La via Sufi che... porta a N'Dem
E' giunto il momento di aggiungere un ulteriore tassello nella descrizione di N'dem e dei suoi progetti. Alla radice dell'intero percorso di autosviluppo portato avanti da Babacar e Aissa v'è una fortissima spinta spirituale. Serigne Babacar M'bow è infatti anche un "marabutto", la guida spirituale Bayefall del daara di N'dem.
Per iniziare a parlare di questo mondo religioso, a noi totalmente estraneo e sconosciuto partiamo dall'inizio...
Stiamo parlando di Islam in Africa, il cosiddetto Islam Nero. Il termine è stato coniato in epoca coloniale per teorizzare la disgiunzione dall’ortodossia coranica in favore del sincretismo. Questa accezione di Islam nero, per quanto in parte fondata, è certamente inattuale. Sul piano dogmatico l’Islam è certamente Uno, tuttavia i modi di azione islamica variano significativamente da una regione del mondo ad un’altra. Il fenomeno islamico a sud del Sahara è caratterizzato principalmente da eterogeneità e dinamismo. Essi derivano dalla capacità delle confraternite sia di differenziarsi su base territoriale ma soprattutto di crescere e diffondersi sviluppando percorsi teologici differenti. Non si tratta quindi di una semplice multiformità del fenomeno scomposto e regionalizzato bensì di una realtà composita e complessa che vede confrontarsi sufismo ed antisufismo, movimenti riformisti fortemente mistici e tendenze pragmatiche per la modernizzazione.
Per capire questo pensiero mistico è dunque indispensabile familiarizzare con alcune categorie. La prima di queste è la riflessione SUFI.
La parola "Sufi" ha una triplice etimologia:
1) gli "ahl us-Suffa" erano "quelli della veranda", i Compagni del Profeta (s.A.'a.s.) Muhammad (Su di loro siano le benedizioni e la pace) che avevano lasciato tutto pur di vivere quanto più vicino al Profeta (s.A.'a.s.). Risiedevano sotto una veranda fuori della casa di Aisha. Quando il Profeta (s.A.'a.s.) usciva erano i primi ad incontrarlo, quando riceveva un dono lo divideva con loro. Il Profeta (s.A.'a.s.) mostrò per loro i suoi poteri miracolosi facendo moltiplicare il contenuto di un bicchiere di latte che fu sufficiente per tutti. Vivevano senza possedere nulla ed in continui digiuni e devozioni.
2) "Suf" vuol dire lana. I Sufi dei primi secoli erano asceti che vivevano nei deserti vestiti di una lunga tunica di lana, loro unica proprietà, insieme al secchiello per l'acqua. Questa tunica era ovviamente logora e rattoppata. Queste toppe, cento come i nomi di Allah menzionati nel Corano, in epoca più tarda divennero colorate, fino a diventare il "costume" tipico del "Dervish" (poverello) del medioevo. Se vi é capitato di vedere nelle nostre strade i Muridi Baifal senegalesi potete capire come questa tradizione sia ancora viva.
3) "Safa" vuol dire purezza: i Sufi sono i Puri. Per questo se chiedete a uno se é un Sufi, non sentirete mai dire di sì, perché chi lo é, per modestia non lo dice.
I Sufi quindi sono parte integrante della Storia delle religioni, nati al tempo del Profeta (s.A.'a.s.) che era il continuatore del messaggio di Gesù, Salomone, Davide, Mosé, Abramo, Noè, Idris (Ermete trismegisto), Adamo, ecc. (Su di loro tutti siano le benedizioni e la pace).
Fino al secolo scorso, prima dell'avvento del pensiero modernista e riformatore, foriero delle disgrazie e le violenze attuali, nei paesi musulmani "'Ilm ut-Tasawwuf" (Scienza del Sufismo) era materia di insegnamento nelle università islamiche (perché a cosa servonoImam, Dottori della Legge pieni di orgoglio, superbia, miseri di cuore, invidiosi, ecc.?!!) Gli Imam, come tutti del resto, erano socialmente invitati a sottomettersi non solo allo studio di libri, ma anche alla pratica della Scienza della Purificazione dei Cuori, per raggiungere le Virtù dell'Eccellenza (Ihsan) nelle mani di uno Shaikh Sufi.
Naturalmente vi sono stati tempi in cui, per manifestare l'ipocrisia imperante, i Sufi hanno dovuto proferire affermazioni iperboliche tali da poter suscitare una reazione, per questo alcuni, ma solo alcuni, sono stati tacciati di eresia.
Ma come ben sapete, la Verità non e' per tutti..
Questi versi, un pò eretici, di Ibn l-'Arabi sono forse il modo più immediato per avvicinarsi allo spirito di N'dem, e del suo ispiratore Serigne Babacar M'bow:
Il mio cuore è divenuto capace di accogliere ogni forma
è un pascolo per le gazzelle,
un convento per i monaci cristiani
è un tempio per gli idoli,
è la Ka'ba del pellegrino
è le tavole della Torah,
è il libro del Sacro Corano.
Io seguo la Religione dell'amore,
quale mai sia la strada
che prende la sua carovana:
questo è mio credo e mia fede.
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