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sabato 21 novembre 2009

Pensare Globale, Agire Locale - Art. 14

Festival del cinema africano

E' stata la mia prima volta al festival del cinema africano. Da una parte, ero molto incuriosito dalla produzione cinematografica del continente nero, dallo stile che la peculiarizza e dalla differenza tra gli stessi registi africani partecipanti al festival, provenienti da paesi diversi. D'altra parte, avevo sete di saperne di più sulla situazione del Camerun, su quella dell'Etiopia, del Burkina Faso (questi i paesi di origine dei film/documentari che ho visto).

Sono rimasto favorevolmente stupito! E non di certo dallo scarsissimo numero di partecipanti (non ho visto nessun mio coetaneo...e la cosa mi ha davvero rattristito), bensì dall'intensità narrativa e dall'attenta descrizione dei registi, dalla profondità emotiva dei testimoni o delle vittime nel caso dei documentari, o ancora dalla bravura degli attori nel film "Teza".

Ma andiamo con ordine:
Il primo contributo che ho visto è stato "Une affaire de nègres" del regista Osvalde Lewat, un documentario sul Camerun degli anni 2000/2001 quando il governo introdusse il "Comando Operativo" per fare fronte alla criminalità locale. Purtroppo questa forza dell'ordine speciale, composta da militari, poliziotti e pompieri, è stata l'esecutrice di una vera e propria strage. Stiamo parlando di più di un migliaio di persone brutalmente uccise e di chissà quante violentemente bastonate. Chiusi in campi militari, spesso con la colpa di essere stati invidiati dal vicino di casa. Il Comando Operativo, infatti, agiva su segnalazione della popolazione stessa: una persona poteva chiamare il numero verde gratuito ed accusare, ad esempio, i propri vicini di casa di essere dei ladri. Non c'era a questo punto nessun tipo di controllo sull'effettiva veridicità dell'accusa...Il Comando Operativo andava, prelevava il "ladro" in questione e con altissima probabilità la persona prelevata veniva uccisa nei giorni successivi. Aberrante.

Il secondo contributo è stato "Gaeenga - fou parmis les hommes" del regista Paul S. Kaboré, un documentario di 20 minuti sui cosiddetti "matti" del Burkina Faso. Queste persone sono spesso vittime di malattie psichiche e vengono emarginate dalla società o se ne allontanano di propria volontà. La testimonianza che ci offre il regista è molto interessante anche se forse l'intera questione andrebbe/andava approfondita maggiormente.

Il terzo ed ultimo contributo è stato il film "Teza" del regista Hailé Gerima, che tratta dell'Etiopia dagli anni 60 ad oggi attraverso la vita del protagonista Anberber. Egli torna nella sua Etiopia, dopo aver conseguito gli studi di medicina in Germania, sperando di poter sterminare le malattie che affliggono il suo popolo. Purtroppo però, deve fare i conti con una realtà ben diversa da quella che aveva conosciuto da bambino: il repressivo regime autocratico socialista di Haile Mariam Mengistu, che ha condotto il popolo etiope ad una dissoluzione dei valori e dello spirito senza precedenti.


L'Africa: un continente che sa essere tanto affascinante ed incredibile quanto crudele e spietato.

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