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sabato 15 agosto 2009

Giornalismo alla sbarra - Art.6


Un personaggio sempliciotto, bravo con le parole, ma neanche troppo, assalito dalla smania di contraddizione, frettoloso nei suoi articoli, criticone sull'informazione altrui, ma in realtà poco costruttivo lui.

Lui, Filippo Facci, si è dilettato in un articolo dal gusto tragi-comico, concependo un pensiero frustato, quasi scottato, allarmante per i lettori.

L'ennesima manfrina politico-umana, basata su dichiarazioni riportate male ed estratte erroneamente da contesti storici ben definiti, l'ennesimo gioco allo scacco matto giornalistico, non rammentando che l'unico ad autoschernirsi è proprio lui.

Facci afferma:"Se non c’è frase di Bocca che si possa «estrapolare dal contesto», è perché il contesto è lui stesso: un antifascista d’acciaio che fu fascista e fu persino imberbe antisemita, un asperrimo nemico di Berlusconi che tuttavia lavorò nelle sue tv - «L’ho fatto per i soldi», spiegò in un’intervista a Oreste Pivetta sull’Unità del 14 marzo 2006 - e poi un antileghista dopo aver tifato ardentemente Umberto Bossi: «La Lega mi ricorda noi partigiani quando scendemmo dalle montagne», scrisse nel 1993."

Bisognerebbe spiegare, al signor Facci, che descrizioni non sue andrebbero debitamente virgolettate. Infatti questa definizione di Bocca risale al 26 ottobre 2006,in un'intervista a Giampaolo Pansa e le parole sono proprio di quest'ultimo . Si sa, in pessimi rapporti col collega.
Inoltre,quelle parole " L'ho fatto per i soldi" hanno una loro dubbia verità.
Piuttosto è interessante leggere l'intervista fatta direttamente a Giorgio Bocca, nelle quali chiarisce quali siano state realmente le sue considerazioni riguardo l'ambiguità brigate rosse e nere e riguardo al suo appoggio a Berlusconi sulla guerra di Segrate.


Prosegue il mesciato:"Tutto ciò lungamente premesso - scusate, ma era necessario anche per rispetto sincero a un monumento del giornalismo - certo opinionismo superficiale e veemente, aggiornato a trent’anni prima e senza vergogna di sfigurare, è il peggio della Prima Repubblica e va solamente svergognato senza pietà: è quello che farebbe Bocca - un Bocca giovane, informato, «sul pezzo» - ed è quello che vuole la pubblica decenza."

Basterà questa pagina al signor Facci per rendersi conto delle enormi assurdità che è riuscito ad esprimere, mettendo in dubbio una colonna portante del giornalismo nostrano, alludendo a documentazioni superficiali.

E ancora continua questo spiritoso giornalista discutendo della faccenda Borsellino-Sciascia e Orlando-Falcone.
In entrambi i casi storpia la realtà.
"Delle sanguinose polemiche" che sarebbero intercorse tra i due non c'è traccia. Piuttosto si hanno ricordi ben precisi di ciò che disse Sciascia, e sulle quali affermazioni dopo vent'anni la signora Borsellino si è sentita di convenire.
C'era chi presiedeva la commissione Antimafia per fare carriera, questo denunciava Leonardo Sciascia.

"Discutere sull’opportunità e il dubbio tempismo dei riferimenti di Sciascia era legittimo, ma trasformare il dibattito in un referendum pro o contro Leoluca Orlando, sindaco “in prima linea” di Palermo, e Paolo Borsellino, nascente emblema dell’antimafia, fu dissennato. Significava svuotare di ogni logica le parole dello scrittore, renderle imperdonabili, disperderne l’alto valore civile e il significato profetico."

La seconda questione tra Orlando e Falcone,si discosta da ciò che ha precipitosamente affermato Facci.

"Giovanni Falcone, accusato da Orlando di tenere nascoste nei cassetti le carte sugli omicidi eccellenti di mafia e le prove delle collusioni di politici con Cosa nostra. L'accusa culminò in un esposto presentato al CSM dallo stesso Orlando l'11 settembre 1991, che costrinse Falcone a doversi difendere davanti all'organo supremo della magistratura italiana." ( da Wikipedia)

Non sono criminali né i dubbi di Orlando, considerando che quando si è innocenti si ha tutti i modi per poterlo dimostrare, come avrebbe sicuramente fatto il grande magistrato Falcone.
E' quindi ambiguo parlare di questa diatriba in maniera cosi ristretta. E' più interessante riprendere in toto tutte le parole di Gerardo Chiaromonte, il quale parlò a proposito di queste vicende.
Inoltre, se ci proponiamo di leggere tutto ciò che ebbe da dire Chiaromonte, ci rendiamo conto che Orlando aveva una posizione, se non marginale, per lo meno innocente.

Infine , il servetto del padrone arieggia banali conclusioni sulle reazioni della Politica, chiaramente indignate dalle parole di Bocca, e dalle sue allusioni ai rapporti Mafia-Politica, considerandole
"che sulle «trattative» tra Stato e mafia di inchieste ne hanno già fatte un miliardo", ma dimenticandosi che ciò che sta uscendo dai processi di questi tempi non sono bazzecole, ma fatti scottanti.

Forse , come sempre non conviene riportare la realtà, ma fare una miscela poco gustosa di colori non complementari e nemmeno compatibili.
Un melting pot di lingue incomprensibili, un insieme di valutazioni sommarie e poco collegate.
Il giornalismo da schifo, ci permetta Facci, è il suo, al servizio del padrone e servo del potere, quello vero.

Vi lascio due allegati molto interessanti riguardo altre inesattezze dell'articolo di Facci e un terzo sulla sua dubbia personalità:

Le verità sul pensiero di Bocca sulla Lega

Intervista a Francesco Petruzzella, autore delle critiche a Sciascia che scatenarono polemiche


Articolo di Facci , censura di alcuni commenti e risposte risibili ai commentatori.


Immagine tratta da http://www.telemac0.net.

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