24 ottobre 2009, ad Amantea la Calabria scende in piazza (Tratto da www.aranciarossa.org)
Materiale radioattivo proveniente da mezza Europa smaltito negli abissi silenziosi del Mediterraneo dalla mano assassina della ‘ndrangheta e il nulla osta di chissà quanti politici italiani. Chi sono i nemici della manifestazione del 24 ottobre? Quanti nemici ha la società civile calabrese scesa in piazza ad Amantea? Vogliamo i nomi dei responsabili e vogliamo rivolgere una semplice domanda ai boss che hanno escogitato il piano suicida: cui prodest?
Legambiente, sulla base dei dati della Direzione Investigativa Antimafia, ha stilato un elenco di affondamenti sospetti avvenuti nel Mar Mediterraneo tra il 1979 ed il 2001. Sarebbero ben 88 le navi in questione: dalla “ASO” affondata a largo di Locri (RC) il 17 maggio 1979 carica di solfato ammonico, alla “City of Hidrya” colata a picco il 26 settembre 2000, passando per un altro celebre caso, quello della “Cunsky”, inabissatasi nel 1991 davanti la costa di Cetraro (CS) e recentemente individuata grazie alle indicazioni del pentito Francesco Fonti.
Lungo la costa del tirreno cosentino l’incidenza dei tumori è elevatissima: Scorie nel mare, nelle montagne di Serra d’Aiello, nel fiume Oliva, nel cemento delle scuole di Crotone. La ferocia dei boss calabresi spaventa, ma non tanto quanto la loro stupidità; per un pugno di lire hanno avvelenato il mare in cui i loro figli fanno il bagno, hanno reso radioattiva la terra in cui loro stessi vivono. Contro l’idiozia di questa gente, contro l’irresponsabilità dei politici e contro chi smaltisce illegalmente i rifiuti pericolosi è scesa in piazza la gente comune calabrese.
Associazioni ambientaliste, pescatori, sindaci, studenti, genitori hanno voluto finalmente alzare la voce e chiedere trasparenza e giustizia. Il tempo incerto non ha fermato i circa 20 mila manifestanti radunatisi sul lungo mare intitolato per l’occasione al comandante di fregata della capitaneria di porto di Reggio Calabria Natale De Grazia, morto misteriosamente nel 1995 mentre indagava sullo strano spiaggiamento della Jolly Rosso avvenuto a Formiciche, nei pressi di Amantea.
Il corteo ha attraversato i caratteristici corsi del centro marinaro scandendo slogan come «Affondiamo la ‘ndrangheta», «La Calabria non è una discarica», «Riprendiamoci la vita, vogliamo la Calabria pulita», «Via i veleni», «Fuori la verità». La protesta della gente comune non si fermerà sulle coste cosentine, è già in programmazione, infatti, una nuova e più imponete manifestazione che presumibilmente porterà a Roma migliaia e migliaia di cittadini. Il nostro dovere, se amiamo la nostra Regione, è quello di partecipare.
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