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lunedì 2 novembre 2009

Il Pianto ed il Riso – art. 10

L'amore alla radice... parla Serigne Babacar M'bow

Con questo articolo si conclude il nostro percorso di scoperta del pensiero religoso alla base di N'dem. Non si tratta di un mio contributo bensì del pensiero sufi spiegato direttamente da Serigne Babacar M'bow. Non c'è copyright perciò diffonde queste belle parole di amore e speranza. Buona lettura.

"A proposito della vita, dell’esistenza ciò che innanzitutto si deve dire è che è piena di mistero:.. di cose molto sottili … cose che sono in rapporto con l’esistenza in una forma che lo spirito può non comprendere totalmente e ancor meno può farlo la ragione.

La ragione è uno strumento importante per l’essere umano, ma ci sono delle dimensioni dello spirito che non sono accessibili da parte della ragione.

Per questo, se ci rifacciamo all’affermazione teofanica secondo la quale tutta l’esistenza ha un’origine divina, comprendiamo anche perché ci sono cose nel mondo e nell’universo che non sono affatto facili da afferrare, da padroneggiare e da comprendere.

La religione non va collegata ad un comportamento particolare, ad un essere particolare, ad un popolo o ad una comunità particolare, la religione dobbiamo cercare di concepirla in rapporto al Mistero, globalmente.

Solo allora possiamo renderci conto che la spiritualità sufi mira ad un mondo conformato da un essenza d’ amore e pace.

Le virtù che noi ricerchiamo sono le virtù ricercate da tutti. Si sa che, per definizione, ogni essere umano aspira in ogni modo alle proprie virtù: il bambino, l’adulto, l’uomo, la donna, tutti sperano qualche cosa di bene, di positivo, che dia pienezza.

E’ evidente però che nel mondo non sempre si riesce a realizzare queste aspirazioni, che sono profondamente legate alla nostra natura.

Infatti noi siamo degli esseri d’amore e degli esseri di pace, degli esseri che amano amare - la vita e gli altri- ma, per ragioni apparentate al mistero, accade che altri sentimenti si mescolino a questa disposizione d’amore e la turbino.

Noi facciamo parte di un ordine sufi, la via baye fall, una via dell’islam che non è affatto compresa comunemente, poichè le cose dello spirito sono assai difficili da afferrare.

Ci sono molte cose che accadono nel mondo che determinano confusione e incomprensione. Questa è la ragione per cui spesso nascono sentimenti di intolleranza, di rigetto e anche di disprezzo in certi casi o di derisione - talvolta ci sono menti che trasformano in derisione tutto quello che riguarda la religione.

Ma al di là delle parole e delle apparenze c’è il Mistero, e c’è anche la disposizione umana ad ispirarsi all’essere divino, a quel qualche cosa di grandioso che è l’espressione della bellezza.

Se noi proviamo a conformarci a questa disposizione è in questo diverso livello che possiamo dar vita ad un’altra dimensione di spiritualità.

Una spiritualità che ha come essenza tutte le virtù e le qualità che noi conosciamo. La tolleranza, la convivialità, il senso della condivisione e dello scambio, e tutto questo sarà possibile perché alla base c’è il dono di sé: si dà il proprio cuore agli altri, non per ragioni legate al mondo sensibile e cioè al mondo apparente, ma per delle ragioni legate allo spirito, a quest’amore di cui parliamo. Amore che si è manifestato in tutti i profeti, in tutti gli inviati, in tutti i santi. In San Francesco d’Assisi, ad esempio, che è un santo italiano che tutti conoscono, e che ha dato prova di grande virtù, camminando sulla la via della perfezione, dell’amore e della pace. E’ un riferimento importante: in ogni popolo esiste la luce dell’amore e ogni popolo la può sviluppare ed esprimere nelle forme che gli si sono proprie.

Non è una cosa facile da spiegare perché ancora si tratta del Mistero, ma se ci si consacra a questa via spirituale, si arriva a comprendere che in effetti se degli esseri umani si ritrovano insieme e condividono insieme delle cose essenziali in rapporto all’amore, all’amore divino, allora arrivano a realizzare insieme delle cose straordinarie, semplicemente perché c’è la pace nella comunità, c’è l’unione e nel cammino tutti aspirano alla stessa cosa, nella più grande cordialità e nella più grande tolleranza.

Noi siamo esseri imperfetti, vulnerabili e fragili, ma insieme, se noi riuniamo le nostre forze, i nostri sentimenti positivi possiamo fare qualche cosa di molto bello e di molto grande e di molto elevato.

Questo è quello che cerchiamo di realizzare qui a Ndem, grazie a Dio, perché sappiamo che ciascuno secondo la sua possibilità porta una pietra per questo edificio, che tutti insieme stiamo costruendo e che ha l’ obbiettivo di contribuire alla piena realizzazione delle popolazioni, popolazioni che hanno bisogno di pace e di equilibrio e di trovare delle risposte appropriate ai loro problemi.

Alla base del nostro lavoro c’è la spiritualità che ha per essenza di base l’unione dei cuori e lo spirito. Combattiamo sentimenti frequenti come l’avidità, la cupidigia, l’invidia, la gelosia, la rivalità: atteggiamenti incompatibili con la mistica bay fall, che è una mistica basata sulla condivisione, sullo scambio, sulla cooperazione – valori molto profondi che coinvolgono il mondo intero.

Per questo, quando si parla di sufi, si parla dell’essere universale, di coloro che aspirano allo spirito universale che mira ad integrare tutti i valori e volgere le spalle a tutto ciò che disturba, che suscita l’odio, la violenza; dunque la pace deve essere il fondamento di questo amore e di questa azione collettiva e comunitaria. Sul piano mondiale ci sono risposte possibili alle nostre domande e ai nostri problemi, ma queste risposte sono necessariamente legate all’essenziale, quindi all’amore. Questo messaggio è stato incarnato da tutti i profeti, dagli inviati di Dio: Gesù è stato un grande profeta, è stato detto il profeta dell’amore della santa povertà. Si è visto che il suo amore per la gente, per tutto quello che esiste era di un grado talmente elevato che il suo popolo non poteva accogliere questo sentimento, perché era un sentimento di provenienza divina: non era Gesù che parlava, che camminava, che guardava, ma era l’essere divino che parlava e camminava attraverso di lui. Ha vissuto solamente alcuni anni, poco più di trent’anni, e tuttavia ha suscitato nel mondo delle cose straordinarie: ci sono le chiese nel mondo e tutti i segni che mostrano che questo spirito non era uno spirito qualunque, ma che era stato generato dall’essere divino e quindi ha espresso una verità fondamentale: che in tutte le cose bisogna far prevalere il cuore. Diceva Gesù: per sapere se siete con me o no, io lo verifico dal vostro attaccamento all’amore, come voi vi amate, come vi guardate, come vi toccate, come voi sentite, come condividete e che tipo di scambi avete.

In altri termini noi siamo in un altro rapporto con le cose. Quando si parla di religione c’è molta ambiguità, la religione è una cosa positiva, ma è difficile da esercitare perché è legata a delle leggi e le leggi devono essere eseguite dagli esseri umani che sono imperfetti e si trovano a volte in disposizioni interiori che impediscono di riflettere la luce di provenienza divina.

Tutti i messaggi di tutti i profeti sono stati generati da Dio, dalla luce, e questa luce che noi sentiamo dentro di noi ci fa comprendere che tutti i popoli possono ritrovarsi sulla base dell’amore, della pace, della fiducia e della considerazione reciproca. Questo è il vero valore.

Così noi verifichiamo fino a che punto siamo capaci di oltrepassare tutte le contraddizioni che alterano il nostro slancio verso Dio, verso questa luce straordinaria di cui abbiamo bisogno, e che non è estranea alla nostra persona, perché noi siamo questa luce, abbiamo questa luce nel cuore perché abbiamo l’amore, e questa è la cosa più importante, il valore è universale che in quanto tale corrisponde globalmente all’esistenza degli esseri umani, quale che sia il paese, l’epoca e la razza. Grazie."




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