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martedì 25 agosto 2009

Pensare Globale, Agire Locale - Art. 6

E’ un peccato che Verona risponda spesso “assente” alle manifestazioni pubbliche come quella svoltasi in piazza Brà sabato scorso, 22 agosto.

La manifestazione “per le donne iraniane” poteva essere un’ottima via per manifestare la nostra solidarietà alle vedove e/o alle madri che hanno perso marito e/o figli nelle proteste contro quelle elezioni che hanno visto vincere Ahmadinejad non senza una polemica. Purtroppo, però, il numero dei presenti non superava la ventina di persone. Lo scarso numero di partecipanti non ha però intimidito le “signore vestite di nero”, che hanno tenuto per un’ora i cartelloni che potete vedere nella foto.

“Perché?” si sarà chiesto qualche passante incuriosito. Perché così fanno le donne del Comitato delle madri in lutto (iraniane) che ogni sabato dalle 19 alle 20 si radunano nelle piazze e nelle strade della propria città. Rigorosamente in silenzio. Per non dimenticare, anzi, per ricordare.

Un atto coraggioso che si sta diffondendo in tutta Europa, dove tante donne vogliono esternare la loro vicinanza a queste madri emulando questo sentito rituale.

Qualcuno si fermava a guardare, qualcuno chiedeva informazione, qualcuno si allontanava dopo una sbirciatina ai cartelloni, qualcuno non ci faceva nemmeno caso.



Così scrive Shirin Ebadi, premio Nobel per la Pace nel 2003, nella lettera d’appello a tutte le donne consapevoli del mondo (che veniva consegnata in forma cartacea ai passanti):


“La tragedia dell’Iran è molto più ampia di quanto avremmo mai potuto immaginare.

La gente scesa in piazza per esprimere pacificamente il dissenso ai risultati elettorali ha ricevuto in risposta pallottole e manganelli e molti tra gli scampati sono stati arrestati nei giorni successivi alle proteste.

I programmi della radio e della Tv di Stato iraniana hanno annunciato inizialmente 8 morti, successivamente 11, ma ad oltre un mese dalle manifestazioni di strada, i nomi di molti “scomparsi” non sono nelle liste né degli uccisi né degli arrestati.

Molte madri angosciate continuano a chiedere alle autorità informazioni sui loro amati dispersi, ma non ricevono risposte. Ora che le famiglie stanno lentamente ricevendo i corpi dei loro figli ammazzati, è divenuto chiaro che il numero delle morti è molto più alto di quello annunciato dal Governo della repubblica islamica. Inoltre, le famiglie sono state costrette a firmare accordi in cui si impegnano a non rivelare come e dove sono morti i loro cari.

Ma non è possibile nascondere sempre la verità, non è possibile far tacere i pianti, così la tragedia si sta mostrando sempre più chiaramente agli occhi del popolo iraniano, a mano a mano che i giorni passano.

Molte madri i cui figli e figlie sono stati ammazzati o sono anco

ra tra i dispersi o sono in prigione hanno formato il Comitato delle madri in lutto. Ogni sabato dalle 7 alle 8 di sera, le madri di questo Comitato e altre donne solidali con loro, vestite di nero in segno di lutto e in silenzio, si radunano nei parchi pubblici delle loro città e stanno in piedi, vigili e silenziose per esprimere il loro dolore.

Vorrei esprimere il mio profondo dispiacere e le mie condoglianze alle madri che hanno perso i loro cari per la libertà e la democrazia in Iran, mi levo in piedi in solidarietà con le madri che stanno ancora cercando i loro figli dispersi e unisco il mio dispiacere per il gran numero di giovani donne e uomini iraniani in prigione per il loro pacifico attivismo civile.

Invito tutte le donne del mondo che amano la libertà a riunirsi ogni sabato nelle loro città vestite di nero per far sentire la loro solidarietà con il Comitato delle madri in lutto in Iran e aiutarle a far sentire la loro voce a tutto il mondo.




(Questo post avrebbe dovuto essere pubblicato sabato scorso, ma per motivi personali io e mio fratello abbiamo qualche difficoltà ad aggiornare il blog in questi giorni. Ci scusiamo per il disagio.)

Alla prossima manifestazione!

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