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sabato 14 novembre 2009

Servizi bancari e notizie economiche Art. 12

DERIVATI COLLOCATI CON DESTREZZA AL COMUNE DI MILANO: LA PROCURA CHIEDE IL RINVIO A GIUDIZIO DI 4 BANCHE, 11 DIRIGENTI BANCARI, IL DIRETTORE GENERALE PRO TEMPORE DEL COMUNE E UN ESPERTO ESTERNO.
LE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI CHIEDERANNO DI POTERSI COSTITUIRE PARTE CIVILE

Mentre banchieri e finanzieri ricominciano ad operare massicciamente con gli strumenti finanziari che hanno condotto alla crisi il pianeta, la Procura della Repubblica di Milano ha deciso di chiedere il rinvio a giudizio 11 dirigenti bancari, quattro banche, il direttore generale pro tempore del Comune e un esperto esterno per aver piazzato con destrezza strumenti derivati al Comune di Milano.
Non possono che plaudire alla iniziativa della Procura milanese ed, anzi, mi chiedo che cosa stiano aspettando altre Procure per indagare seriamente per quanti hanno messo nei guai, oltre settecento enti locali, collocando prodotti derivati trappola ad azione ritardata, per oltre 27 miliardi di euro.
Mi auguro che l’iniziativa della Procura di Milano convinca banche e dirigenti bancari senza scrupoli a riflettere su responsabilità e conseguenze nel collocare massicciamente strumenti finanziari dannosi per tutti, tranne che per le banche intermediarie.
Le associazioni dei Consumatori faranno di tutto per potersi costituire parte civile.
Ma tant’è che sembra molto più importante e di vitale importanza per il paese “ perdere del tempo “ per la riforma della Giustizia, salvando soprattutto il nostro Premier.
Ma ai cittadini, chi ci pensa più ?
Forse si accontentano solo delle briciole di risparmio, che poi comunque dovranno essere restituite, per il taglio degli acconti IRPEF ?
Il taglio degli acconti Irpef interessa solo marginalmente i titolari di reddito di lavoro dipendente ed i liberi professionisti. Può essere invece più apprezzabile per i titolari di redditi d'impresa quali commerciati o artigiani dove, a seconda del reddito dichiarato, il taglio può raggiungere importi significativi.
Per i liberi professionisti anzichè sugli importi da versare in acconto, sarebbe stato più opportuno agire sulla misura delle ritenute alla fonte, pari oggi al 20 %.
È questo, in estrema sintesi, il giudizio espresso dal Presidente del Cndcec Claudio Siciliotti, nel comunicato stampa diffuso nella serata di ieri, a commento della nuova sforbiciata degli acconti di novembre varata dal governo con dl.
Il giudizio di Siciliotti è arricchito da una serie di esempi e casi concreti, con i quali l'ufficio studi del consiglio nazionale ha cercato di dimostrare l'impatto della riduzione del 20% degli acconti Irpef sulle varie tipologie di redditi potenzialmente interessate.
La scelta del governo di ridurre soltanto l'acconto Irpef 2009, si legge nel comunicato stampa, è senz'altro condivisibile nell'ottica di incentivare i consumi dei cittadini a ridosso delle festività natalizie. Resta però il fatto, prosegue il comunicato, che lo Stato non ha rinunciato definitivamente a tali somme che di qui a pochi mesi dovranno essere restituite con i versamenti a saldo relativi al periodo d'imposta 2009.
''Forse non a tutti e' chiaro che se non si aiuta la piccola e media impresa a uscire dalla crisi, nel 2010 servira' ben altro dello sconto Irpef, perche' migliaia di aziende chiuderanno e avremo per strada centinaia di migliaia di disoccupati''. Lo dichiara Paolo Galassi, presidente di Confapi (120mila pmi associate con 2,5 milioni di occupati). ''La misura del Governo - prosegue Galassi - per il taglio dell'acconto Irpef, che poi deve comunque essere restituito, e' stata definita necessaria per ''equita' e giustizia sociale''. E' probabile che con il fallimento delle piccole imprese manifatturiere e la mobilita' per i lavoratori dipendenti, avremo ben altri problemi sociali''.

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