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mercoledì 9 dicembre 2009

Sudamerica es pasion 6

Il sei dicembre si sono svolte le elezioni presidenziali in Bolivia ed Evo Morales ha vinto per la seconda volta le elezioni prsidenziali, guadagnandosi con il 63% delle preferenze la seconda presidenza.

Gli exit poll dicono che Morales avrebbe anche ottenuto il controllo della Camera bassa del Parlamento e una maggioranza di due terzi al Senato, dove l'opposizione aveva cercato di bloccare alcune delle riforme nel corso del primo mandato.

Alle elezioni presidenziali del 2002, le prime alle quail si presentò, Morales ottenne attorno al 20% dei voti, subito dietro Gonzalo Sánchez de Lozada che divenne Presidente. Ciò nonostante questo risultato elettorale ebbe un forte impatto nel panorama politico boliviano. Alle successive elezioni presidenziali del 2005, Morales e il suo partito ottennero la maggioranza assoluta dei voti (attorno al 54%), che lo portò all'elezione diretta come Presidente della Repubblica.

Morales è il primo presidente indigeno ad essere eletto in un paese che oltre ad essere il più povero del Sudamerica, è formato da indigeni al 75%. La sua elezione nel 2005 rappresentò una vera e propria rivoluzione in politica interna: Morales decise di puntare sul nazionalismo e sull’indigenismo, conferendo un carattere unitario allo Stato grazie al riconoscimento di tutte e 36 le nazionalità che formano il popolo boliviano.

Morales è enormemente popolare tra la maggioranza india, la quale ha anche dato il proprio sostegno alla riforma costituzionale che quest'anno gli ha consentito di presentarsi per un secondo mandato. Il presidente, leader del Movimento al socialismo (Mas), chiama la sua politica in Bolivia una ‘rivoluzione permanete’, attenta a creare una ‘nueva Bolivia’, con un apparato di integrazione culturale, ritenuto necessario per il funzionamento del paese.

Nonostante l’ottima politica sociale interna, si ha l’impressione che Morales si concentri troppo poco sull’economia, che avrebbe bisogno di una spinta. Oltretutto, il suo appoggio a Chavez (presidente del Venezuela) è notevolmente contestato dall’Europa e dagli USA.

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