nuovo boom dei cantieri rischia di produrre danni a lungo termine molto più gravi dei benefici apparenti e immediati."

La fonte che avverte il problema è l'Istituto nazionale di statistica.

Biondani prosegue:"Dagli anni Novanta i comuni italiani stanno autorizzando nuove costruzioni a ritmi vertiginosi: oltre 261 milioni di metri cubi ogni 12 mesi. Nel giro di tre lustri, dal 1991 al 2006, ai fabbricati già esistenti si sono aggiunti altri 3 miliardi e 139 milioni di metri cubi di capannoni industriali e lottizzazioni residenziali."

Ancora più importante ciò che ricorda qui di seguito:"L'escalation edilizia, come certifica sempre l'Istat, non ha alcuna giustificazione demografica. Tra il 1991 e il 2001, date degli ultimi censimenti, la popolazione italiana è lievitata del 4 per mille, immigrati compresi, mentre "le località edificate sono cresciute del 15 per cento".Nonostante questo, dal 2001 al 2008 il consumo di territorio è aumentato ancora: in media del 7,8 per cento, con punte tra il 12 e il 15 in Basilicata, Puglia e Marche e un record del 17,8 in Molise."

In contrasto con ciò che sta attuando l'intera Europa Damiano di Simine, responsabile di Legambiente, ci spiega che "gli oneri di urbanizzazione, da contributi necessari a dotare le nuove costruzioni di verde e servizi, si sono trasformate in entrate tributarie, per cui le giunte più ricche e magari più votate sono quelle che favoriscono le speculazioni".

Infine, Paolo Pileri, responsabile dell'Osservatorio che si è occupato del problema ribadisce gli abissi che ci separano dall'Europa che conta affermando che "in Germania, Olanda, Gran Bretagna,Svezia e Svizzaera i governi cambiano le leggi urbanistiche per limitare fino ad azzerrare i consumi di suolo. Mentre in Italia non abbiamo neppure dati attendibili".

Come se non bastasse, puntiamo pure su un nuovo "boom edilizio".

Ennesima operazione di questo governo da commentare e criticare, ma la stampa sembra aver altro a cui pensare.

Sbagliamo noi, al solito.

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