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giovedì 18 febbraio 2010

Sudamerica es pasion - Art. 10

“I giornalisti, come il resto dei colombiani, sono vittime di una feroce violenza fratricida. Come qualunque abitante di questo paese non vogliamo essere nè martiri nè eroi. Abbiamo un’aspirazione elementare: morire di vecchiaia o di polmonite, non di ‘plumonìa’; cioè morire a causa di banali proiettili, sparati da uno qualunque degli attori in conflitto.”
www.jaimegarzon.com

Jaime Garzòn è stato un giornalista e comico colombiano.

Diventò famoso per il suo programma di satira Zoocietad, trasmesso dalla televisione colombiana tra il 1991 ed il 1993. Il programma era una burla della società consumista e materialista e della politica colombiana. Poi, insieme al giornalista Diego Leòn Hoyos lavorò nel programma Quac! El Noticiero: con la forma di un notiziario, questo programma di satira politica diventò il più famoso nella storia della Colombia.

Dopo aver partecipato ad un’importante trattativa con le FARC con l’obiettivo di arrivare alla pace, fu assassinato il 13 agosto del 1999 dalle Autodefensas Unidas de Colombia, il gruppo paramilitare di estrema destra, mentre si recava al lavoro.

A più di 10 anni dal suo omicidio la giustizia colombiana non è ancora riuscita a rintracciare il responsabile. L’unico condannato, il capo paramilitare Carlos Castaño, è irrintracciabile dal 2004 (alcune fonti lo danno per morto, altre sostengono viva all’estero): è stato riconosciuto come l’autore intellettuale dell’omicidio, condannato a 38 anni.

Si dice che Garzòn fosse venuto a conoscenza del piano paramilitare per eliminarlo e che avesse contattato Castaño con l’intenzione di incontrarlo. Il capo militare accettò e programmò l’incontro per il giorno successivo alla morte del giornalista e mandò un contrordine per bloccare l’omicidio. Il contrordine sembra non sia mai arrivato, o arrivato troppo tardi e ciò porta ad assumere che fosse una trappola.

I personaggi e le parodie di Jaime Garzòn erano caratterizzati dalla critica rivolta ai governi di turno e dalla acutezza delle analisi sulla condizione del paese. Le sue trasmissioni erano diventate per molti colombiani l’unico momento in cui era possibile capire cosa succedesse nel paese, evitando le solite interferenze e bugie di una classe politica corrotta.

Il giorno del suo omicidio il suo collega e amico César Augusto Londoño durante la trasmissione CM&, condotta da entrambi, iniziò con un “buonasera, paese di merda!”.

2 commenti:

franck ha detto...

Sembra qualcosa di cosi lontano da noi, quando in realtà fino a 17 anni fa ne abbiamo avuti anche noi di vittime sacrificali della politica corrotta e mafiosa.

Credo non sia per nulla facile avere un coraggio cosi incurante delle opinioni, soprattutto quando è la PROPRIA vita in pericolo.

Ma, se tutto ciò che ho detto è vero, è vero anche che il ricordo di questi personaggi accanto al ricordo italiano di personaggi come Borsellino, Falcone , Impastato e molti altri ,non ha mai mosso o mutato la situazione alla sua radice.

Continuano a morire eroi indifesi e solitari.

A quando una rivolta generale?

Valeria ha detto...

Non è lontano da noi ed è proprio per questo che ho deciso di scriverlo!

Italia o Colombia sembra che le cose non migliorino... ed il continuo sacrificio di alcune persone non è giusto e purtroppo spesso non cambia niente!

Comunque siamo qui a scriverne lo stesso qualcosa vorrà dire!!

Rivolta generale al più presto!!!!!

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