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venerdì 31 luglio 2009
Ri-Passaparola - Art.5
Sembra sia finalmente in dirittura d'arrivo la sentenza sulla famosa faccenda Mondadori.
Travaglio ne parla nel suo ultimo Passaparola, ricordando innanzitutto da dove parta tutta questa storia.
Attorno agli anni '90, viene affidato ad un collegio arbitrale la decisione di affidare a De Benedetti o a Berlusconi le azioni della società.
La famiglia Mondadori si era ben curata di affidare a De Benedetti "l'eredità" , ma Berlusconi abilmente aveva rovesciato le carte in tavola.
Il seguito è noto. Il collegio arbitrale diede ragione a De Benedetti, ristabilendo le giuste condizioni iniziali.
Ma si sa, non fini cosi. Alla corte d'Appello di Roma , Berlusconi si presenta fiducioso e a giudicare è Vittorio Metta, amico di Cesare Previti.
Guarda a caso, la sentenza viene ribaltata in tempi record a favore del Cavaliere, e il giudice riceve misteriosamente pochi gironi più tardi 420 milioni.
Un altro nodo molto bizzarro è la velocità del verdetto, considerato che vennero scritte, teoricamente, 169 pagine in una notte. Impossibile.
Pare più semplice pensare siano stati gli avvocati di Berlusconi, Previti, Acampora e Pacifico ad occuparsene antetempo.
Cosi De Benedetti ha chiesto in sede civile i danni di questo "furto". Danni quantificati attorno al miliardo di euro.
In mezzo a tutto questo Silvio Berlusconi, parte integrante e principale di questa vicenda l'ha fatta franca in seguito a sentenze discutibili emesse dalla Corte d'Appello di Milano i quali hanno utilizzato come attenuanti il " Cosi fan tutti".
Infine , cosi recita una sentenza che deve solo incontrare un giudice con il coraggio di chiudere definitivamente i conti:
“Il percorso del denaro dai vari conti Svizzeri costituisce un imponente quadro indiziario preciso, univoco e concordante, tale da assurgere a piena prova e consente di affermare che il giudice Metta ha venduto agli stessi intermediari, nello stesso periodo, anche la causa Mondadori"
"Berlusconi è, in questa vicenda, un privato corruttore"
“ l’attività degli estranei nella consegna del compenso illecito si sostituisce a una condotta che, altrimenti, sarebbe giocoforza posta in essere in via diretta dal privato interessato"
"La retribuzione del giudice corrotto è fatta nell’interesse e su incarico del corruttore”
“niente generiche agli intermediari e al giudice, perché l’enorme gravità del reato e la gravità del danno arrecato non solo alla giustizia, ma all’intera comunità, minando i principi posti alla base della convivenza civile, secondo i quali la giurisdizione è valore e presidio a tutela di tutti i cittadini, ma un conseguente ulteriore profilo di gravità per l’enorme nocumento cagionato alla controparte nella causa civile e per le ricadute sul sistema editoriale italiano, trattandosi di una controversia, la cosiddetta guerra di Segrate, finalizzata al controllo dei mezzi di informazione"
"niente attenuanti per la spiccata intensità del dolo, ossia della volontà di fare un reato grave, per i motivi a delinquere determinati solo dal fine di lucro e, più esattamente, dal fine di raggiungere una ricchezza mai ritenuta sufficiente,per i comportamenti processuali tenuti da Previti e dagli altri che hanno continuato - scrivono i giudici - a rendere continue e spudorate menzogne”
Rimane solo che punirli.
Ri-Passaparola.
Foto tratta da www.igigli.it e fotomontata da fratellipolemici.
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