Come ha preso forma il villaggio N’dem? Ci parli delle sue radici?
Innanzi tutto bisogna distinguere tra Dhara e villaggio di N’dem. Il villaggio di N’dem è stato il primo villaggio musulmano di tutta questa zona. In questa area, infatti, vi era una lunga tradizione pagana fino a quando mio trisnonno non fece conoscere l’Islam. Lui un giorno se né andò dal villaggio per tornarvi solo dopo 10 anni. Al suo ritorno gli abitanti lo risparmiarono da una severissima pena, grazie alla posizione influente della famiglia, consentendo a che vivesse ancora ma non più tra la gente del villaggio. Esiliato, creò una sua piccola comunità di discepoli creando un nuovo villaggio: N’dem. Ebbe molti figli e l’ultimo di essi, Maam Samba, è mio bisnonno. Grazie a lui N’dem ha acquisito un grande spessore spirituale perché egli era un grande religioso e un curatore. Egli curava le persone con turbe psichiche di natura spirituale e fu uno dei primi discepoli di Cheikh Ahmadou Bamba Mbackè (Serigne Touba), fondatore della Mouridya. Mio padre invece è partito per Dakar spezzando così la catena spirituale legata a N’dem. Io sono tornato per riprendere questa tradizione spirituale. Al mio ritorno ho trovato ancora numerosi discepoli di mio nonno e ciò ha facilitato notevolmente lo sviluppo del progetto economico sociale dell’Associazione dei Villaggi e l’opera religiosa del Dhara.
Qual’è l’organizzazione del Dhara? Come avviene la ripartizione dei lavori? Come si differenzia dall’organizzazione del Centro Mestieri?
Il Dhara si distingue dall’attività della Ong. Le attività all’interno del Dhara sono svolte dai discepoli, ovvero quello persone che stanno facendo una sorta di apprendistato spirituale. Uomini e donne vivono e lavorano in funzione delle esigenze della comunità del Dhara secondo regole e principi spirituali condivisi da tutti. Durante la stagione delle piogge ci si occupa del lavoro dei campi. L’agricoltura è la principale attività del Dhara, coltiviamo arachidi, miglio, fagioli e byssap. Nella stagione invernale, molto secca, l’occupazione principale è cercare il pascolo per gli animali, infatti alleviamo cavalli, mucche e montoni. Vi sono inoltre numerose piccole occupazioni relative alla vita nel Dhara, per quanto concerne l’organizzazione i discepoli fanno riferimento a me. Soxna Aissa, invece, si occupa dell’organizzazione dei lavori domestici all’interno del Dhara. Lei dispone i lavori di pulizie, la cucina, gestisce le spese della comunità e infine si occupa della conservazione e distribuzione dei raccolti. Tutte le persone che lavorano e vivono nel Dhara sono qui per un legame spirituale diretto con me. Il centro mestieri è organizzato in modo molto diverso. Vi è, infatti, del personale specializzato, scelto tra gli studenti di Dakar, che ricopre i ruoli di responsabilità e coordinamento nella produzione (un manager, un contabile, un responsabile di produzione, un responsabile dei partner esteri, un tesoriere). Ora io e Soxna Aissa ricopriamo solamente un ruolo di supervisione e consiglio.
In che modo viene gestito a N’dem l’ordine sociale? Come vengono risolte eventuali controversie? Come vengono accettate le decisione per il progetto sviluppo?
Ogni Atelier è autonomo e gestito indipendentemente. Vi sono riunioni tra i lavoratori per stabilire priorità e risolvere le questioni che possono sorgere. Inoltre, vi sono mensilmente delle riunioni tra i responsabili degli atelier della Ong. Eventuali problemi di contrapposizione e conflitto devono essere risolti in questi momenti. Se dovessero sorgere problemi molto gravi difficilmente risolvibili, io e Aissa possiamo intervenire eccezionalmente per cercare una mediazione e risoluzione pacifica della controversia. In tutti questi anni, comunque, non si sono mai presentate situazioni conflittuali gravi. Questo perché, anche al di fuori della comunità, è molto
Da un punto di vista prettamente formale, come sono regolati i rapporti di lavoro all’interno del Centro Mestieri? I dipendenti sono soggetti ad un contratto di lavoro secondo il diritto statale senegalese?
No, siamo molto dipendenti. Non vi sono relazioni formalizzate secondo il diritto nazionale. Nonostante ciò i rappresentanti dello stato, il prefetto ed il governatore, ci fanno visita molto spesso e sono molto felici dello sviluppo portato da questo progetto. Siamo molto indipendenti anche per quanto riguarda la questione fiscale. L’idea dei governanti è che a tutte le strutture e i servizi, che siamo riusciti a portare in questa zona, avrebbe dovuto provvedervi lo stato. Perciò il centro mestieri, grazie alla funzione sociale che svolge, non è soggetto
Partendo da questa formale autonomia verso lo Stato, è possibile individuare la fonte dei diritti e doveri degli abitanti di N’dem? Qual è dunque l’ordine giuridico attuale?
In questa area il diritto islamico è molto forte e regola la maggior parte della vita delle persone. Esiste tuttavia una organizzazione amministrativa statale. Questi due caratteri si fondono insieme per costituire un sistema ibrido. Ogni villaggio, formato da circa 200-300 persone, è autonomo e ha un capo villaggio (Chief de Village). Solitamente questa carica è ricoperta dalla persona più anziana appartenente alla famiglia fondatrice del villaggio. L’insieme dei villaggi di una determinata zona sono sottoposti alla responsabilità della Comunità rurale al cui capo siede un presidente. Vi sono poi le amministrazioni del dipartimento ( con il suo Chief de Department) e della regione. Il prefetto è un’istituzione intermedia responsabile del territorio corrispondente a tre-quattro comunità rurali. l capo villaggio è il tramite amministrativo tra gli abitanti e lo stato. Si occupa infatti dell’organizzazione delle elezioni e del pagamento delle tasse allo stato . Tutti i villaggi intorno a N’dem sono musulmani e successivamente di confessione murid. Il dhara di N’dem è riconosciuto da tutta la popolazione ma questo non significa che tutti siano discepoli di Serigne Babacar. Vi sono molti maestri spirituali ed ognuno è libero di scegliere la propria guida senza legami preferenziali legati al territorio. Bisogna inoltre sapere che le regole di vita ed etica sociale non sono strettamente legate alla guida religiosa. Ad esempio, tutti i Bay-fall seguono la medesima condotta divita insegnata da Cheikh Ibrahima Fall. Questi principi sono
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