I BAYE FALL
Finalmente, dopo la lunga premessa sul pensiero murid, possiamo parlare nello specifico del pensiero Baye Fall.
I Baay Fall sono discepoli di Serigne Ahmadou Bamba e Cheikh Ibra Fall.
Il termine Baay Fall è composto da baay, in wolof padre, e Fall, cognome tipico della popolazione wolof e patronimico del fondatore, Cheikh Ibrahima Fall.
Letteralmente significa “Padre Fall’’ ed ha un’accezione rispettosa.
In origine i Murid non si differenziavano in alcun modo dai Baay Fall, solo in seguito i taalibé di Cheikh Ibra Fall si sono distinti per comportamenti e pratiche spesso criticate dalle altre confraternite. Essi lavorano duramente e senza retribuzione per i discendenti Cheikh Ahmadou Bamba, così come fece Cheikh Ibrahima Fall per Khadimou Rassoul e come Ibra Fall giurano fedeltà e obbedienza al marabutto.
I Baay Fall non si interessano ai beni materiali, lavorano duramente solo per Dio e per lo Cheikh perché il lavoro permette loro il perfezionamento spirituale. Come in passato dissodano ettari di terreno ogni anno, e assicurano copiosi raccolti alle piantagioni di miglio e di arachidi dei marabutti.
La loro istruzione è affidata a scuole coraniche tradizionali, daara, ma essi praticano la religione in un modo non esattamente canonico: spesso al posto delle cinque preghiere quotidiane recitano il cruss, anche molto a lungo magari per intere nottate, durante il Ramadan invece di digiunare si occupano di lavorare per assicurare cibo al marabutto o ai più bisognosi, in questo modo si dice che “paghino” il digiuno. Una leggenda vuole che queste loro esenzioni derivino proprio da Cheikh Ibra Fall, al quale Cheikh Ahmadou Bamba avrebbe chiesto di non praticare per timore del suo eccessivo zelo religioso. Nei momenti di intenso fervore religioso alcuni taalibé dall’elevata sensibilità raggiungono l’estasi.
I Baay Fall sono orgogliosi della propria struttura societaria basata sulla solidarietà. Il contributo di ognuno è decisivo per realizzare opere o fare fronte ad eventi sociali. Le somme raccolte sono gestite dal gruppo, attraverso una tesoreria comune o direttamente da un marabutto, attorno al quale gravita tutta la vita comunitaria.
Durante i Magal, soprattutto in occasione del Gran Magal di Touba, e in occasione delle feste religiose si occupano dell’allestimento e della gestione della città di Touba.
I veri Baay Fall rifiutano la violenza e aborrono l’individualismo e l’ostentazione, vivono in comunità e in sobrietà, non hanno il diritto di possedere beni immobili (se non, in condivisione, la casa in cui abitano) o conti correnti. Conducono una vita molto austera e distaccata.
Anche il loro abbigliamento simboleggia la morigeratezza e il rifiuto dei beni materiali o di artifici estetici: vestono abiti fatti di jaxass (ritagli di tessuti diversi cuciti insieme, 99 più uno, come i nomi di Dio) e lasciano che i loro capelli si intreccino in dreds simili a quelli dei rasta, in vita stringono una grossa cintura che permette loro di comprimere lo stomaco per resistere ad un lungo giorno di lavoro o a una notte intera di khassaïd.
Sul piano culturale, l’originalità dei Baay Fall consiste anche nel rifiuto della “contaminazione” con un netto distacco sia dall’Occidente che dalla cultura araba. Il loro wolof è più puro e originale di quello moderno.
Purtroppo spesso la figura del Baay Fall, è storpiata dall’immaginario popolare o dalla commistione con quelli che vengono ironicamente chiamati Baay faux (in francese, falsi) vagabondi che vivono mendicando, spesso personaggi aggressivi, molto lontani dall’ascesi e che si prendono molte “licenze” ma i veri Baay Fall sono persone umili e profondamente religiose.
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