Oggi ho deciso di rimanere in Colombia e di approfondire un tema già affrontato in post passati, quello dei falsi positivi.
Quello che ripropongo è un articolo di Guido Piccoli, del 17 giugno 2009, pubblicato su prensarural.org, un sito aggiornato quotidianamente sulla situazione socio-politica colombiana.
Assassinati quasi duemila giovani fatti passare per guerriglieri
La magistratura colombiana ha dichiarato che i militari attualmente sotto inchiesta per le esecuzioni extragiudiziale sono accusati anche di traffico di esseri umani, per aver organizzato la ricerca di giovani attirati con l’inganno, ossia la promessa di un posto di lavoro, e che successivamente sono stati trucidati e mostrati come guerriglieri uccisi in combattimento.
Il magistrato Alberto Vargas, che ha dichiarato che diversi militari hanno pagato l’equivalente di 88 dollari per ogni morto presentato come guerrigliero, ha ottenuto la testimonianza di un uomo, Alexander Carretero, che aveva la funzione di reclutatore di giovani di umili origini della provincia di Soacha, offrendo falsi lavori a disoccupati per portarli in una zona al nord est del paese e consegnarli ai militari.
Questi casi, eufemisticamente chiamati “falsi positivi” dalla stampa colombiana, sono stati denunciati da diversi anni nel paese, ma hanno iniziato a richiamare l’attenzione dei media solo a partire dal settembre scorso, quando si è scoperto che una ventina di giovani che erano scomparsi all’inizio del 2008 erano sepolti in una fossa comune vicino alla frontiera col Venezuela.
Le inchieste della magistratura hanno verificato l’esistenza di una vera e propria rete dedicata al reclutamento di persone appartenente alle classi più povere, successivamente consegnate ai militari che li uccidono barbaramente per ottenere riconoscimenti dai superiori, premi in denaro o giorni di licenza.
Su richiesta del magistrato, un giudice di Soacha ha ratificato un ordine di detenzione contro sei militari per associazione a delinquere, omicidio, sequestro e falso.
Nella prima udienza si è trattato il caso di Fair Leonardo Porras, un giovane analfabeta e con problemi psicomotori, che è stato trovato morto con una pistola nella mano destra, dopo un presunto scontro con i militari; al processo si è dimostrato che il giovane era mancino.
In questo ed altri processi relativi a questi veri e propri casi di terrorismo di Stato, è stato anche appurato che le armi collocate artificiosamente nelle mani dei giovani assassinati erano state comprate precedentemente dagli stessi militari implicati.
Le forze armate colombiane sono corrotte fino al midollo, e il primo corrotto e corruttore è il loro capo, il presidente Álvaro Uribe, che dice di voler garantire la sicurezza dei colombiani fallendo miseramente il suo compito, nonostante le fanfare dei media oligarchici facciano di tutto per nascondere la sua inettitudine e la persistente violazione dei diritti umani, l’unico concreto risultato di questo governo servo delle multinazionali e degli Stati Uniti.
La linea di difesa che il presidente pervicacemente mantiene è: le ONG pagano avvocati per montare false accuse di violazioni dei diritti umani, e chi mi accusa è complice dei terroristi; dunque, oltre alle ONG anche la magistratura è contigua alle organizzazioni guerrigliere del paese! Un discorso già sentito, questo, anche in Italia, che può essere ripetuto all’infinito grazie alla complicità dei media, ma che non cancella la verità: in Colombia il governo pratica il terrorismo di Stato per compiacere Washington e le multinazionali, ed uccide civili innocenti con la scusa della “guerra al terrorismo”!
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