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mercoledì 30 settembre 2009

Pensare Globale, Agire Locale - Art. 10

In data martedì 22 settembre 2009, a pagina 15 del quotidiano l'Adige (Tn) ho trovato un interessante articolo che non mi è parso essere stato particolarmente divulgato da altri mezzi di informazione, come invece qualcuno avrebbe certamente dovuto fare.

L'argomento è già stato analizzato, in parte, su fratellipolemici nel seguente articolo: LINK. In quel articolo, però, la notizia presa in esame aveva conosciuto un'ampia diffusione in tutta Italia grazie a quella fantastica operazione mediatica che aveva messo in pratica il ministro per l'Istruzione Mariastella Gelmini (nonché il Governo). Stiamo parlando di quella, ormai famosa, classifica delle università italiane che sicuramente aveva fatto esultare l'Ateneo di Trento per essere arrivato in cima alla classifica dei migliori atenei italiani: i cosiddetti atenei "virtuosi".

David Zanotti, dell'Unione degli universitari di Parma, riporta l'Adige, spiega che "quella diffusa a luglio è solo una valutazione su quanti soldi in più o in meno hanno ricevuto le università rispetto all'anno prima".
Gino Ferretti, rettore di Parma, dice: "Il ministero ha diffuso come classifica una cosa che in realtà è soltanto una percentuale di finanziamento dato all'università". Di fatti, Trento risulta essere quatordicesima nella ricerca e trentacinquesima nella didattica.
Aggiunge Ferretti: "Io contesto il contrabbandare come classifica di merito quella che è una ripartizione delle risorse secondo nuovi criteri che non sono quelli di merito"

Per spiegarvi meglio come funzionano le cose ecco l'esempio che riporta l'Adige:
Mettiamo il caso, totalmente inventato, che La Sapienza di Roma abbia un fatturato annuo di 500 milioni di euro. Il 7% di questo introito, e cioè 35 milioni di euro, viene consegnato al Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) che servirà a ridistribuire i fondi tra tutte le università italiane. D'altra parte, assumiamo che l'Ateneo di Trento fattura 50 milioni di euro l'anno: allora dovrà versare 3,5 milioni di euro al Ffo. Bene, tutto ciò significa che se l'Ffo decide che La Sapienza e Trento hanno lo stesso merito allora verranno dati (35+3,5)/2=19,25 milioni di euro a ciascuna delle due, ma è evidente che nella classifica Trento sarà in alto (perché ha preso 15,75 milioni in più), mentre La Sapienza sarà in basso perché ha perso proprio quei 15,75 milioni di euro.
La classifica in questione è quindi stata fatta andando a vedere quanto ha preso un Ateneo rispetto a quello che ha dato al Ffo. E' così comprensibile come mai Trento, in realtà, possa benissimo non avere la miglior ricerca, né tantomeno la miglior didattica in Italia.

Qualcuno ha dunque fatto passare una classifica per quello che non è, qualcuno ha giocato al gioco delle tre carte. Per dirla alla Ferretti: "la tabella presentata dal ministro Gelmini non è quella del merito degli atenei secondo Qt (cioè il parametro che identifica la qualità della ricerca più quella della didattica). E' quella dei definitivi trasferimenti di fondi che prevedono i tagli che il ministro voleva nascondere con questa grande operazione mediatica".

La precisazione andava fatta.

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