Il governo vuole dirigere la tv di Stato a tutti gli effetti e vuole far passare uno scudo fiscale che sa tanto di ennesimo condono non proficuo e atto ad avantaggiare i più furbi, in senso negativo naturalmente.
Queste le tematiche discusse da Travaglio, il quale parte dalla gravissima intromissione che sta attuando in quest'ultimo periodo il governo, nella persona di Claudio Scajola ( ma nella testa di Berlusconi, "as usual" ), alla quale si accostano epiteti errati, considerandola ad esempio molto vicina agli editti bulgari ed epurazioni varie. Se è vero che il concetto di fondo rimane quello, la gravità del fatto aumenta di volume. Infatti, stanno imponendo per iscritto, quindi per legge, cio' che avevano sempre fatto soltanto a voce o soltanto a potenti richiami alla tv di stato. Inoltre, altra grande differenza, stanno pretendendo che ad intervenire nelle conduzioni e nelle gestioni dei programmi della Rai sia il governo, cioè un'unica parte politica, violando la stessa Legge Gasparri che dà in mano al Parlamento il potere decisionale.
Quindi, l'intenzione è di rendere totalmente dipendente dai controllati i loro controllori. Follie.
Ugualmente preoccupante è il fronte scudo fiscale. Perchè? Perchè più che un equo scudo fiscale esistente già negli Stati Uniti ( si paga una tassa di rientro del denaro "sporco" del 49 % ) e in Gran Bretagna ( si paga una tassa di rientro del denaro "sporco del 44%) , è l'ennesimo regaluccio agli evasori e alla criminalità organizzata. Infatti i ladroni che faranno rientrare i loro soldi , tra l'altro il teorico "rientro" sarebbe tutto da verificare, viene fatto tassare il 5%. Bazzecole.
Inoltre, come se già non bastasse questo insulto morale a chi fatica e paga sempre le tasse, il tutto avverrà in anonimato, come non avviene negli altri paesi, e il decreto Fleres ammette che siano pure esenti dai reati penali che stanno a monte delle infrazioni fiscali. Disastri.
Unica operazione da compiere nell'immediato per voi lettori di fratellipolemici e per voi ancora speranzosi in una giustizia uguale per tutti, è quella di leggere la lettera inviata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano da parte di Bruno Tinti, esperto in affari economico finanziari e firmare l'appello allegato.
Perchè gli sforzi degli onesti non vengano divorati dalle furbate dei disonesti.
Ri-Passaparola.
Immagine tratta da http://ideesparse.com e fotomontata da fratellipolemici.
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martedì 29 settembre 2009
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