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martedì 27 ottobre 2009
Ri-Passaparola - Art.18
Strane influenze, neanche a dirlo, sempre dallo stesso interprete: Silvio Berlusconi.
Vorrei premettere l'articolo di oggi sulla puntata di ieri di Travaglio dedicando l'incipit ad una analisi logica di cio' che accade oggi nel cuore dello Stivale.
In qualunque scandalo, in qualunque faccenda poco chiara, in qualunque calunnia, offesa, insulto c'e' sempre di mezzo il Cavaliere.
Voglio dire: Non sarebbe forse ora che si provasse a capire che non si tratta di un accanimento ( cosa ne verrebbe di prolifico, escludendo querele e pignoramenti, ad un giornalista nel continuare a trattare dei fatti mettendoci dovutamente sempre di mezzo il Silvio nazionale) contro l'uomo piu' perseguitato della storia italiana ( chissa' perche'?), ma semplicemente di una constatazione veritiera dell'influenza trasversale che quest'uomo, nella sua storia politica e non, e' riuscito ad imprimere a personaggi ai qualsiasi fazione e di qualsiasi toga.
Chiusa la parentesi iniziale, partirei con l'approfondire l'argomento di Travaglio.
Debutta rimembrando la storia di Di Pietro, il quale nel 1994 aveva , a quanto pare, tutte le carte in tavola per poter mettere alle strette e addirittura "incastrare" Berlusconi. Quest'ultimo rinviera' continuamente le date degli interrogatori. Accanto a questo filone, c'era quello del caso Gorrini, il quale era un uomo oramai perduto e in preda alla galera per bancarotta, che stava facendo girar voce che presto' denaro a Di Pietro per agevolazioni in campo giudiziario. In realta', come poi si e' pronunciata anche la Procura di Brescia , Di Pietro e' stato scagionato da qualsiasi accusa, avvalorando la sua tesi iniziale nella quale sosteneva che quei 100 milioni e quella Mercedes di seconda mano arrivavano da un suo caro amico , Osvaldo Rocca, il quale era collega di Gorrini.
In quel periodo Cesare Previti, allora ministro della Difesa ma sempre negli affari di Giustizia, chiama Di Pietro informandolo di sinistre storie che girano sul suo conto.
Le solite notizie che alcuni sanno, e gli altri no.
Di Pietro poi si dimettera', a quel punto Berlusconi, vista la popolarita' indiscussa dell'ex pm gli proporra' una poltrona dalla sua parte. Di Pietro rifiuta per motivi politici e giudiziari, poiche' non sarebbe mai andato dalla parte di chi voleva condannare e non si sarebbe mai inoltrato in politica essendo sotto processo, per coerenza con cio' che disse tempi addietro.
Di Pietro verra' assolto e accettera' il ministero dei Lavori Pubblici dal governo del 96' di Romano Prodi.
Il parallelismo e' con Piero Marrazzo, nella cui storia recentissima si intrecciano scoop e notizie che, guarda a caso, sono sempre organi di proprieta' berlusconiana ad avere in mano. Non per chissa' quale caso, semplicemente perche' quando si hanno giornali, riviste , televisioni e via dicendo, e' pressoche' impossibile non poter approfittare di certe occasioni.
Il caso Marrazzo e' cosi riassunto: il governatore del Lazio si fa fotografare in compagnia di un trans e di presunta cocaina, cade al ricatto di quattro poliziotti di pessima professionalita'.
Questo video scandalo finisce nelle mani di Scarfone, uno che lavorava con Corona, il quale svolge il suo lavoro proponendo il filmino alle riviste di gossip. Oggi rifiuta, Chi, proprieta' Mondadori, ci fa un pensierino, nella persona di Signorini, pur rifiutando.
Chiaramente quel filmino viene visto dal Presidente del Consiglio, poiche' il suo giornale Chi ne ha avuta disponibilita', e avvisa personalmente Marrazzo di cio' che girava su di lui.
Non fosse che poi i carabinieri vengono a sapere di cio', e le difese convinte di Marrazzo si sciolgono miseramente.
Chi avra' confidato del videotape ai carabinieri del Ros, considerando che pochi intimi erano a conoscenza di tutto cio'?
Conclusioni non si possono tirare.
Gli indizi, solitamente, fanno le prove.
Ri-passaparola.
Immagine tratta da http://raissa.ilcannocchiale.it e fotomontata da fratellipolemici
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