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domenica 20 dicembre 2009

Ri-Passaparola - Art.24


Il partito dell'amore e della fratellanza. Ma questa non è politica.

Chiaramente l'ultimo Passaparola di Travaglio riguarda l'attentato ai danni del Cavaliere.
I punti fondamentali sono:
- Ritratto dell'accaduto e censura totale e incondizionata;
-Ritratto di Massimo Tartaglia;
-Ritratto di Silvio Berlusconi;
-Ritratto della sicurezza e della sua sostanziale inefficienza;

1) L'accaduto è da censurare. Lo dice Travaglio senza mezzi termini. Ma ogni persona ragionevole avrebbe già dovuto assimilare che la nozione di non violenza non è opinabile ma di per sé assoluta.
Il gesto è da condannare. Non è di certo l'eliminazione fisica o la "rovina" estetica l'obbiettivo di una seria opposizione.E', piuttosto, un'opposizione contro i fatti che quotidianamente certificano il passato poco edificante del nostro presidente del Consiglio.
2) Massimo Tartaglia è uno squilibrato, non uno stupido. E' paranoico. Riguardo alla sua paranoia, riprendo volentieri quella che è stata l'analisi prettamente psicoanalitica del personaggio, identificato come paranoico, quindi ossessionato da un oggetto o una persona che rappresenta il suo unico continuo persecutore. L'eliminazione di questa persecuzione genera sollievo e piacere nel paranoico.
Le persone carismatiche suscitano naturali sentimenti di odio e amore.
Questo odio o amore va ad impattarsi con personaggi come Tartaglia che reagiscono in maniera brutale a queste influenze.
Non si sta di certo dicendo che Berlusconi se lo è fatto da solo. Si sta mirando ad un'interpretazione di tipo profondamente psicologica.
3) Berlusconi, in tutto questo, non è di certo il primo arrivato. Nei suoi anni di imprenditoria prima e di militanza politica poi, non si è certamente mai tirato indietro negli insulti multilivelli e diffusi a varie e numerose istituzioni dello Stato, nonché verso i giornalisti e verso la magistratura.
Se è vero che in una logica distorta della realtà giornalisti come Scalfari , Santoro o Travaglio abbiano "fomentato", bisogna rammentare che la condotta di Berlusconi è stata per anni denigratoria e infamante verso tantissime persone.
4)La sicurezza privata del presidente non è stata all'altezza della situazione. Gli agenti della cerchia stretta non avevano lo sguardo dove dovevano averlo, e soprattutto quella scorta non è dello Stato ma privata di Berlusconi. Questo, quindi, decide cosa fare e conduce il caposcorta nelle scelte.
Quando Berlusconi viene colpito, è compito del capo-scorta decidere cosa fare .
La procedura è di andare subito via per evitare eventuali secondi attentati.
Invece Berlusconi è voluto uscire per rassicurare, cancellando di fatto le normali procedure.

L'analisi di ogni avvenimento va sempre fatta con occhio ponderato e multilaterale.

Ri-Passaparola

Immagine tratta da http://www.unsitoacaso.com e fotomontata da fratellipolemici.

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